Capitolo 29. Travis

4.4K 195 4
                                    

Pov Amanda

Mi svegliai all'improvviso, come se il mio corpo avesse capito che ero rimasta sola. Edmund non c'era, ma il suo profumo era rimasto impresso nelle lenzuola del letto. Accarezzai il suo cuscino sorridendo al pensiero del suo viso angelico che dormiva, mentre le mie dita andavano ad accarezzare il suo petto per constatare che fosse ancora lì con me.
Ripensai al fatto che di lì a poco mi avrebbe baciata, ricordandomi del nostro patto, e non mi sorpresi nel sapere che non vedevo l'ora, e sono sicura che da una parte lo sapeva anche lui.


Oh cielo! Chi l'avrebbe mai detto che un giorno avresti fatto pensieri del genere su Edmund Grandi!

I casi della vita...


La cosa che però mi spaventa è che gli sono molto legata nonostante siano passate solo due settimane circa, e non riesco a ricordarmi bene cosa facevo prima di cadere in quella scarpata.

Mi ricordo solo i giorni con Lucille e Clotaire, i borbottii di Edmund e la sua aria assonnata quando lo svegliavo per la colazione.
Mi ricordo che gli piace circondarmi la vita da dietro mentre tagliavo le carote e che piace anche a me, mi piace ascoltare la musica insieme a lui e ammirare quegli attimi silenziosi e imbarazzanti che ogni tanto calano su di noi.
Mi alzai lentamente e andai in cucina, notai che Edmund aveva tirato fuori la marmellata e un po' di focaccia, per poi lasciare tutto sul tavolino. Questo ragazzo non si regola! Povera la sua futura moglie!


Ti piacerebbe eh?

No! No! Ma che stai dicendo? Neanche morta!
Si, si, come no...
Sono seria!


Mangiai e mi chiesi dove fosse andato lo zuccone, non avrei di certo tralasciato il fatto che aveva lasciato il cibo sul tavolo, anzi, gliene avrei dette di tutti i colori!

Andai a bussare in bagno, già pronta per la mia accusa con prove annesse!
-Brutto zoticone che non sei altro! Esci subito e vieni a mettere a posto!- dissi impuntandomi come la maggior parte delle mattine. Per quanto mi piacesse Edmund devo riconoscere che per stare insieme a lui ci voleva una grande pazienza!
Non rispose così riprovai e dopo una decina di volte entrai senza avvertirlo, oramai di figure di merda ne avevo fatte tante, una più una meno. Ma lui non c'era.
Controllai nella stanza di Clotaire e Lucille, per poi riguardare nella nostra.
Mi allarmai. Doveva cavolo poteva essere andato? Controllai in salotto e poi di nuovo nella camera dei nostri amici, mancava un fucile.


Quel deficiente patentato era andato a caccia senza di me??? Io lo strozzo quando torna!

No, ti piace troppo!
Assolutamente no! Doveva almeno avvertirmi! Se si facesse del male? Se i lupi tornano? Farà così tanto rumore che lo troveranno!


Senza pensare uscii di casa e tanta era l'adrenalina e la voglia di trovarlo che nonostante l'agitazione ritornai indietro per mettermi una delle pellicce di Clotaire e prendere il suo arco e delle frecce. Andai nella serra dietro la casa e presi un coltellino per segnare il sentiero e nel frattempo mi venne anche un idea per provare a cacciare qualcosa.

Se fossi stata abbastanza fortunata avrei potuto provare a prendere un ermellino o una donnola, magari fosse passato invece un bel coniglio!
Cercai di fare il minimo rumore possibile e camminai per almeno un quarto d'ora, ma ad un tratto qualcosa attirò la mia attenzione. Un abbaiare mi distolse dai miei pensieri e la paura si impossessò del mio corpo. Rimasi immobile cercando di non fare niente. Il silenzio e la poca esperienza erano miei nemici, mentre i lupi si accanivano sulla loro grossa preda. Riuscii ad intravedere un lupo con il pelo più grigio degli altri, forse era il più vecchio, mentre altri cinque si riunivano attorno ad un corpo.
Delle lacrime solcavano il mio viso senza che io potessi fermarle, così non appena sentii dei guaiti dietro di me pensai a tutto ciò che era stato della mia vita o almeno ci provai. Si dice che quando si vede la morte in faccia si ha la visione completa dei momenti più belli della propria vita, ma anche dei rimpianti e di quelli più brutti. Per me non fu così, c'erano mille domande nella mia testa che volevano una risposta, prima fra tutte: chi era quell'uomo a terra che i lupi stavano divorando? Dove era Edmund? Come mi era venuto in mente si uscire? Perché dovevo essere così impulsiva?
Nel girarmi mi accorsi che il guaito non proveniva da un lupo vivo, ma da un lupo ucciso da qualcuno. Era un guaito di dolore.

L'uomo si alzò e sparando in aria fece scappare gli altri membri del branco. Mi accorsi di essermi accovacciata ai piedi dell'albero nel mentre che quel tizio aveva sparato.

Oh mamma! Ero nella merda!

-Non dovrebbe girare da sola per questi boschi, mademoiselle.- mi ammonì l'uomo con un accento molto francese sulla pronuncia italiana. Tirò via dal corpo del lupo senza vita un coltello lungo almeno venti centimetri.

-Le racconterò una storia.- mi sorrise e provai un brivido lungo la schiena, ma non un brivido di piacere, un brivido di puro orrore. L'uomo doveva avere sui trent'anni circa, biondo e con una lunga cicatrice che partiva da poco sotto l'occhio, attraversava tutta la parte destra del suo viso bianco come il latte per poi finire alla base del collo. Si avvicinò al corpo dell'altro uomo e tirò da una tasca un fazzoletto bianco. Pulì il coltello con il fazzoletto e poi si pulì le mani. Rimise il coltello nella custodia attaccata alla cintura che portava e poi conservò il fazzoletto.
-Mi chiamo Travis, sono un amico di Clotaire e Lucille.- l'uomo sorrise e io tremai sempre dalla mia posizione vicino all'albero. Ero sicura che sul mio viso avesse già letto paura e terrore, quindi non mi sforzai nemmeno di nasconderlo. –Li sto cercando per un conto in sospeso diciamo...- mi guardò sorridendo ancora e io mi alzai cercando la freccia dietro di me. -...hanno ucciso la mia fidanzata!-

La punta della freccia era ben salda nelle mie mani e per un millesimo di secondo mi spaventai all'idea di quello che avrei potuto farne, ma la mia coscienza mi raccomandò del fatto che se nel caso avesse provato a farmi del male e non volevo morire senza prima aver ricevuto una proposta di matrimonio, dovevo usare quella maledetta freccia.

-Lei era bellissima, meravigliosa, ma loro l'hanno messa contro di me e lei si è uccisa, così ho giurato sulla sua tomba che sarei tornato per vendicarmi.- chiarì l'uomo che sicuramente doveva essere uno psicopatico! Ed io che credevo che certe cose accadessero solo in tv!
Eppure sapevo che c'era dell'altro!
L'uomo si avvicinò e i miei muscoli si tesero ancora di più, non sapevo se spostarmi o rimanere dov'ero. Così lo bloccai con la mia domanda.
-Chi sei?- patetico, ma sapevo che c'era qualcosa che non mi diceva.
-Te l'ho già detto, Travis.- no, non è vero.
-E cosa vuoi?-
-Voglio i due vecchi, e so che li hai visti.- i suoi occhi color del ghiaccio si stavano avvicinando sempre di più e io non volevo usare quella freccia, sapevo che non sarei mai stata così veloce da infliggergli alcun dolore.
-E come lo sai?-
-Non sono cose ti riguardano...- mi scrutò facendo una breve pausa -...ma forse ti riguarda sapere che sei molto bella.- mi sorrise ancora e per un secondo mi sembrò sincero.
–Ci andrò piano.-

Solo un secondo, prima che lui provasse ad uccidermi.



Angolo Autrice

Mi sento molto sadica in questo momento, ma per farmi perdonare ho aggiornato in anticipo!
Cosa succederà alla nostra Amy? E Edmund dove sarà finito? Che cosa caspita vuole Travis? Ma soprattutto chi è e perchè Amanda è convinta che ci sia molto di più sotto la sua storia?
Il tutto al prossimo capitolo!
Buona serata!
Serena :*

Je t'aime ~ IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora