Ronald Stevenson era un uomo tutto d'un pezzo. Durante la sua vita ne aveva passate tante, troppe, perchè ogni cosa non lo cambiasse rendendolo quello che era. Sin da subito aveva capito che sarebbe cresciuto con grandi responsabilità sulle spalle. La sua non era una famiglia normale, una di quelle che ti porta al parco il sabato pomeriggio per fare qualche tiro con la mazza da baseball o che si riunisce la domenica a casa dei nonni. Era una famiglia ligia alle regole.
Randy Stevenson, il nonno, non ammetteva errori, sapeva quando, come e perchè dovessero essere fatte le cose e nessuno poteva opporsi.
Sua madre, però, non gli aveva mai fatto mancare l'affetto, forse perchè proveniva da una famiglia più "normale", seppur molto ricca anche quella. Ma quando aveva quattordici anni perse anche lei, l'unico appiglio che forse gli rimaneva, l'unica che gli avrebbe consentito di poter prendere delle decisioni liberamente, in una famiglia dove tutto già è deciso, calcolato fino al minimo dettaglio.
Per questo, a sedici anni, con la morte del nonno e con la conseguente eredità del patrimonio, esclusa la Stevenson, già posseduta dallo zio, decise che, se avesse dovuto per forza seguire le orme della famiglia, almeno l'avrebbe fatto a modo suo, quindi non come amministratore delegato, bensì come responsabile del marketing, unica sua passione in quel mucchio di roba. Ma a diciott'anni era riuscito a fuggire. Subito dopo il diploma, con un po' di soldi in tasca, aveva preso uno zaino e il primo aereo per l'Italia, rifugiandosi per quasi due anni, il periodo più bello della sua vita, prima di incontrare Thomas.
Ronald non era mai stato innamorato. Aveva avuto tante ragazze in gioventù, per via del suo aspetto fisico e della sua posizione sociale. In Italia aveva conosciuto Francesca, una splendida toscana che gli aveva fatto perdere la testa, ma non così tanto da seguirla fino a Firenze quando lei dovette tornare a casa.
Al College, le donne che gli si lanciavano addosso erano tante, talvolta ne approfittava, altre, semplicemente, le rifiutava, preso in giro dai suoi colleghi. Al secondo anno della Columbia, aveva conosciuto Roman Laichowski, un altro uomo deciso, che proveniva da una situazione simile alla sua, da una famiglia che sapeva quello che voleva da lui. Così divennero molto amici, tanto da essere ritenuti i Golden Boys dell'Università e, una volta laureati, Ronald aveva presentato Roman a suo zio, così da farlo divenire il suo braccio destro. Ronald ne aveva approfittato per diventare marketing manager, il ruolo che più gli si addiceva in una società che portava il suo cognome ma che non gli apparteneva affatto. Quando ne ebbe la possibilità, con il primo stipendio, fece arrivare le uniche persone che considerava davvero famiglia: Mario e Lucia. Aveva fatto tanto per loro e ci sarebbe sempre stato, come loro l'avevano considerato figlio anni prima quando, ancora giovanissimo, si presentò nel loro ristorante perchè "voleva imparare".
Ronald aveva pensato addirittura di avere una qualche disfunzione affettiva. Forse non provava niente per nessuno per via del suo passato, per la morte dei genitori.
Poi, un giorno come un altro, era salito al piano sopra quello del suo ufficio per cercare Stacy, la sua assistente divenuta anche cara amica. L'unica donna che non aveva mai avuto un secondo fine, che non lo desiderasse. Con il suo sguardo gentile, la battuta sempre pronta e la puntualità nel lavoro, aveva ottenuto un posto ella vita di Ronald in maniera quasi automatica. Ma Stacy non voleva lavorare per una grande azienda, ma seguire gli adolescenti nel periodo più difficile della loro esistenza e insegnare loro ciò che aveva imparato con gli anni.
Così Ronald, in un giorno come un altro, era salito al piano di sopra per cercare Stacy, ma aveva trovato l'uomo che gli avrebbe cambiato la vita.
Gli occhi color del cielo, le labbra carnose, i capelli biondo grano, incontrollabili, come la sua personalità. Il corpo flessuoso, le gambe lunghe e la sicurezza di chi sa rimetterti al tuo posto senza il minimo sforzo. Thomas Taw era entrato nel cuore di Ronald come una freccia scoccata da Cupido e l'uomo dagli occhi verdi se n'era accorto gradualmente, nonostante avesse tutti i segnali davanti.

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Glasses Love
Roman d'amourTratto dal capitolo 1: "Quando le porte dell'ascensore si aprirono, Thomas avvertì un forte magnetismo che gli fece alzare lo sguardo. Una potente scarica gli attraversò il corpo e, come catturato, si ritrovò ad osservare un uomo alto, sui trentacin...