Capitolo 35/36

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Le persone dolci non sono ingenue, nè stupide, né tantomeno indifese. Anzi, sono così forti da potersi permettere di non indossare alcuna maschera. Libere di essere vulnerabili, di provare emozioni, di correre il rischio di essere felici. Marilyn Monroe.

Capitolo 35

Sono nella mia stanza con l'abito che mi ha regalato mia madre sul letto. Lo guardo, è bellissimo, semplice ma adatto alla situazione, la mia ansia sale quando il mio telefono inizia a squillare. Sono quasi tentata a non rispondere alla madre di Ryan, mi sta chiamando per avvisarmi che è andato via da casa sua. Questo vuol dire che sta arrivando a casa, appena due piani sotto la mia, deve prepararsi per il lavoro. Dovrei essere calma, è già tutto programmato, ma non so perché sia tutto così complicato nella mia mente, ho una brutta sensazione che mi aleggia in testa. La suoneria più insistente del mio iphone mi strappa dalle mie preoccupazioni.

<<Pronto?>> chiedo insicura.

<<Alexis, cara.. sono io, Cloe, volevo avvisarti che Ryan è andato via adesso. Mi ha detto che doveva fare un salto a casa e poi a lavoro.>>

<<Bene, tutto come programmato allora.>> rispondo prontamente, contenta che il piano stia funzionando.

<<Alexis, è la prima volta che vedrò il mio ex marito davanti a tutti. Questa cosa mi costerà molto, ma lo farò per mio figlio>> si blocca come se non ce la facesse a continuare e io capisco dove vuole arrivare.

<<Ci sarò io con lei, stia tranquilla, saremo lì tutti per la stessa causa, cioè vedere Ryan felice.>> sento che sta ridendo dall'altro capo del telefono.

<<Pare che stasera io sia la paziente e tu la psicologa, mia cara.>> scherza e io rido con lei.

<<Comunque, vorrei ringraziarti per tutto quello che stai facendo, mai nessuno ha fatto tanto per me e Ryan.>> Non so che dire, quindi è meglio deviare.
<<Per che ora è pronta? Si ricorda che passerò io a prenderla vero?>>
<<Certo cara, massimo un'ora e sarò presentabile>> annuisco anche se non può vedermi.
<Sarò lì tra un ora allora, a dopo.>> Chiudo il telefono e il rumore dei tacchi sul parquet mi fa voltare verso la porta, è Maddy.
<<Ancora non sei pronta??>> mi chiede sbalordita entrando nella stanza già preparata per la serata. Ha un semplice abito nero con balze avanti, decolté nere e un cappottino corto rosso abbinato al rossetto e alla rosa che ha tra i capelli, è perfetta.
<<Scusa, era la madre di Ryan, dice che sarà pronta tra un ora, ma calcolando il traffico dovrei partire subito.>> dico mettendomi le mani tra i capelli. Guardo il mio aspetto e capisco che non farò mai in tempo. Ryan deve essere a lavoro per le 21 stasera, e io dovrei essere lì per almeno le 20:30, calcolando che è sempre in anticipo, non farò mai in tempo.
<<So cosa stai pensando, e la risposta è si, non farai mai in tempo, perché invece di preparati te ne stai imbambolata a guardare il vestito!>> ribatte decisa, indovinando esattamente cosa sto pensando.
Mi porge il vestito, e nel giro di un quarto d'ora sono pronta, restano i capelli, vorrei lasciarli sciolti, come piacciono a Ryan, ma poi optiamo per una coda alta. Adesso la mia schiena è interamente nuda, sono certa che anche questo gli piacerà.
Ieri abbiamo deciso che questa cosa che c'è tra di noi, deve restare privata, perché creerebbe fastidi a me con il divorzio e a lui agli occhi di tutti. Già lo vedo su tutti i giornali, farebbero passare me per una che ha sempre tradito il marito, quando è il contrario e a Ryan, per il fortunato che flirta con la ex Mrs Smith. Invece sono sicura che a lui non interessa un fico secco della mia eredità o dei miei soldi come moglie dell'illustrissimo Christopher Smith.

Siamo in cucina a ripassare gli ultimi dettagli con Maddy, quando una voce alle nostre spalle attira la mia attenzione.
<<Dove vanno le signore? A una sfilata?>> Maddy sbianca di colpo, io non ho la forza di voltarmi. La sua voce mi ha immobilizzato sul posto, dovevo mettere in conto che sarebbe passato da qui. Facendomi forza mi volto con il mio sorriso finto sulle labbra.
<<A dire il vero è una cena di famiglia.>> dico cercando di giustificarmi. Piega la testa di lato e i suoi occhi sono fissi su di me. Seguo il loro movimento che mi squadrano dalla testa ai piedi.
<<Voi andate a una cena di famiglia, vestite così?>>
<<Perché?>> dico da finta ingenua. Lui mi si avvicina e io smetto di respirare, mette una mano sulla mia schiena nuda e un brivido mi scorre in tutto il corpo.
<<Perché.. Sei bellissima..>> dice baciandomi il collo. Non ho raccontato tutti i dettagli di noi a Maddy, è un po' imbarazzante davanti a lei.
<<Tu non dovresti essere a lavoro?>> dico per deviare il discorso, scostandomi leggermente.
<<Sono passato a salutarti prima di andare, sono molto in anticipo, vuoi farmi compagnia?>> sono in estasi, non riesco a rispondere. Maddy lo fa al mio posto.
<<Romeo più tardi, a differenza tua, noi siamo molto in ritardo.>> e mi lancia uno sguardo, che vuol dire liberati-di-lui-adesso.
<<E' vero, a mia madre non piace aspettare, per non parlare dei parenti di Maddy..>> la butto giù tutto ad un fiato. Per la verità è una grossa cretinata, visto che da quando la famiglia di Maddy ha scoperto di Stella, mi stanno alla larga, ed è meglio così. Il padre ha cercato di farmi le sue scuse, ha preso provvedimenti anche per la figlia. Ma Maddy è irremovibile, dice che se si avvicinano a me andrà contro di loro, come già ha fatto del resto. Io amo i miei genitori, ma se facessero del male a Maddy, io non so come potrebbero sopravvivere alla mia ira. Il fatto sconcertante che Maddy non riesce a mandar giù è che sua madre difenda Stella. Ad ogni modo, io non voglio più pensare a quello, il processo è vicino, voglio solo uscirne e ritornare a vivere.
<<Bè allora dovrò trovarmi altro da fare, forse vado a lavoro prima..>>
<<No!! Cioè non andare.. è il tuo compleanno Ryan, non devi.. che so.. Dcartare i regali? Andare a trovare qualcuno?..>> rispondo con troppa foga, tanto che mi guarda interrogativo e Maddy scuote la testa rassegnata. Vado avanti così a sparare cavolate fino a quando Omar mi salva entrando nella cucina anche lui.
<<Oppure, venire con il tuo migliore amico a fare una commissione?>> quando Ryan si volta verso di lui, io e Maddy facciamo un sospiro di sollievo.
<<Dove vai conciato così?>> chiede a Omar, ridendo. Indossa un jeans scuro con una camicia bianca e una giacca elegante sopra. Sta benissimo anche lui.
<<Accompagno Maddy e Alexis.>> Ryan si volta verso di noi.
<<Che uomo fortunato.>>
Oggi è alquanto sfacciato verso di me, è come se tutte le barriere che c'erano tra di noi si fossero annullate. Sono felice di questo, anche se non siamo pronti per condividerlo con altra gente.
<<Andiamo e smettila di fare il cascamorto con Alexis.>> lo ammonisce Omar e vedendo l'espressione che fa Ryan scoppio a ridere.
<<Mi dispiace Omar, ma mi è appena venuto in mente che ho un sacco di servizi da fare a casa.. ci vediamo dopo..>>
Maddy mi dà un pizzico sul braccio, tra i denti mi bisbiglia che siamo in ritardo. Prendo la borsetta e mi incammino verso l'ascensore, Maddy e Omar sono davanti a me, appena varcano le porte mi rendo conto che Ryan non si è mosso.
<<Resti qui?>> chiedo, lui mi fa cenno con l'indice di avvicinarmi a lui, obbedisco.
<<Mi mancherai..>> dice accarezzandomi la guancia, e io chiudo gli occhi assaporando la sensazione delle sue mani su di me.
<<Dai, non fare il romanticone, domani ci vediamo.>> lui mi guarda sorpreso.
<<Ah, non stanotte?>>
Sbuffo e mi giro per andare all'ascensore, ma lui mi afferra una mano, facendomi voltare e ritrovare tra le sue braccia.
<<Allora? Stanotte?>> mi chiede insistente. Scuoto la testa.
<<Solo se ti comporti bene!>>
Piega la testa di lato e ride.
<<Sarò un angioletto.>> dice facendomi l'occhiolino. Poi cerco di liberarmi dalla sua stretta quando Maddy inizia ad urlare dall'ascensore, ma lui mi trattiene con un lungo bacio.
<<Ok, buon lavoro.>> dico correndo verso l'ascensore.
Ritorno a respirare e il mio cuore inizia a battere in modo regolare quando mi metto in macchina per andare a prendere la madre di Ryan. Mi ritorna in mente la storia del suo amore impossibile con Mr Clarkson. Stasera sarà la prima volta che saranno nella stesso posto, ma soprattutto, per la stessa persona. Arrivo davanti casa un po' in ritardo, forse per questo la trovo già sul portico che mi aspetta.
<<Ciao Alexis.>> mi dice appena entra in macchina, la saluto con un bacio sulla guancia.
<<Salve a lei, scusi per il ritardo ma Ry..>> mi blocco e mi correggo subito <<un contrattempo, mi scusi.>> lei mi posa una mano su un braccio.
<<Tranquilla, so che tra di voi c'è qualcosa, l'ho intuito da come è protettivo verso di te, ne sono contenta. Mi piaci.>> ammette senza mezzi termini.
<<Non credo che sia una cosa di cui andarne fiera.>> ribatto senza pensare.
<<Perché dici questo?>> mi chiede. Ok, il discorso sta degenerando.
<<Non credo di essere la persona adatta a vostro figlio, mi spiego meglio. Ho un sacco di problemi, un marito quasi ex, ancora non so cosa devo fare della mia vita..>> lei mi guarda come se non capisse.
<<Alex tesoro, nessuno sa esattamente cosa fare dalla propria vita, fino a quando qualcosa cambia e allora ti è tutto più chiaro. Io in te quel quadro lo vedo chiaro e so che anche tu ne sei convinta, solo che hai paura di buttarti. Questo deriva dal tuo passato, e per questo te lo concedo, ma non ignorare il tuo cuore.>> Dopo questo, resto senza parole, non posso fare niente se non annuire.

Il mio pezzo mancanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora