«Sì mamma, lo so. D'accordo, ciao»
«Ehi, era tua madre?» domandò Ronald stranito. Sapeva che il suo ragazzo raramente avesse contatti con la madre.
«Sì, vuole che mi faccia vivo» rispose laconico il biondino.
«Prima o poi dovrai andare a trovarle. Lo so che ti mancano, amore»
«Lo so, hai ragione. Ma...non so come fare»
Ronald sorrise: «Me ne vuoi parlare?»
Thomas lo fissò qualche secondo: «Non l'ho mai detto a nessuno.»
«Lo sai che di me puoi fidarti. Non avere fretta, se vuoi parlarmene io sono tutt'orecchi»
Il biondino prese un respiro, strinse la mano al suo compagno e lo portò con sé verso il divano, sedendosi sopra le sue gambe.
«Quando andavo al primo anno di college, avevo conosciuto questo ragazzo, Jeffrey. Pensavo di essermi innamorato, ma in realtà era soltanto l'infatuazione della prima "storia seria", o almeno credevo lo fosse. Insomma, ero convinto di amarlo, quindi un giorno sono andato a casa dei miei. Prima andavo il più spesso possibile perchè a mio padre avevano dato pochi mesi di vita, quindi ogni weekend tornavo a Brooklyn. Circa due settimane prima che mio padre morisse, sono andato in camera da lui e, convinto che stesse dormendo gli ho detto tutto: di essere gay, di amare un altro uomo e che speravo che, magari in un'altra vita, avrebbe capito, mi avrebbe accettato. Ma non fu così perchè quando gli occhi di mio padre si aprirono erano rossi come il sangue. Non poteva parlare perchè aveva il tubo per l'alimentazione, ma fece un gesto con la mano. Mi segnò la porta, mi stava dicendo di andare via» Thomas portò lo sguardo sulle sue mani intrecciate con quelle di Ronald «Mi ha cacciato, due settimane prima di morire. Non dimenticherò mai quello sguardo, non solo perchè è stata l'ultima volta che ho visto i suoi occhi, ma anche perchè so che, se avesse potuto parlare, mi avrebbe fatto molto male. Era furioso. Non mi aveva accettato»
«Oh piccolo mio...» Ronald strinse il biondino riempendolo di baci sul viso.
«Ti amo così tanto, Ron» mormorò con il viso infilato nell'incavo del collo del suo ragazzo.
«Tua madre non lo sa?»
«Non sa niente. Né di questa storia né di me, e ho paura che possa reagire come mio padre. Dopo quel giorno sono tornato solo per il funerale.»
«E se non reagisse così? Pensaci, è tua madre, al massimo continuerai a non vederla. Ma io penso che dovresti provarci. Cos'hai da perdere? Se non dovesse accettarti sarebbe lei a perderci. E' impossibile non amarti, Thomas. Dalle una possibilità»
Thomas fissò il suo compagno con gli occhi liquidi.
«Andiamoci. Domani. Voglio farle conoscere l'uomo che amo. E' arrivato il momento» rispose poi, tutto d'un fiato.
Ronald gli strinse la mano: «Se è quello che desideri, non posso che sostenerti»
«Sì, è quello che desidero. E' quello che sono»
**
Quando il giorno successivo, la coppia arrivò a Brooklyn davanti alla villetta dove Thomas era nato e cresciuto, era come se il tempo si fosse fermato. Thomas vedeva, come una serie di flashback, le immagini della sua vita passata all'interno di quella casa: quando giocava nel giardino sul retro con suo padre, le giornate d'estate nella piscina smontabile, la torta alle mele che sua madre faceva ogni domenica. Ricordò anche la nascita di sua sorella Jenny, di tutte le volte che giocarono insieme al parco alla fine della strada. Ma insieme ai bei ricordi arrivarono anche quelli brutti e così Thomas ricordò la consapevolezza, a soli tredici anni, di essere omosessuale, ricordò quanto fosse brutto essere innamorato del suo compagno di classe che, ovviamente, non lo degnava di uno sguardo e infine, la malattia di suo padre, tutto quello che aveva passato e sopportato durante la fine della vita dell'uomo che avrebbe dovuto amarlo sempre e comunque e lo sguardo di quest'ultimo quando, finalmente, Thomas, era stato in grado, seppur inconsciamente, di ammettere la sua vera natura.

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Glasses Love
RomanceTratto dal capitolo 1: "Quando le porte dell'ascensore si aprirono, Thomas avvertì un forte magnetismo che gli fece alzare lo sguardo. Una potente scarica gli attraversò il corpo e, come catturato, si ritrovò ad osservare un uomo alto, sui trentacin...