Capitolo 11/12

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Oggi vorrei solo un po' di dolcezza per cancellare il sapore amaro di queste continue delusioni. Anton Vanligt.

Capitolo 11

La tensione nella stanza è palpabile. Io non ho intenzione di aprire bocca, Ryan mi sta osservando con lo sguardo perso nei suoi pensieri, l'unica a prendere parola è Madison.
<<Niente Omar non preoccuparti, stiamo decidendo di uscire tutti insieme vero Alexis?>> dice voltandosi verso di me. Io resto un po' stordita, cosa gli salta in mente? Io non posso uscire con loro, Cristopher mi ammazzerebbe. Madison mi dà una gomitata, voglio farlo? Voglio passare del tempo con loro?
<<Alexis torna tra noi, allora dicevamo? Cosa si fa?>> chiede impaziente Maddy. Mi riprendo subito alla vista di Ryan che adesso ha un sorriso sulla labbra, mi sta osservando con la testa piegata di lato, aspetta la mia risposta. Sembra riconoscente a Maddy, mi nascondono qualcosa. 
<<Eemm, dicevamo che.. potremmo andare a fare una passeggiata in giardino.. vi va?>> tentenno un po', ma è l'unica cosa che mi è venuta in mente.
<<Ryan sicuramente può farci da guida..>> Azzardo, spiando la sua reazione, un sorriso gli aleggia sul viso nonostante il mio attacco di prima.
<<Bene è deciso allora!>> ribatte la mia amica. Come gli è saltato in mente una cosa del genere? Io volevo stare un po' sola con lei, l'unica di cui mi fido.
Senza pensarci mi sfioro la tempia, proprio dove ho il taglio, mi guardo le mani e ancora mi esce il sangue, il dolore ormai non lo sento più. Omar mi viene vicino e mi fa ruotare il viso per analizzare la mia ferita, ma io mi sottraggo bruscamente dalla sua presa.
<<Alexis cosa ti è successo? Hai una guancia arrossata e un taglio vicino l'occhio!>> mi chiede preoccupato. Si voltano tutti a guardarmi e Madison, come sempre, prende la parola.
<<Merda non puoi farti vedere così, dobbiamo inventare qualcosa. Io e Omar ci occuperemo dei miei e tuoi genitori, ci vediamo tra un po' in giardino.>>
Si avvia verso la porta, poi si volta e ci guarda pensierosa.
<<Ryan puoi medicare Alexis per favore?>> Ryan annuisce e si alza in piedi, Omar ci guarda come se fossimo tutti impazziti, ma esce dalla stanza in silenzio con Madison.

Mi sistemo su una sedia, sono esausta, la giornata è iniziata male. Mi prendo la testa tra le mani, vorrei tanto piangere, ma davanti a Ryan non posso farlo. In che razza di situazione mi sono cacciata.
<<Terra chiama Alexis.. Terra chiama Alexis..>> mi volto e Ryan mi sorride, ha in mano un sacchetto di plastica gonfio come un palloncino. Si avvicina e me lo poggia vicino l'occhio. È freddissimo, è ghiaccio.
<<Scusa, ero persa nei miei pensieri.>> scuote la testa.
<<So a cosa stavi pensando, e.. riguardo a prima, volevo dirti che voglio davvero aiutarti.>>
<<Ryan..>> cerco di interromperlo ma ormai è partito come un treno e non riesco a fermarlo.
<< Lo so che non ci conosciamo molto, anzi forse non ci conosciamo per niente. Ma non so.. c'è qualcosa in te, per cui non riesco a starti lontano. E ti giuro ci ho provato. Ci ho provato ieri sera quando ho capito chi eri e quando ho visto che eri sposata. Poi stamattina quando ti ho visto dipingere.. non so cosa mi è successo. Forse dovrei chiederti scusa, se non sarei venuto forse non sarebbe successo niente....>>
<<Ryan ti prego, basta. Non ti devi scusare di niente. Non è colpa tua. È stata colpa mia. Conosco Christopher e dovevo immaginare cosa sarebbe successo se ti avesse trovato nella nostra stanza. Non ci ho pensato, quindi, ecco forse sono io a doverti fare delle scuse.>>
Il suo sguardo cambia di nuovo, sta pensando qualcosa di triste, così provo ad alleggerire la situazione.
<<Se non mi sbaglio avevamo detto che mi aiutavi con la ferita, ma se non vuoi posso fare sola.>> dico alzandomi e mi avvio verso il bagno. Lui è più veloce di me, mette una mano sulla porta e la blocca, sento il suo corpo dietro il mio che mi sfiora e io devo chiudere gli occhi per soffocare una strana reazione nello stomaco.
Mi volto lentamente, il suo viso è vicinissimo alla mia guancia, sento il suo alito accarezzarmi e la sensazione strana nel mio stomaco si intensifica, mi sento quasi male.
<Alexis, sono un uomo di parola! Ora tu ti siedi e fai fare a me.>> mi sussurra all'orecchio, devo allontanarmi. Ora.
<<Ok allora.>> dico andando a sedermi sul letto lontano da lui, ma non serve a molto.
Si siede sul letto vicino a me, tanto vicino che le nostre ginocchia si scontrano, mi poggia la sua mano sulla guancia e mi guarda diritto negli occhi, sono bellissimi, grandi e vivi. Muove il pollice come per farmi una piccola carezza, vorrei sottrarmi ma non riesco a muovermi.
<<Voltati, fatti guardare la ferita>> mi sussurra piano, io obbedisco.
Con delicatezza poggia un batuffolo di cotone con del disinfettante sulla ferita.
<<Ti faccio male?>> mi sussurra, è sempre più vicino e il mio battito aumenta.
<<No.. non brucia..>> sussurro anch'io. Questo è niente rispetto a quello a cui sono abituata.
Vengo salvata dal mio telefono che squilla, sono due messaggi.
Il primo da Cristopher
-Alexis, Marcel ti sta portando la tua macchina, dovrebbe arrivare tra un'oretta, a stasera. So che non sono perdonabile, ma scusami.-

Il mio pezzo mancanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora