Capitolo 4. Presentazioni

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Capitolo 4

Pov Edmund

Come cavolo si permetteva quella????
Ero esterrefatto! Sul serio mi aveva velatamente mandato a quel paese? No dico! A me!
Io l'avrei distrutta! Avevo ancora la rabbia da sbollire, così decisi di aspettarla fuori dalla pasticceria, prima o poi sarebbe uscita. Ero ancora sotto shock! Nessuna ragazza mi aveva mai risposto in quel modo!
Appena la vidi, vidi anche Matilde. Era molto famosa per i suoi quadri, le sue mostre e le sue attività di volontariato per il comune, la conoscevo abbastanza bene, era un'amica molto intima dei miei genitori, ma erano anni adesso che non ci vedevamo io e lei, mentre sua nipote a quanto pare era una tizia alquanto particolare, ed era molto eccitante!
Andai loro incontro e vidi la sua espressione cambiare da felice a scocciata.
-Matilde!- chiamai la donna sperando vivamente che si ricordasse di me.
-Edmund! Ragazzo mio! Quanto tempo! Come stai? E i tuoi genitori?-
-Io bene grazie, papà come sempre e mia madre che lo asseconda!- risi e lei con me.
-Mi fa piacere! Oh... Posso presentarti mia nipote Amanda?!- Amanda? Nome molto azzeccato!
-Ci siamo già incontrati prima- mi precedette lei incrociando le mani al petto.
-Si, ho avuto il piacere di conoscerla mentre stavo uscendo- mi avvicinai a Matilde per far sentire solo lei - Mi ha tirato la giacca e mi ha pestato i piedi.- la donna rise ed io con lei, cercando di decifrare lo sguardo di sua nipote, era a metà tra lo stupefatto e l'incredulo.
-Non mi meraviglierei se mi dicessi che poi ti ha risposto in modo leggermente piccato.-
-Infatti è così!- disse Amanda -dato che Mister-come-ti-permetti è stato poco gentile.-
Mister-come-ti-permetti? Questa ragazza mi stupisce sempre di più!
-Oh Amy! Lui è il figlio di due miei cari amici.- Matilde era come sempre gentilissima e avrei passato volentieri una serata con lei come ai vecchi tempi, così approfittai della situazione e chiesi:
-Sai Matilde, io e Marco siamo arrivati oggi e stasera come sempre c'è il rituale solito di tutti gli anni.-
-Oh si, me lo ricordo!- la donna si perse qualche secondo guardando indietro nel passato e io mi concentrai su sua nipote. Non era così male dopotutto: occhi nocciola, labbra piccole e capelli castani corti e mossi. Non aveva un filo di trucco e più o meno doveva avere la mia età.
-Che ne diresti di venire stasera? Rosalina non è in città e l'abbiamo saputo solo adesso, altrimenti avrei mandato un biglietto ufficiale.-
-Va bene, però deve venire anche Amanda, okay?-
-No no zia, mi pare ovvio che sia una serata speciale tra voi che vi conoscete, non voglio creare alcun tipo di disturbo con la mia presenza. È meglio se vai solo tu!- si intromise la ragazza imbarazzata.
Eh no mia cara! Stasera ti voglio con me!
-No, alcun disturbo, credimi.- dissi sorridendo ed era evidente che lei si sentisse in obbligo ad accettare, se non per me almeno per sua zia tanto che alla fine mollò l'osso.
-Bene, allora ci vediamo a casa vostra alle otto come al solito Ed?- chiese Matilde usando il nomignolo che solo le persone che mi conoscevano bene usavano.
-Ma certo. Signore, buon proseguimento.- dissi gentilmente dileguandomi sotto lo sguardo omicida di Amanda.
Finalmente avevo trovato un giocattolino meno docile! L'avrei domata per bene!

Tornai a casa e avvertii Marco dell'arrivo di Matilde e sua nipote, ma neanche mi fece spiegare che subito mi interruppe.
-ED! Edmund! Dopodomani c'è la gara okay? Devi essere concentrato! Non puoi scorrazzare dietro a galline e gallinelle solo perché a ti va! Che poi tra l'altro perché non te ne trovi una sola e fai il serio?! Io proprio non ti capisco e...- Marco non la smise più, così presi il libro di ricette di Juanita, la mia vecchia tata, e cercai di decifrare la sua scrittura per preparare la solita cena dei cinque giorni prima di Natale e prima della famosa gara.
Appartenevamo, io e Marco, alla Brigata della Vita e della Morte. Ne eravamo membri da quattro anni, come ne facevano parte i nostri genitori, e ogni anno ogni 60 giorni la brigata si riuniva per compiere qualche impresa eroica e coraggiosa, come buttarsi da un palazzo oppure fare bunjee jumping, o parapendio o lanciarsi da un treno che sfrecci a 130 km/h sulla neve morbida appena caduta.
Per molti può sembrare tremendamente stupido e incosciente, e lo è, ma così ci misuriamo e ci spingiamo fino al punto limite di coraggio. Rischiamo la vita, ma non abbiamo nulla da perdere.

Je t'aime ~ IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora