Jennifer's pov
-Oh si, mia cara, e non vedo l'ora di darti una bella addomesticata.- E detto questo se ne andò. No, no, no, no. Mio padre, me l'aveva promesso, l'aveva promesso alla mamma, in letto di morte, le aveva promesso che non mi avrebbe dato a nessuno, almeno che io non mi fossi innamorata, l'aveva promesso, pensai nella disperazione più totale. Non poteva! Corsi dentro, in preda al panico e al dolore, non potevo credere che mio padre fosse una persona del genere. Non volevo crederci! Entrai di corsa alla festa, attirando molti sguardi, ma in quel momento non me ne importava un accidente. Mentre giravo in tondo, cercavo mio padre con gli occhi, quando ad un certo punto lo vidi, e la rabbia si impossessò di me...come osava vendermi?! Corsi da lui, ma mi fermai di botto perché Jaime era davanti a lui con suo padre e stava parlando. Mio padre sembrava in difficoltà ma allo stesso tempo seccato di dover parlare con il ragazzo. Quando quest'ultimo finì di parlare, mio padre rispose a voce non troppo bassa -No, assolutamente no!- realizzai che Jaime gli aveva chiesto di potermi corteggiare. E mio padre mi vendeva ad un maniaco, ma non a lui, la mia rabbia stava aumentando a dismisura. E poi chissà da quanto tempo aveva fatto quell'accordo! E aveva ancora il coraggio di guardarmi in faccia?! -Mi dispiace figliolo, ma lei è già occupata- continuò imperterrito mio padre. Si vedeva chiaramente l'espressione molto confusa di Jaime. A quel punto con la rabbia al posto del sangue, mi feci avanti e dissi:- In realtà sono libera.- dissi guardando di sbieco mio padre, volevo portarlo a fargli ammettere tutto. Lui, evidentemente colto di sorpresa dalla mia entrata di scena, si girò di scatto verso di me, con un'espressione leggermente spaventata, come quella di chi sa che le sua bugie sono venute a galla. -Jennifer, per cortesia, ne riparliamo dopo- disse con tono autoritario. -Oh no, voglio sapere adesso il perché io sarei occupata, visto che, a quanto mi risulta, nessuno vi abbia chiesto niente, o vi abbia proposto un accordo. Giusto padre?- chiesi marcando la parte della domanda. Si, ero decisamente arrabbiata nera, si sentiva anche dal mio tono di voce. Lui, evidentemente, aveva capito, mi auguravo, che sapevo tutto. Così mi guardò con sguardo carico di rimprovero e disse:-Jennifer, ho detto dopo!- -No, ora.- mi impuntai. Al che mi prese per un braccio e mi trascinò nel suo ufficio, chiuse la porta e disse con tono alquanto alterato:-Come ti sei permessa di disobbedirmi in pubblico?!- Come mi sono permessa dici?! pensai ancora più arrabbiata di prima -Come ti sei permesso di fare un patto che riguarda la mia vita senza nemmeno consultarmi?!- risposi a tono. Lui sussultò preso alla sprovvista. -Come lo sai?- chiese guardingo, ritrovando il contegno perso. -Non hai scelto un genero esattamente silenzioso- dissi sarcastica. -Bene, allora. Ora che lo sai, mi hai tolto il disturbo di dovertelo comunicare- io rimasi senza parole, ma che razza di uomo era?! -Ormai tutto è stato stabilito e non si può tornare indietro- detto questo si girò, pronto per tornare alla festa. -Glielo avevi promesso- sussurrai, giocandomi l'ultima carta. Lui si girò di scatto e io ripetei quasi urlando, disperata -Glielo avevi promesso, non puoi farmi questo! Non sai a che razza di uomini mi hai venduto!- -Jennifer, non sai di che stai parlando, il signor e il signorino Laurence sono dei bravissimi uomini, vedrai col tempo ti abituerai- cercò di confortarmi, il bello della cosa, è che ci credeva veramente alla favola delle brave persone. -Brave persone? Brave persone! Certo padre, certo. E quando incontrerai un ladro che farai? Gli aprirai la porta?- dissi stringendo la mani a pugno. -Jennifer, quella che non sa di cosa sta parlando sei tu. Ora non tollero più capricci? Chiaro?- -Chiaro un corno!- risposi, lui mi guardò quasi scandalizzato da tanta sfacciataggine, di sicuro non se lo aspettava. Non gli diedi il tempo di controbattere, ormai ero partita. -Non lo sposerò mai, puoi tranquillamente scordartelo, nemmeno tra un milione di anni, nemmeno se fosse l'unico uomo sulla terra, non sposerò mai quel maniaco!- -Jennifer, ora basta!- urlò anche lui e mi diede uno schiaffo. Io lo guardai incredula e sconcertata, tenendomi la guancia. Il tempo sembrò fermarsi, non aveva mai osato arrivare a tanto.
Lui, appena si rese conto di quello che aveva fatto sgranò gli occhi e iniziò ad avvicinarsi con le braccia davanti a lui, per volermi aiutare credo. -Non mi toccare!- dissi scansandomi ed iniziando a correre verso la porta, non intendevo restare lì un minuto di più -Jennifer aspetta, ferma, mi...- ma gli chiusi la porta in faccia.
Corsi verso la porta d'entrata, ma qualcuno mi fermò per un braccio. Mi girai pronta a dire a mio padre ancora una volta di non toccarmi, quando incontrai due occhi azzurri che mi guardavano con preoccupazione. Non potevo fargli questo. Non potevo farlo soffrire per colpa di mio padre. Gli misi velocemente la mano sulla guancia e posai le labbra sulle sue. Lui non se lo aspettava, così lasciò la presa sul mio braccio. Gli diedi un bacio a stampo, mentre una lacrima solitaria solcava il mio viso.
Mi girai d'improvviso e ricominciai a correre verso le stalle. Non mi ero accorta che aveva iniziato a piovere di brutto, ogni tanto il cielo scuro ritornava come di giorno per pochi attimi e poi il rumore assordante del tuono faceva la sua comparsa, il vento scuoteva gli alberi. Il vestito era tutto sporco di fango, si strappò anche di fianco, ma non me ne importava niente, pensavo sola ad andarmene di lì, non volevo restare un secondo di più. Salii sulla cavalla agitata e spaventata dalla presenza del temporale, senza sella, misi solo alla bel'è meglio le redini e partii al galoppo dirigendomi in qualsiasi posto non fosse lì. Non vedevo niente, il buio me lo impediva, sentivo solo tuoni e ogni tanto, qualche ramo graffiarmi la faccia, ma in quel momento, l'unico dolore che sentivo era quello che si stava espandendo nel mio cuore e nel mio petto, un dolore sempre più forte che non riuscivo ad arginare come avevo fatto in precedenza. L'uomo che mi aveva cresciuta, mi aveva tradita nel modo peggiore che un padre possa fare ad una figlia, vendendomi. Ad un certo punto, un tuono più rumoroso degli altri e una raffica di vento forte fece spaventare Astrid che si imbizzarì, cominciando a sgroppare ed impennarsi a destra e a manca. Non riuscii a tenermi e caddi, battendo forte la testa su una radice, l'ultima cosa che vidi, fu il cielo che ridiventava chiaro grazie ad un lampo e poi, l'oscurità mi avvolse.
My spaceeeee!!!!!!
Vi lascio con un po' di suspence per il prossimo capitolo...
Spero vi sia piaciuto, commentate e votate se vi piace!
ByE!!!!
Occhi_diversi!!!!!
Kisses & Hugs!!!!!
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Non arrendersi mai {IN REVISIONE}
ChickLitJennifer, ragazza diciassettenne, figlia di un membro del Consiglio dell'Italia, al servizio di Giolitti, una sera per caso, incontra un ragazzo, di quelli da togliere il fiato con uno sguardo, quelli che lei potrebbe definire "principi azzurri". Do...