17.

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Ronald fu svegliato da un raggio di luce, proveniente dalla finestra, che gli puntava dritto sugli occhi. "Strano", pensò, a casa sua le finestre si oscuravano automaticamente ad un certo orario, per aprirsi solo quando lui decideva dovessero farlo. Aprì gli occhi, sbattendoli un paio di volte prima di riuscire a guardarsi intorno e notare di non essere nella sua camera da letto. Sentiva qualcosa di pesante addosso, come un braccio, e qualcosa di lungo e pesante era attorcigliato alla sua gamba destra. Provò a muovere il braccio, ma questo era bloccato da un peso notevole. Sentiva un respiro sul collo e, quando provò a voltarsi, un mugolio di fastidio giunse nel suo orecchio. Ronald ricordò tutto in un lampo: aveva passato la notte con Thomas, avevano fatto l'amore più e più volte, finchè stanchi come non mai, si erano addormentati l'uno nelle braccia dell'altro. Ronald non aveva mai dormito con nessuno. Tutte le donne con cui era stato, gentilmente, venivano cacciate via alla fine dell'amplesso. Con Thomas invece, voleva dormire. Voleva stringerlo e sentirne l'odore tra le lenzuola e soprattutto, voleva svegliarcisi accanto, proprio come adesso. Sorrise, guardando il volto rilassato del suo compagno e iniziò a carezzargli i capelli con la mano libera, per svegliarlo. Oggi sarebbe stato il primo giorno di lavoro insieme, come coppia.

«Rimnmo csì pr smpr» farfugliò Thomas, infilando poi la faccia nell'incavo del collo del suo compagno.

«Farò il possibile per avverare il tuo sogno, ma dobbiamo andare al lavoro» sussurrò dolcemente Ronald, iniziando a baciare Thomas lungo la schiena «prima però...voglio prendermi cura di te» concluse, tra un bacio e un altro, sfilando le coperte dal corpo del suo amante.

«Hai il mio permesso» sorrise Thomas, voltandosi verso il più grande.

I due ricominciarono a baciarsi con passione, come del resto avevano fatto il giorno prima e tutta la notte appena passata. Le loro mani ripresero a toccarsi, scoprirsi e i loro corpi si unirono ancora una volta. Nella stanza si potevano udire i suoni inconfondibili di due persone intente a darsi piacere reciproco e, Ronald, con gli occhi fissi in quelli del biondino che gli aveva conquistato il cuore, iniziò a muoversi più velocemente, finchè sentì un liquido caldo tra i corpi di entrambi che gli diede la spinta per riempire il suo compagno.

Un'ora dopo, entrambi scesero dall'appartamento di Thomas per entrare nella DBS di Ronald e dirigersi verso l'attico. Thomas, essendo a casa sua, aveva avuto la possibilità di cambiarsi per il lavoro ma, il più grande, reduce da ventiquattro ore di sesso in un appartamento non suo, aveva ancora i vestiti del giorno prima.

Quando Thomas mise piede nella casa di Ronald, rimase sconvolto guardando il disastro che aveva intorno: la tazza gialla che tanto amava, era a terra in un agglomerato di pezzi di porcellana. C'erano dei fogli di carta strappati che creavano una scia che portava, a quanto pare, alla sala con la libreria e quando Thomas vi mise piede dentro, notò un paio di libri, spalancati, sul tappeto, e riconobbe quello dalle pagine strappate. Era il testo di cucina, che qualche giorno prima Thomas aveva sfogliato con curiosità. Thomas non andò oltre, perchè sapeva che, se si fosse mosso anche in altre stanze, avrebbe trovato altri disastri. Sapeva che erano tutti oggetti che, in qualche modo gli erano appartenuti e, nonostante tutto, quella visione gli scaldò il cuore, perchè era la prova di quanto, l'uomo che amava, avesse sofferto con lui.

«Mi sa che devo dare una sistemata» la voce roca di Ronald gli arrivò alle spalle. Thomas si voltò, guardò negli occhi verde bosco che tanto lo avevano catturato sin dalla prima volta e si avvicinò a passo spedito per abbracciare il suo uomo.

«Ti amo Ronald, ti amo da morire» gli sussurrò all'orecchio.

Ronald lo strinse forte e gli diede un bacio proprio sulla pelle sottile sotto l'orecchio.

«Vado a cambiarmi e andiamo», disse poi.

Thomas raccolse tutto ciò che trovò. Per la tazza e l'Ipod non c'era più nulla da fare, ormai erano in mille pezzi e quindi da buttare. Prese le pagine ancora comprensibili, e le infilò dentro il libro per poi chiuderlo e inserirlo nuovamente, insieme agli altri testi, nella libreria. Andò nella camera da letto di Ronald, e sistemò i tanti vestiti che trovò un po' ovunque.

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