Capitolo 31/32

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Iniziare un nuovo cammino ci spaventa, ma dopo ogni passo ci rendiamo conto di quanto fosse pericoloso rimanere fermi. Roberto Benigni.

Capitolo 31

Oggi ho il secondo incontro con la psicologa. Non ero molto d'accordo quando Ryan me l'ha detto, ma pensandoci bene dopo quello che ho passato ieri è proprio quello che mi ci vuole. Non ci sarà neanche Ryan a questo incontro. Deve lavorare e ne sono felice.

Appena parcheggio l'Audi di fronte in garage vedo Julia attraversare la strada verso casa di Ryan. E' presto sono le due del pomeriggio. Scendo e le vado incontro.

<<Salve Alexis.>>

<<Buonasera Julia, ho un appuntamento con Chloe.>> dico quasi giustificando la mia presenza.

<<Si, ti sta aspettando nel suo studio, prego accomodati.>> mi dice aprendo la porta. Vado verso il suo studio, la porta è chiusa e busso.

<<Avanti>>

<<Buonasera Chloe, sono Alexis.>> le dico chiudendomi la porta alle spalle.

<<Vieni cara, accomodati.>>

Gli giro intorno e mi siedo sul divano di fronte a lei.

Mi guarda l'occhio che si è gonfiato e diventato viola. È servito a poco l'intervento di Madison di stamattina con il fondotinta.

<<Cosa ti è successo Alexis?>> chiede, ma ha un tono di voce freddo e professionale che si scontra con i suoi occhi che sembra provino dolore e rabbia.

<<Ieri è stata una giornata abbastanza movimentata..>> le dico abbassando lo sguardo.

<<Ti va di raccontarmi cos'è successo?>> chiede speranzosa.

<<Mia suocera mi ha scoperto i lividi l'altra sera. Ieri mi ha portato a fare una visita da mia madre che è un chirurgo e gli abbiamo detto di Christopher. Dopo mi ha portato da lui in ufficio..>> mi fermo un attimo per fare un respiro profondo.

<<Lo abbiamo sorpreso con un'altra donna in atteggiamenti inequivocabili. Sua madre si è scagliata contro di lui, ma lui ha negato tutto. Ha detto che non è stato lui a picchiarmi gli sono andata vicino. Non riuscivo a credere che potesse mentire in quel modo. Gli ho dato uno schiaffo e lui ha risposto con un altro.>> dico alzando le spalle come se fosse normale.

<<Tutto questo sotto gli occhi di tua suocera?>>

<<Si.. lei gli ha urlato contro di rinnegarlo. Era fuori di se.>>

<<E poi cos'è successo? >>

<<Ho preso la macchina e sono andata a fare un giro. Avevo voglia di stare da sola.>> dico.

<<Tua madre come l'ha presa?>>

<<Era sconvolta, ci ha fatte uscire il più in fretta possibile dall'ufficio.>>

<<Beh è normale una reazione del genere, non devi rimanerci male. Da quello che mi hai raccontato ho capito che era molto affezionata a Christopher.. devi concederle del tempo per metabolizzare tutto.>> poi sospira.

<<Allora Alexis, sarò sincera con te, la tua situazione è più grave di quanto pensassi. La prima cosa che vorrei dirti, anzi, la prima cosa che voglio farti capire è che non dobbiamo nasconderci dietro un dito. Bisogna uscire allo scoperto e denunciare, è molto difficile lo so, sorge la paura di non essere creduti, di non essere creduti dalle autorità a cui si ci rivolge. Il timore che la relazione con la persona che infligge il maltrattamento peggiorino, si insinua la vergogna, la convinzione di essere la causa di quei comportamenti violenti. Il tutto ovviamente è più difficile nel rapporto di convivenza sotto lo stesso tetto. Quello che voglio dirti è che la tutela esiste ed è possibile mettere in movimento una macchina che produrrà un risultato. E spero che venendo qui hai capito cosa intendo dire. Raccontami un pò più nello specifico cosa succedeva.>> Immagini sfocate di quei momenti mi passano per la mente, vorrei cancellarli, ma so che resteranno sempre dentro di me, al mio silenzio Cloe si protende avanti e mi stringe la mano.

Il mio pezzo mancanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora