Le mani di Margò tremavano ancora e per quanto cercasse di nasconderlo gli occhi attenti del fratello l'avevano notato. Le fissava le dita, mordendosi preoccupato il labbro inferiore. Lui l'aveva sempre aiutata, ogni volta che aveva un incubo le portava un bicchiere d'acqua ghiacciata, si metteva nel letto di lei e le raccontava della sua giornata, per distrarla. Conosceva ogni tremore delle sottili mani della ragazza, ogni ruga di preoccupazione attorno gli occhi.
-Mamma io e Margò andiamo in terrazza.- disse prendendo la sorella per un polso. Uscirono dall'appartamento, salendo le ripide scale che avrebbero portato a quello che Margò e Michele chiamavano "il posto".
-Che c'è?- chiese lei spaesata. Di solito andavano li per confidarsi o semplicemente per fumare una sigaretta. Come se le avesse letto nel pensiero Michele tirò fuori dalla tasca un pacchetto di marlboro light, porgendogliene una. Dopo che entrambi ebbero fatto il primo tiro lui parlò.
-Perché non mi hai chiamato appena è successo?- i suoi occhi erano rivolti verso il cielo.
-Non volevo farti preoccupare, tutto qua.- lei scrollò le spalle, cercando di sembrare il più naturale possibile.
-Dovevi chiamarmi e dirmelo, la prossima volta che accadrà, se accadrà, voglio essere il primo a saperlo.-
-Mic non ti comportare come se fossi papà.- disse lei alzando gli occhi al cielo.
-Non capisci proprio un cazzo.- lui fece un lungo tiro dalla sigaretta, prima di lanciarla dal balcone. -Mi preoccupo solo per te.- lei gli sorrise, avvicinandosi per abbracciarlo.
-Scusa è che sono un po' stordita.-
-Quante ne hai prese?- chiese lui sedendosi a terra. Lei lo imitò poco dopo.
-Mmh tre.-
-Dovresti prenderne massimo due Margò, lo sai.- il suo tono era dolce e severo allo stesso tempo.
-Lo so , lo so, è che mi sono spaventata e le ho prese senza pensarci.-
-Eri con lui vero?-
-Si...- disse Margò arrossendo. -Quando sono con lui smetto di tremare.- disse sorridendo, guardandosi le mani.
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Quella notte Margò dormi in camera del fratello. Alle quattro di notte lei si era svegliata urlando, lui le aveva portato l'acqua, poi si erano sdraiati sotto il leggero lenzuolo e lei si era riaddormentata, cullata dalla voce di lui.
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-Non voglio farla preoccupare.-
-Dovrebbe saperlo Margò.-
-Se continua prometto che gliene parlo, per ora non voglio farla preoccupare.-
Per Carola vedere sua figlia svegliarsi ogni notte per un incubo fu difficile. Voleva aiutarla ma non sapeva come, lei non era brava in queste cose, suo marito... Beh lui lo era eccome. Sapeva sempre cosa fare, in ogni situazione. Margò ricordò quando da piccola si era tagliata con le forbici. "Non potrò più usare questa mano." Aveva detto al padre, in lacrime. "Ne hai sempre un'altra." Disse lui sorridendo. E grazie a lui Margò era cresciuta con la ferrea convinzione che per ogni problema corrispondeva una soluzione.
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Genn si era appena steso sul divano dopo aver passato la giornata in giro che bussarono alla porta. Sbuffando si alzò per andare ad aprire.
-Alex?- chiese sorpreso vedendo l'amico alla porta.
-E Anto.- disse Antonello superando Alex.
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Give me love - Genn Butch
Fanfiction-Appunto, non sono quello che fa per te, non sono quello che cerchi.- Genn si mise le mani nelle tasche, il suo sguardo era pieno di dolore e odio per se stesso. -Genn tu sei esattamente tutto ciò che ho sempre cercato e questo non è poco! Non è da...