Capitolo 11

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Le sue parole rimbombarono  nella mia testa come un torneo di ping-pong. Guardai Dion ammutolita. Come si poteva rispondere ad una tale dichiarazione? Era inutile ingannarsi, quelle parole mi avevano colpito. Il cuore iniziò a battere come ali di un pettirosso e temetti che da un momento all'altro potesse volare via dal mio petto. Lui mi osservava come se mi volesse trasmettere mille promesse.Non gli interessava ricevere da me dei vari no, perché non si sarebbe comunque arreso fino a quando l'ultima speranza non veniva bruciata via. Mandai giù il groppo in gola. Aveva il diritto di sapere cosa provassi, specie perché lui era stato tremendamente onesto con me. Nonostante tutto lui era sempre il Dion che conoscevo, il Dion di cui mi ero innamorata tempo addietro ....

<< Dion io ... >> sussurrai.

<< KAILA ?! >> urlò Tate.

Sia io che Dion ci congelammo come lastre di ghiaccio.

<< DION!? >> gridò nuovamente.

Lanciai un'occhiata fugace a lui prima di asciugarmi ancora il viso dalle nuove lacrime. Dion capì subito e con un sospiro uscimmo dalla sua camera per raggiungere mio fratello che ci aspettava in salotto.Appena misi piede Tate si girò con un sorriso enorme.

<< Ah eccovi qui ! vi stavo cercando >>

Cercai di trattenere una smorfia.

<< Ti abbiamo sentito >> disse acido Dion << gridavi come un Neanderthal che ha appena scoperto il fuoco! >>

Sussultai sorpresa. A quanto pareva Dion non riusciva a mandare giù il fatto di essere stati interrotti.

Mio fratello alzò gli occhi al cielo << Esagerato ... eppure avevo appena avuto una idea brillante>> mormorò allegro.

Lo guardai con sopracciglia aggrottate << Che vuoi dire? che idea? >>

Si avvicinò stringendomi le spalle e gli occhi grandi verdi, così simili ai miei mi scrutarono con una luce felice. Fui contenta di sapere che almeno uno di noi tre lo fosse.

<< Visto che tra pochi giorni tu inizi a lavorare.... >>

<< Si... >> chiesi circospetta.

<< Ho pensato di fare una gita al mare domani di due giorni! >> disse lasciando la presa da me per allargare le braccia come se volesse abbracciare il mondo intero.Nel suo bel viso vi era un sorriso grande quanto una casa, sembrava davvero convinto della grandiosità della sua idea.

Sbuffai << Tate avanti ci dobbiamo organizzare, non possiamo fare così tutto all'improvviso >>

Lui mi lanciò uno sguardo penetrante che stava per "ma con chi credi di parlare ?!"<< Henry un mio collega mi doveva un favore e ci presta la sua casa al mare per domani e dopodomani! quindi tutto a posto! >>

Rimasi letteralmente a bocca aperta e sul suo volto iniziò una risata trionfale.

<< Noi tre? >> borbottai guardandoci.

Lui sospirò stanco << Ovviamente puoi invitare anche una tua amica! >> si fermò un attimo mordendosi un labbro << Beh anche Lucy ... >> disse facendo cadere il discorso lì per lì.

Riuscì con quella sua uscita a strapparmi un sorriso << Che succede tra voi due? >> chiesi inclinando leggermente la testa per osservarlo in modo più indagatrice.

Alzò gli occhi al cielo << Niente >> borbottò.

<< Ti piace? >>

Quasi avrei giurato di aver visto del rossore  sul suo viso. << Beh è una bella ragazza non posso negarlo >>

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