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Jaime's pov

Ma che le prendeva?! Quando l'avevo conosciuta mi aveva subito catturato completamente con i suoi modi di fare e con i suoi ragionamenti, è stata la prima a farmi sentire così, maledizione. Nessuna, assolutamente nessuna, mi aveva incantato come lei, con quei suoi occhi diversi e i suoi capelli selvaggi che profumavano di...di...di lei, non c'era profumo più buono al mondo, era dolce, ma non nauseante, una giusta combinazione di varie fragranze mischiate perfettamente. Appena l'avevo vista, su quel dondolo, illuminata dalla luce della luna, che le creava come una specie di aureola tutto intorno, mi era sembrata una creatura sovrannaturale, fantastica, eterea. Avevo dovuto darmi un pizzicotto sulla coscia per credere a quello che i miei occhi mi stavano mostrando. Stavo diventando decisamente troppo sentimentale e questa cosa non mi piaceva neanche un po',  però che cavoli, come si fa a diventare così dipendente da una persona in una sera?  Appena me ne ero andato da quella veranda, con l'invito in mano, mi ero sentito l'uomo più felice del mondo. Con lei il mio stomaco pigro fino ad allora, si dava alla ginnastica artistica, soprattutto alle capriole in volo. Con lei mi sentivo semplicemente felice, semplicemente spensierato, semplicemente me stesso. La sera del ricevimento, ogni volta che provavo ad andare da lei, puntualmente qualcuno mi fermava. La scorgevo per fugaci attimi, in mezzo a dei rappresentanti dell'Italia in teoria. Poi passava qualcuno, la copriva e quando si toglieva, non c'era più. Ogni tanto mentre parlavo, la osservavo e vedevo anche lei guardarsi in torno con uno sguardo a metà tra rabbia e delusione. La vedevo lì, intenta in una discussione a me ignota, incantevole nel suo vestito di vari colori, che la avvolgeva e le fasciava la sua figura in modo perfetto, mettendo in risalto le sue curve semplicemente uniche. Nemmeno nei miei sogni più belli, avevo sognato creatura più stupenda di essa. E ovviamente per quanto di questo mondo non potesse essere, non potei impedirmi di fare pensieri impuri su di lei, sulla sua pelle nuda a contatto con la mia, i suoi capelli morbidi e ribelli che mi solleticavano la faccia, le mie labbra sul suo collo, e la sua risata cristallina che risuonava per la stanza perché le stavo facendo solletico, le sue labbra gonfie e rosse per i baci che gli avrei dato. E ogni volta che stavo per raggiungerla, puntualmente qualcuno mi veniva a parlare per farmi portare gli auguri a mia sorella che si sarebbe sposata di lì a poco, e puntualmente lei scompariva. Ad un certo punto non la scorsi più da nessuna parte e così con molta delusione andai via anche io. Quello che si agitava nel mio petto non riuscivo proprio  a capirlo, era iniziato quando mi ero girato per andare via dalla veranda, era come se una forza mi spingesse verso i suoi occhi magnetici, mi spingesse a restare con lei, a non lasciarla mai. Sentivo anche un senso di protezione verso di lei,  anche solo staccare gli occhi dai suoi faceva male, perché era questo, quello  che sentivo nel mio torace, nel mio cuore, dolore. L'idea di non rivederla più era inconcepibile e ogni volta che la guardavo, avevo un'irrefrenabile voglia di abbracciarla, di affondare la faccia nei suoi capelli, di poggiare le labbra sulle sue, così sensuali e delicate. La volevo per me e il pensiero che potesse essere di qualcun altro mi mandava completamente fuori di testa. Per questo quando le fermai il cavallo e la trovai così fredda, così distaccata, ci rimasi male, molto male, anzi mia aveva proprio fatto male. La parte della Jennifer che avevo visto l'altra sera era scomparsa. La voragine che solo lei era stata capace di aprire nel mio petto, mi faceva ancora più male dopo il suo comportamento. Avevo due ipotesi: o la Jennifer che avevo intravisto quella sera era tutta finzione, oppure aveva un grosso disturbo di personalità, perché non è possibile che una persona cambi carattere nel giro di secondi. Adesso, stavo cavalcando senza meta per riflettere e rimettere insieme i pezzi restanti del mio cuore che lei, con tanta cura, aveva schiacciato con i suoi tacchi rosa con i fiocchi. Una vaga idea di quello che mi aveva fatto, ce l'avevo, ma non mi azzardavo nemmeno a tirare in ballo l'ipotesi, poiché sapevo che se l'avessi fatto, sarei crollato. Ma per tanto ancora non potevo negare.

Ritornai a casa un po' più intatto, ma ancora non riuscivo a spiegarmi il suo comportamento. Andai a farmi un bagno e poi scesi per stare un po' con la mia famiglia, ma ero molto stanco sia fisicamente che mentalmente. Tutti avevano un'aria grave così allarmandomi, chiesi:- Che succede?- la risposta arrivò immediata:- Francesco Ferdinando e sua moglie sono morti ieri a Sarajevo-
-Che succederà?- chiesi anche se sapevo la risposta. -Se l'Impero austriaco dichiara guerra contro la Serbia, sarà guerra anche per noi- disse grave mio padre. Si, decisamente facevo meglio a restare di sopra a dormire.

My spaceee!!!😘😘✌✌

Hola genteeee!!! Como state?? Spero vi stia piacendo.... Bene, non sto a rompervi e sempre le se stesse cose, commentate e votate se vi piace!!!!✌✌🙋

Byeeee!!!
Kisses and hugs!!!!

Occhi_diversi🙋🙋

Non arrendersi mai {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora