Diedi un ultimo sguardo alla finestra, scorgendo un luccichio con la coda dell'occhio prima di girarmi. Mi rigirai di scatto correndo verso la finestra ed aprendola. Jaime mi guardava come se fossi pazza e forse, aveva ragione, ma resta il fatto che il cornicione era abbastanza largo da starci sopra senza essere troppo in pericolo.
-Vieni! Forza!- dissi con voce carica di speranza. Lui si avvicinò e guardò il cornicione facendo un sorrisino che nascondeva molto nervoso, le sue mani tremavano.
-Prima le signore!- disse facendo un gesto con la mano. Scavalcai con fretta la finestra e misi i piedi sul cornicione, girandomi con il petto verso il muro, forse non era stata proprio un'idea grandiosa. Camminai piano fino a lasciare abbastanza spazio a Jaime che scavalcò dopo di me. Dalla porta iniziarono ad arrivare rumori più forti, credevo che la stessero sfondando. Lui arrivò al mio fianco e mi prese una mano, con volto quasi in panico.
-Soffri di vertigini?- dissi non sapendo se ridere o piangere.
Lui scosse la testa velocemente in senso positivo e sbirciò sotto. Strinse ancora di più la mia mano, fino a farmi male e a sbiancare le nocche, ma non mi lamentai assolutamente, dopo i giorni trascorsi ad affogare nel dolore della perdita, un pò di dolore fisico non era niente. Serrò gli occhi e girò la testa versi il muro, era proprio spaventato. Un forte rumore mi distolse da Jaime e sentii le urla degli uomini e di Jeremia dentro la stanza.
-Non ci sono!- disse uno.
-Non possono aver saltato, si sarebbero uccisi!- disse un altro.
-State zitti e trovateli, non possono essere lontani!- disse Jeremia, con tono arrabbiato, ringhiando. Incominciai a guardare le altre finestre e ne scorsi una aperta tre finestre più giù. Scossi la mano di Jaime che mi guardò interrogativo. Gli indicai la finestra con la mano e credo che la sua espressione sia stata più felice di quella di un bambino la mattina di Natale. Iniziammo a camminare in bilico verso quella finestra e quando ci arrivammo, sbirciai dentro, ma sembrava vuota. Entrai cercando di fare meno rumore possibile e Jaime a ruota. Quando fu con tutto il corpo, tirò un gran sospiro di sollievo. Accennai un sorriso, non so perché questa sua fobia mi divertiva! Davanti a uomini armati e pericoli, la paura non accennava a farsi viva, invece su quel cornicione, i suoi occhi erano a dir poco terrorizzati.
-Ognuno ha le sue paure no?- chiese quasi offeso dal mio poco tatto.
Annuii solamente e mi diressi verso la porta, aprendola leggermente.
-Dobbiamo raggiungere i cavalli, a piedi ci raggiungerebbero subito.- la mia faccia doveva aver assunto un'espressione da 'non so tu, ma a me sembra un'impresa abbastanza impossibile con tutti i suoi uomini armati appostati qui davanti' perché fece un sorrisetto poco sicuro, come se volesse darmi pienamente la ragione, ma non si voleva arrendere.
-Dobbiamo almeno provarci no?- annuii solamente. Trovai due mantelli sulla scrivania e ne porsi uno a Jaime.
La porta iniziò ad aprirsi e noi ci nascondemmo dietro la porta del bagno. Entrarono due persone.
-Hai visto che maleducazione quegli uomini?!- sbottò indignata la donna.
-Chissà cosa stavano cercando.- disse l'uomo. Erano un signore e una signora, di età avanzata, vestiti abbastanza bene. Lui era abbastanza grassottello, capelli che variavano dal grigio al bianco, lei vestiva di blu, con i capelli grigi legati ad una crocchia ordinata, aveva un'espressione severa, come quella di chi è pronto a giudicarti al primo sguardo.
-Basta, non voglio restare un secondo di più in questo albergo!- disse la signora cominciando a mettere tutto in una sacca. Poi si accinse a cercare qualcosa in giro per la camera.
-Ma dove sono?!- chiese arrabbiata.
-Cosa cara?- chiese gentilmente il marito.
-I mantelli!- quasi risi della sua testardaggine.
-Non lo so, non li avevi lasciati sopra la scrivania?- disse il marito.
-Ma sei cieco?! Fino a prova contraria i mantelli non hanno le gambe!- mi morsi il labbro.
-E se fossero stati i fantasmi?- chiese impanicata la donna.
-Io l'avevo detto che esistevano! Tu non mi dai mai retta! E adesso saremo perseguitati a vita!- iniziai a ridere sommessamente. Jaime mi strinse la mano e lo guardai. Aveva uno strano luccichio negli occhi. Non capivo, mi fece cenno di stare in silenzio, e si affacciò senza farsi vedere, per spegnere la luce dall'interruttore vicino alla porta del bagno. La stanza piombò nel buio, da fuori non proveniva nemmeno un raggio di luna poiché il cielo era oscurato dalle nuvole, cariche di pioggia e la donna cacciò un urlo, spaventata. Lui mi prese per mano, mi mise il cappuccio e mi trascinò verso la porta, la donna tremava terrorizzata dall'altro lato della stanza. Andammo verso la porta e la aprimmo, di fuori le luci erano spente, una volta usciti, richiudemmo la porta alle nostre spalle nel massimo silenzio. Scendemmo dalle altre scale, quelle che portavano alla cucina. Le scendemmo e trovammo una cucina semideserta ormai. Ci dirigemmo verso la porta che doveva dare di fuori e uscimmo. Soffiava una brezza leggera, era quasi piacevole. Corremmo fino alle stalle, ma c'erano tanti uomini appostati in ogni entrata, questa volta, non avevano rifatto lo stesso errore. Jaime mi spronò ad andare sul lato della stalla, dove c'era il mio cavallo e nel box a fianco il suo. Ci capivamo senza le parole. Lui era troppo grande per entrare dalla finestra, così mi issò sulle sue spalle e disse:- Ti aspetto al sentiero dove siamo arrivati sta sera.- anuii e mi calai dentro. Avevamo chiesto agli stallieri di non dissellare i cavalli, ci tenevamo pronti per ogni evenienza. Presi le redini del cavallo di Jaime e salii sul mio. Trovavo la situzione divertente e spericolata. Mi lanciai al galoppo fuori dalle stalle, costringendo gli uomini all'entrata a spostarsi se non volevano essere investiti. Andai ancora più veloce e raggiunsi Jaime. Salì veloce sul suo cavallo, ma gli uomini di Jeremia iniziarono a sparare. Ci precipitammo nella foresta, ma sentivo il respiro affannato di Jaime...My space!!!!
Mi dispiace di non aver aggiornato, ma questa settimana ho avuto gli esami!! E anche la prossima quindi aggiornerò nel weekend (o forse venerdì) poi prometto che aggiornerò regolarmente per tutta l'estate!!
Baci baci!Occhi_diversi!
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Non arrendersi mai {IN REVISIONE}
ChickLitJennifer, ragazza diciassettenne, figlia di un membro del Consiglio dell'Italia, al servizio di Giolitti, una sera per caso, incontra un ragazzo, di quelli da togliere il fiato con uno sguardo, quelli che lei potrebbe definire "principi azzurri". Do...