Capitolo 9. Un semplice bacio

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Capitolo 9

Pov Amanda

Camminavamo da circa un'ora perché Edmund aveva una caviglia slogata e quindi ci rallentava, ma nonostante questo mi sentivo stranamente felice: stavano rinascendo in me quelle sensazioni che avevo provato solo con "lui". Non so se Edmund si ricorda di "lui", ma dopotutto non voglio affrontare ancora questo discorso con questo ragazzo, non voglio aprirmi ancora.
Forse saremmo ritornati a casa presto e poi non lo avrei più rivisto, forse avrei potuto vederlo ancora dopo quella notte. Il fatto è che nella mia vita ci sono sempre stati molti "FORSE" e magari questa era l'occasione giusta per lasciarsi dietro il passato.
Ma la domanda che mi tormentava più di tutte era: possibile che non si ricordasse? Possibile che non gli avesse mai parlato di me? Possibile che fossi solo il suo sporco segreto?
Edmund gemette e si mise seduto su una roccia vicino ad un albero, io avevo le mie scarpe bagnate e i piedi gelati, ma lui doveva stare molto peggio nonostante avesse gli scarponi.
-Ed? Come ti senti?- gli chiesi in preda alla preoccupazione.
-Fa male...- mi rispose lui, mentre i suoi occhi gridavano dolore e si chiudevano per cercare di contenerlo.
-Manca poco, pochi metri e siamo arrivati, la vedi quella luce?- cercai di farlo rimanere lì con me, eravamo quasi arrivati ad una casa, quella che lui aveva visto un'ora prima.
-Non ce la faccio...- mi spiegò guardandomi. Oh mio Dio, avevo così tanto voglia di baciarlo. Solo per fargli capire che ero lì con lui.
Amanda! Ma cosa cavolo ti viene in mente?
Coscienza! Taci! Sono sconvolta!
-Devi fare una cosa...- Edmund incominciò a parlare -...devi andare a quella casa e chiedere aiuto, okay?-
-No, voglio rimanere con te!- dissi io, delle lacrime stavano scendendo sulle mie guance. Ora sono sicura che quelle lacrime erano lacrime di stress, di frustrazione e di paura.
Non volevo lasciarlo lì, da solo.
-No, devi andare a cercare aiuto. Non posso muovermi!- mi stava guardando seriamente e soprattutto mi stava implorando di ascoltarlo.
-Okay, va bene.- sussurrai e dalla mia bocca usci una nuvola di aria calda. Mi sporsi verso di lui e posai un bacio leggero sulla sua fronte, scottava da paura e solo allora mi resi conto che stava molto male.
Dalle sue labbra sorse un sorriso e anche io mi unii al suo sorriso prima di girarmi verso la casa e incominciare a camminare a passo spedito.
Ora c'era solo lui nei miei pensieri, solo Edmund. Non riuscivo a pensare ad altro tranne che al bacio che gli avevo dato, anche se non era un bacio degno di questo appellativo, ma per me era stato incredibilmente importante.
Amanda non illuderti! Prima o poi scoprirai che c'è altro per lui, non gli basterà la vera Amanda, vuole luci e tanti altri effetti scenici che tu non puoi dargli.
Non è giusto! Gli assomiglia così tanto! E io sto rischiando di farmi male ancora un'altra volta!
Uno dei motivi per cui dovresti ascoltare la Coscienza tua!

Mi distrasse dal mio confronto con la mia coscienza un rumore che mai avrei voluto sentire: un ululato!
Il panico si impadronì di me e non so cosa mi spinse ad andare avanti anziché tornare indietro per Edmund!
Bussai alla porta della casa, mentre un urlo mi fece sobbalzare dal terrore.

Pov Edmund

Mi aveva dato un bacio.
Lo so, era solo sulla fronte, ma è stato magico. Ho sentito dei brividi lungo la schiena e poi ho sorriso come un idiota, ma anche lei aveva sorriso! Lei era preoccupata per me...
Nessuna donna che avessi mai incontrato era mai stata preoccupata per me, se non per loro stesse forse. Ma anche io ero preoccupato per lei e la cosa era sempre più nuova per me: non mi ero mai esposto così tanto per una donna ed era una sensazione piacevole quando si trattava di Amanda.
Ora stavo pensando a lei e a come si era girata sorridendomi e come stava comminando, due volte era inciampata, ma non si era lamentata, aveva continuato.

Il terrore e il panico mi avevano attraversato la mente solo quando sentii un ululato.
Merda!
Però quello era il momento meno opportuno per farsi prendere dal panico. Raccolsi la borsa e presi la bomboletta dei lacrimogeni, mi sarei fatto del male da solo, ma confidavo nella velocità di Amanda.
Sentii un ringhio alla mia destra e subito mi girai: un grosso lupo grigio mi guardava intensamente e potevo vedere la mia paura riflessa nei suoi occhi tanto erano neri e lucidi.
Sospirai aprendo la bomboletta senza fare rumore, quando sarebbero stati in tanti allora l'avrei sganciata, ma non prima.
Arrivarono tutti, erano circa una decina e mi stavano fissando: aspettavano il segnale giusto.
Solo una volta nella mia vita mi ero trovato davanti ad un lupo e di certo l'unica cosa che gli aveva impedito di sbranarmi era il fatto che mi trovavo in una macchina e avevo con me mio nonno e un fucile da caccia, ma a parte questo non ne aveva mai visto uno da così vicino, neanche allo zoo. Non mi era mai piaciuto quel luogo
Lanciai la bomboletta e subito due lupi mi stavano mordendo la gamba. Urlai dal dolore e subito dopo sentii l'odore del lacrimogeno e gli occhi pizzicarmi. Mi stavano ancora mordendo quando persi i sensi e una voce lontana gridava il mio nome.
La mia mente volò subito ad una ragazza dai capelli castani e ricci, che mi guardava sempre imbarazzata e che mi sarebbe tanto piaciuto baciare.

Je t'aime ~ IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora