Pov Edmund
Entrai nella stanza, mentre Honor rimase fuori ad aspettarmi.
Amanda era seduta sul letto, appoggiata allo schienale. Stava guardando il soffitto della sua stanza. Era pensierosa ed io ebbi paura di disturbarla dai suoi pensieri.
Lei si girò. Sgranò gli occhi.
Non riuscii a capire se si aspettasse una mia visita oppure se desiderasse vedermi. Non riuscii a capire se quell'espressione che aveva dipinta in volto fosse un'espressione di felicità oppure qualcos'altro.
Mi ricordavo tutto delle espressioni di Amanda, e la possibilità che lei invece potesse non ricordarsi niente di me, mi straziava. Posai i fiori che le avevo preso sul tavolino e, facendomi coraggio, mi avvicinai al suo letto.
-Edmund- pronunciò il mio nome sussurrandolo. Ora ne ero certo, era felice di vedermi. Come lo ero io.
-Amy...- le presi una mano e le baciai il dorso. Ero molto nervoso.
–Come stai?- le chiesi allontanandomi un po'. Mi sembrò di vederla triste a causa del distacco delle nostre mani.
-Bene.- mi rispose semplicemente. I suoi occhi mi dicevano che nella sua testa c'era una grande confusione, ma nella mia, la confusione, era triplicata.
L'imbarazzo tra di noi era palpabile.
-Ho dei ricordi.- disse poi facendomi agitare ancora di più su quella scomoda sedia.
-Anche io...- la guardai e scoprii di desiderarla con tutto me stesso. Era bellissima anche con i capelli scompigliati, le labbra di un rosa pallido e con mille tubicini attaccati sul braccio.
-Ricordi tutto in maniera vivida?-
-Si-
-Io no- il mio cuore si fermò per un nanosecondo. La mia peggiore paura si era avverata.
-Cosa vuoi dire?-
-Io mi ricordo tutto prima dell'incidente e so per certo che mai e poi mai avrei sopportato la tua presenza. Eri così pieno di te...- quelle parole mi fecero male. Molto male. Sapevo che non ero la persona più bella del mondo, ma detto da lei non faceva che aumentare il risentimento verso me stesso.
-Tuttavia...- Amanda si fermò ed io ripresi a guardarla, rapito. –Tuttavia, da quando sono qui, non faccio che pensare a te. Io sento di provare un grande sentimento per te, ma non capisco quale sia. I miei ricordi sono sfocati e alcuni sono chiari nella mia mente. Non riesco più a distinguere la realtà dal sogno.- una lacrima solitaria bagnò la sua guancia e mi venne spontaneo andarle vicino per asciugarla. Eravamo così vicini, ma allo stesso tempo incredibilmente lontani. Volevo baciarla per farle ricordare tutto quello che avevamo passato.
-Se vorrai, ti aiuterò a ricordare.- le sussurrai appena.
-Okay.- nei suoi occhi lessi ringraziamento e un desiderio sopito che voleva uscire fuori da troppo tempo.
Decisi di chiarire quella situazione e di buttare fuori le domande che mi tormentavano. Forse lei avrebbe avuto la giusta risposta, anche se involontaria.
-Secondo te perché abbiamo fatto lo stesso sogno?- le chiesi allontanandomi leggermente e prendendo le sue mani.
-Non lo so.- rispose di getto, ma poi parve ripensarci su e mi diede un'altra risposta.
-Forse abbiamo trovato un modo per sopravvivere alla morte.- lei mi accarezzò il dorso della mano, ma ad un tratto si fermò.
-Lo facevamo sempre, prima di dormire.- mi disse sorridendo. Le sorrisi anche io, provando una forte emozione, gioia per l'esattezza.
-Forse è presto per dirlo, ma c'è una probabilità molto alta che io mi sia innamorata di te.- Amy mi sorrise e capii che le costava molto ammetterlo. Dopotutto, la sua timidezza era una delle cose che mi piaceva di lei.
-Io sono sicuro di essermi innamorato di te. Non ho fatto in tempo a dirtelo prima che ci recuperassero.- il cuore mi stava scoppiando. E' un'emozione che non può essere spiegata, va solo vissuta.
Cavolo, mi sembrava di correre di notte, come un pazzo a duecento all'ora e con i fari spenti!
-Dimmelo adesso.- me lo sussurrò appena, chiedendomelo con gli occhi e con quel sorriso che mai aveva abbandonato il suo viso da quando la conoscevo.
-Ti amo.- mi chinai per lasciarle un semplice bacio sulla guancia.
Per quanto volessi farla mia e farle capire quanto io l'amassi, non volevo affrettare i tempi. Teoricamente ci conoscevamo e ci eravamo visti solo tre giorni, ma nello spirito due settimane sempre insieme erano tante.
-E questo lo chiami bacio?- mi sorrise lei maliziosa. Ero parecchio sbalordito.
-Ma allora mi vuoi morto?!- va bene che non mi ero ripreso del tutto, ma provocarmi in questo modo era crudele e lei lo sapeva. Lo faceva apposta. Lo faceva per ricordare forse, ma mi faceva rabbrividire dal piacere solo guardarla e sentirla parlare.
Lei si avvicinò di poco a me e fece combaciare le nostre labbra. Fu un bacio lento e allo stesso tempo passionale. Un bacio di due persone che si erano ritrovate.
Era strano, perché nonostante l'avessi baciata altre volte, sentivo che questa volta era reale.
Angolo Autrice
Salve guys!
Questo è ufficialmente il penultimo capitolo di "Je t'aime"!
Spero di avere abbastanza connessione per poter poi pubblicare la prossima settimana e regalarvi il finale e l'epilogo!
Dopo la fine di questo viaggio, ho deciso di rivisitare la storia e cambiare giusto qualche cosa, così che potrà essere perfetta!
Grazie a chiunque sia andato avanti con la lettura!
Un bacio,
Serena.
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Je t'aime ~ IN REVISIONE
ChickLitAmanda è una ragazza semplice e riservata, che concede difficilmente qualcosa a se stessa, ma convinta dalla sua migliore amica decide di fare un viaggio e di andare a trovare sua zia in montagna. Proprio lì, nel posto più improbabile del mondo e ne...