_Capitolo 23_

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Mi ero trattenuta a pensare un po' troppo però. Mi accorsi solo dopo che mancavano meno di 10 minuti. Cazzo. Per arrivare all'albero ce ne avrei messi almeno 20 (correndo, cosa che non avrei mai fatto). Così presi il cellulare ed esco di casa il più velocemente possibile. Mi suonò il telefono. Era Lorenzo. Come faceva ad avere il mio numero?! Ok, forse potevo rispondermi da sola, insomma, ho passato la notte a casa sua... Afferro il cellulare e scorro con il dito il tasto verde.
Stephanie:- Ehi Lore! Oddio perdonami, sono in ritardissimo, scusa scusa scusa, ora arrivo è, ASPETTAMI.
Lorenzo:- Ehi Stephy, calmati ti aspetterei tutta la vita. Tranquilla!
Credo che per l'emozione il cellulare mi si stesse letteralmente squagliando in mano. Ok. Ora dovevo correre, fottesega della pigrizia! In circa 10 minuti arrivo all'imponente pesco fiorito. E Lorenzo. Lui era uno spettacolo bellissimo, altro che l'albero. Era così strano poterlo vedere da vicino senza che quei luridi bodyguard ti spintonino ovunque o ti tirino un braccio per staccarti da lui. Così mi fermo dietro ad un cespuglio a guardarlo. Cercavo di capire cosa faceva finché io non ero lì con lui. Si, mi sentivo stolker a tutti gli effetti, ma avevo bisogno di capire se per quel "ti amo" valeva la pena uccidere dentro Marco, e far soffrire me stessa. Ad un certo punto Lorenzo si china e raccoglie un petalo rosa. Poi gli si illuminarono gli occhi e si allungò al ramo più vicino. Iniziò a staccare dolcemente qualche piccolo bocciolo di fiori di pesco. Il profumo di quest'albero era inebriante. Ed io ero ancora lì come un'imbecille a fissare il mio idolo. *STEPHANIE CHE COSA TI PRENDE, VA' DA LUI, IDIOTA* pensai dentro di me. In poco tempo Lorenzo fece un piccolo mazzo di fiori rosa. La dolcezza cazzo, la dolcezza era qualcosa di assolutamente stratosferico. Mi avvicinai facendo finta di nulla. Subito lui mise le mani dietro la schiena e sorrise come solo lui sa fare. Appena gli corsi incontro per abbracciarlo lui, non potendo aprire le braccia a causa del mazzolino di fiori, si limitò a darmi un bacio sulla fronte. Ma a me bastava... anzi era troppo. Perché io? Perché proprio io? Non me lo merito. Fatto sta che lui ha scelto me, ed io ero fottutamente felice. Mi stacco da lui e tanti piccoli fiori profumati mi coprono gli occhi. Li afferro con una lacrima che stava lottando per non uscire dall'angolo del mio occhio. Accenno un singhiozzo e faccio una cosa completamente istintiva... baciai Lorenzo. Così, perché ne avevo bisogno. Quando mi allontanai dal suo viso, riesco a vederlo sorridere, ancora. Non si stanca mai. Ma a me andava benissimo così: se lui è felice, lo sono anche io. Lo abbracciai e ci sedemmo sul nostro albero, sul ramo più bello, quello che si affaccia sul lago, sul bordo di un grande e verde prato. Con lui anche una discarica sarebbe potuta diventare un luogo piacevole.

Tra sogno e realtà|| Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora