(Nell'immagine: Ronald Stevenson)
Quando alle nove del giorno dopo Thomas arrivò in ufficio, ebbe solo il tempo di posare la tracolla e rispondere al telefono un paio di volte prima di scendere da Stevenson. Il cuore gli batteva a mille ma fortunatamente Becky aveva insistito per farlo apparire "sexy a tutti i costi" attraverso un outfit composto da un pantalone nero abbastanza aderente, un maglioncino grigio chiaro e una maglia bianca che si intravedeva sotto. Casual ma serio. Niente a che vedere con i perfetti capi d'alta sartoria del suo capo, ma si sentiva a suo agio e ciò lo portò con maggiore consapevolezza verso la tana del lupo.
Il 78esimo piano era molto simile a quello in cui si trovava il suo cubicolo. Ampi spazi con vetrate trasparenti dividevano gli uffici e, a parte le segretarie, non c'era nulla di diverso. Thomas si avvicinò a una ragazza bionda con qualche lentiggine sul viso e sguardo serio mantenuto da due grandi occhi scuri: la segretaria di Stevenson.
«sei la nuova Stacy?» gli domandò
«Ehm sì, Thomas, piacere»
«Carla. Ronald ti aspetta, entra pure» non un sorriso nè una stretta di mano. Sembrava stesse più analizzando il suo aspetto, ma Thomas non ci fece caso più di tanto.
L'ufficio di Ronald Stevenson era ampio, luminoso, circondato da librerie stracolme di testi e con una splendida vista sul Central Park dietro una scrivania in mogano abbastanza larga da sdraiarcisi sopra. Quando entrò lo trovò di spalle che parlava al cellulare. Rimase sulla soglia chiudendosi la porta alle spalle e notò subito una parete con una lavagna magnetica piena di numeri sopra alla sua destra. Ronald si voltò rivelandosi ancora più bello di come Thomas lo ricordava. L'abito sartoriale era scuro, quasi nero, la giacca era posata sulla spalliera della poltrona e le maniche della sua camicia erano risvoltate mostrando avambracci forti e venosi. Thomas ricominciò a sudare ed era di nuovo eccitato.
«D'accordo Signor Sterne, ci sentiamo domani, risolveremo sicuramente la questione. Arrivederci» Ronald chiuse la telefonata con la sua voce profonda, lanciando poi l'Iphone sui documenti sparsi per la scrivania e alzando lo sguardo sul giovane mentre si passava una mano tra i capelli perfettamente tagliati.
Diede un'occhiata all'orologio e poi fece un piccolo sorrisino. «Puntualissimo. Bene. Accomodati» fece un gesto con la mano e poi si sedette sulla poltrona in pelle invecchiata marrone, dietro la scrivania.
«Ho letto il tuo curriculum. Laurea alla NYU, nessuna esperienza lavorativa, o almeno non in quest'ambito. Cosa ti fa credere di essere in grado di fare un lavoro del genere?»
Ronald andava senz'altro dritto al punto.
"COSA?! ODDIO CHE STRONZO!" pensò immediatamente Thomas, rimanendo interdetto per qualche secondo.
«Signor Stevenson, è vero, non ho alcuna esperienza e come vede non lo nascondo, ma le assicuro che sono perfettamente in grado di svolgere il mio lavoro» rispose serio.
Si fissarono per qualche secondo, Thomas non sapeva come interpretare quell'attacco, ma riuscì a sostenere lo sguardo del suo capo. "Vuoi sfidarmi? Accomodati", pensò il biondino.
Dopo qualche secondo Stevenson prese un fascicolo alto almeno dieci centimetri e lo lanciò davanti a Thomas.
«Trova l'errore. Hai...venti minuti. Devo fare un paio di chiamate. A tra poco.» Prese la giacca, la indossò e uscì lasciando Thomas solo nel suo ufficio con in mano circa mille pagine di fascicolo.
Ronald Stevenson amava il suo lavoro. Tutto ciò che ha ottenuto nella sua carriera lo aveva guadagnato con sangue e sudore, soprattutto perchè, come nipote di Randy Stevenson, odiava che si pensasse fosse solo un ricco ereditiere nullafacente. Ecco perchè non amava chi otteneva con facilità qualcosa. Per lui Thomas Taw, era un giovane scansafatiche che aveva lavorato in un bar per non prendersi delle responsabilità e il fatto che Stacy lo avesse scelto al posto suo, solo perchè era amata da tutti in azienda, lo fece ribollire di rabbia. Thomas Taw voleva questo lavoro? Beh, allora avrebbe dovuto guadagnarselo.

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Glasses Love
RomantizmTratto dal capitolo 1: "Quando le porte dell'ascensore si aprirono, Thomas avvertì un forte magnetismo che gli fece alzare lo sguardo. Una potente scarica gli attraversò il corpo e, come catturato, si ritrovò ad osservare un uomo alto, sui trentacin...