Capitolo 7

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Finì che mi addormentai con tutte le scarpe sul letto e quando mi svegliai la stanza si era già oscurata. Mi misi seduta e guardai l'ora sull'orologio: Erano le sette di sera ed era il mio turno di cucinare... merda. Di scatto uscii dalla mia camera e scesi le scale per andare in cucina. Cosa potevo fare? Forse del pollo alla diavola... però ci voleva tempo e non avevo voglia di fare nulla... Toast alla francese?.... Avevo  la testa tra le nuvole e non mi accorsi che non ero da sola. 

 Dion stava lì, fresco di doccia con il solo asciugamano addosso legato in vita, in modo che potessi ammirare nuovamente la sua eccitante V vicino all'inguine, che segnava meravigliosamente il suo bacino. Dai capelli bagnati notai cadere le mille goccioline che piano piano iniziavano un sensuale percorso fino a scivolare sui muscoli del petto, percorso, che avrei voluto fare io con la lingua. Mi morsi un labbro a tale visione e non riuscii a frenare la mia mente nell'immaginare scenari poco innocenti, quando avevo quella creatura difronte. Alzò la testa e i suoi occhi color azzurro – ghiaccio mi beccarono a guardarlo. Merda!

Sorrise soddisfatto << Puoi avvicinarti se vuoi vedere meglio >> mormorò con voce roca.

Arrossii vistosamente e fingendo un'aria superiore scesi le scale, finché non gli fui vicina << Non ne ho bisogno >> mormorai << Potresti anzi coprirti ? Grazie. >>

Fece una risata bassa poi senza distogliere il suo sguardo da me piegò la testa di lato indagandomi con quegli occhi penetranti.

<< Perché ? >> sussurrò talmente vicino che sentii il suo respiro sfiorare la mia guancia.

Deglutii nervosa << Perché ... E' imbarazzante >> balbettai.

Oh ti prego! Stavo sbavando peggio di un cane in calore!

Si avvicinò ed ora le sue labbra distavano dalle mie solo pochi millimetri. Un brivido mi percorse tutta.

<< E allora ? >> bisbigliò nuovamente accennando un sorriso irresistibile.

Maledizione stavo cedendo ai miei ormoni!

Deglutii << E allora cosa ? >> ribattei. Ooh brava! 

Il sorriso si allargò distendendo le sue labbra carnose. Non potei non soffermarmici per un secondo di troppo. Concentrati! 

<< Allora >> disse facendo una pausa << Che ti frega? >>

Aggrottai le sopracciglia << Sì che mi importa >>

La punta del suo naso sfiorò il mio in un movimento verticale << Non dovresti >> mormorò con voce roca.

Il suo tono di voce mi fece venire una scossa elettrica che colpì esattamente un punto del mio corpo e che mi costrinse istintivamente a dischiudere la bocca in un ansimo voglioso. Lui fu subito su di me. 

Sentire, nuovamente quanto morbide fossero le sue labbra mi creò dei forti brividi e quando le nostre lingue si toccarono credetti di essere in paradiso. Mi strinse i fianchi spingendomi forte verso il muro dell'ingresso. Le mie mani si immersero tra i suoi capelli umidi, alla base della nuca, stringendoli affinché si avvicinasse di più a me. La sua bocca scivolò per succhiare e mordicchiare il mio labbro inferiore, come una dolce tortura. Mi sollevò la coscia solo per legarla poi alla sua vita ed ora i nostri corpi erano perfettamente premuti. L'asciugamano gli si era leggermente spostato e riuscii a sentirmi spingere nel punto desiderato. Ansimai vergognosamente quando lui mosse il bacino strusciando sui miei jeans, ma anche così potei sentire. All'improvviso la suoneria del telefono iniziò a suonare con lo stesso effetto di una bomba che esplodeva.

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