19.

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Thomas rimase fermo in quella posizione per qualche secondo, con gli occhi sgranati e le lacrime che scendevano da sole. Gli tremava il corpo mentre osservava gli occhi verde bosco della persona che più amava al mondo continuare a fissarlo come fosse la cosa più preziosa del mondo.

«Sì» disse impercettibilmente, chinandosi poi verso il suo uomo per incollare le labbra sulle sue. Ronald ne approfittò per stringerlo a sé, portandogli entrambe le mani sulla nuca e muovendole leggermente tra i biondi capelli del suo amato che, con un gesto veloce, gli fu subito sopra. Si baciarono con passione tra ansiti e gemiti, preludio di un rapporto che li avrebbe uniti come solo due persone che si amano possono fare. Erano già nudi, per cui entrambi potevano sentire l'evidente reazione che quei contatti scaturivano e non passò molto prima che Thomas, con enfasi, si lasciasse riempire dal suo uomo, muovendosi sopra di lui lentamente, mentre con entrambe le mani gli teneva il volto, guardandolo con ancora gli occhi liquidi, colmi di tutti i sentimenti che provava per lui.

**

Thomas si svegliò ancora dolorante dopo l'amplesso concluso qualche ora prima. Si mosse nel letto, ancora attorcigliato al corpo possente del suo uomo, stiracchiandosi i muscoli e sbadigliando visibilmente, ma Ronald continuava a dormire, imperterrito. Quella mattina non sarebbero andati al lavoro perchè, dopo l'affare concluso con la Stein Corp, Stevenson Senior aveva dato il permesso, ad entrambi, di prendere quantomeno la mattinata libera. Ciò diede la possibilità ai due di fare l'amore per gran parte della notte e Thomas ne approfittò anche per preparare una colazione a sorpresa al suo fidanzato. Thomas era emozionato di poterlo chiamare finalmente così. Ancora non c'era alcun anello, ma solo una proposta che già da sola, però, bastava al biondino per renderlo l'uomo più felice sulla terra.

Una cosa su cui però Thomas continuava a riflettere, era la domanda senza risposta lasciata in sospeso da Ronald con la sua improvvisa proposta di matrimonio. Thomas, nonostante la felicità, continuava a domandarsi perchè il suo uomo avesse evaso così la domanda. Si mise comunque ai fornelli, tra un pensiero e un altro, rompendo qualche uovo e friggendolo insieme a delle strisce di bacon, tostò qualche fetta di pane e mise tutto su un vassoio con un paio di bicchieri di succo d'arancia. Proprio quando stava dirigendosi verso la camera da letto per svegliare Ronald, Thomas sentì qualcosa suonare. Evidentemente era un cellulare, quello di Ronald, vista la suoneria. Si avvicinò svelto per non rovinare la sorpresa al suo uomo, e iniziò a cercare nelle tasche della giacca, ancora stravaccata sul divano dalla sera prima.

Il cellulare nel frattempo smise di suonare ma Thomas aveva lo aveva già in mano, solo che non era l'Iphone di Ronald, bensì un altro modello, molto più obsoleto, nero, mai visto prima. Il biondino premette un tasto a caso illuminando lo schermo dallo sfondo basic, seguì le istruzioni per sbloccare la tastiera e gli diede un'occhiata: non c'erano foto, neanche chiamate, ma la cartella dei messaggi ne segnava più di cento. Cliccò su questa, con il cuore che gli batteva talmente forte, da poterlo sentire nelle orecchie, mentre il respiro gli si faceva sempre più pesante. L'incubo di Thomas prese vita attraverso lo schermo: centinaia di messaggi tra lui e l'Ammiratore erano ben visibili, tra cui l'ultimo "Scusa, sono stato impegnato. Cos'è successo?", preceduto da "Sono a pranzo con quell'idiota del mio compagno", solo che il compagno era proprio lui.

Thomas sentì le forze abbandonarlo, il vassoio cadde a terra emettendo un rumore fortissimo a causa delle posate in metallo che caddero a terra insieme ai cocci di vetro dei bicchieri e dei piatti. Iniziò a singhiozzare, emettendo versi strozzati. La forze lo abbandonarono sempre più e le gambe si fecero molli, facendolo cadere a terra con ancora, tra le mani, l'oggetto che gli aveva appena cambiato la vita.

Si sentirono dei passi pesanti correre per il corridoio verso di lui.

«Amore mio! Che succe-» Ronald rimase immobile con lo sguardo puntato sul cellulare nero tra le mani di Thomas che, con lo sguardo perso, gli occhi rossi colmi di lacrime che gli avevano impregnato tutto il viso, era inginocchiato a terra tra un mucchio di porcellana, vetro e resti di una colazione mai gustata.

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