-Esprimi un desiderio Margò!- le urlò ridendo Milena, pronta a scattare una fotografia con la polaroid bianca. Per un secondo la stanza si annebbiò e Margò ebbe la sensazione di essere finita dentro una bolla, intorno a lei ragazzi e ragazze urlavano e ridevano ed istintivamente cercò un paio di occhi azzurri. Ripensò alla "sigaretta del desiderio", give me love , dammi amore. Chiuse gli occhi e sentì le mani calde di Genn sui suoi fianchi, risentì i suoi baci, le sue carezze, le sue risate. Ripensò alla canzone che lui ed Alex avevano scritto, i wish we could repeat it again, lo sussurrò piano alle diciotto candeline, quasi fosse un segreto che poteva confessare solo a loro. -Ti amo, spero che potremo ripeterlo di nuovo.- e le candeline tremolarono per poi spegnersi subito dopo, lasciando la stanza al buio tranne per il flash della macchinetta fotografica.
*****
-Mamma io esco con Milena!- urlò Margó dalla porta. Uscì in strada e si allacciò il giacchetto nero, il freddo di marzo la travolse, scompigliandole i capelli che ormai le arrivavano a metà schiena. La macchina di Milena era parcheggiata pochi metri più avanti. Aprì lo sportello e fece un sorriso tirato all'amica. -Non ti ha chiamata eh?- disse lei mettendo in moto. -Me l'aspettavo Mi.- ed era vero, però questo non le evitò di rimanerci male, male davvero. Ma d'altronde cosa poteva aspettarsi? Neanche lei lo aveva chiamato quando, il mese prima, aveva compiuto ventun anni. Cosa avrebbe potuto dirgli? "Ciao Genn, non ci sentiamo da quasi sei mesi, però auguri e buona vita." No. Meglio così. Scacciò via quei pensieri e fece per dire qualcosa all'amica quando questa la anticipò. -Sai che sono tornati vero?- quella frase su Margò ebbe l'impatto di uno schiaffo, ma che dico, la sensazione di panico che la pervase si avvicinava di più o ciò che poteva provare un paracadutista che si accorge troppo tardi di avere il paracadute rotto. -Alex ti ha chiamata?- chiese la bionda con voce tremante. -No in realtà ho sentito una ragazzina urlare per strada con altre tre ragazze. "Gli urban strangers torneranno a Somma!", non te l'ho detto subito perché non volevo rovinarti il compleanno.- disse mordendosi un'unghia. Troppo tardi , già fatto, pensò Margò. -Tranquilla sto bene.- stava bene? Non lo sapeva più nemmeno lei.******
-Perché ci siamo fermate qui?- la bionda si guardò intorno, non notando nulla di interessante nei paraggi. -Mi pare ovvio, è il momento di comprare legalmente un paio di sigarette.- Margò scoppiò a ridere e prendendo i cinque euro che le stava offrendo l'amica scese dall'auto ed entrò nel piccolo negozio. -Camel blu da venti grazie.- disse fiera di se, mostrando il documento. Alla radio proprio in quel momento partì Runaway, ormai la passavano ovunque. Prese di fretta il resto ed uscì, lasciandosi la bella e dolorosa melodia alle spalle. -La puzza rimarrà a vita, me lo sento.- disse la mora, dopo che Margò si fu accesa una sigaretta. -Dove andiamo ora?- chiese Milena mettendo in moto. -Ho fame, prendiamo il Mc e portiamolo via.- -Via dove?- la mora guardo Margò curiosa, poi riprese a guardare la strada non ricevendo risposta.******
Seguendo le indicazioni di Margò, Milena parcheggiò l'auto ai piedi di una collina. Presero le buste contenti il cibo e scesero. La bionda la condusse nel punto più alto, da lì si vedeva tutta la città. -Wow Margò è stupendo.-
-Me lo ha fatto scoprire lui un pomeriggio.- disse sorridendo. Si ricordava perfettamente di come lui l'aveva condotta li su, erano rimasti stesi a terra a fissare le stelle e a parlare. È come le succedeva ogni volta che penava a Genn, scosse la testa per scacciare i pensieri e si sedette accanto all'amica che riuscì a distrarla un po'.*****
-No Mi, non mi va di andare al centro commerciale.- si lamentò la bionda, infilandosi meglio il cappellino di lana. -Da quanto non compri un paio di pantaloni nuovi?- chiese Milena, con l'aria di chi la sa lunga, in risposta ricevette uno sbuffo. Entrarono nella struttura e l'aria calda le sciolse i muscoli, rilassandola. Guardò l'ora, erano quasi le sette. Quella giornata era volata. Entrano in vari negozi, Milena la costrinse a provare un'infinità di abiti bellissimi che poi pagò con la sua carta. -Non dovevi.- -Dovevo eccome.- e poi si abbracciarono e per pochi secondi il vuoto nel suo letto si riempì. Erano le otto ormai e il centro commerciale pullulava di ragazze sorridenti, chi piangeva, chi urlava continuando a tirare la maglia del papà. -Papà li ho abbracciati! Papà non capisci! - Milena guardò Margò che in risposta scosse le spalle. -Lo sai Mi, la gente è un po' fuori.- e scoppiarono a ridere entrambe, salendo sulle scale mobili per andare a mangiare qualcosa di poco salutare. Appena misero piede al terzo piano una schiera di ragazze le travolse, una leggera musica veniva riprodotta da delle casse e li, poco più avanti Genn e Alex erano sul palco, sorridevano. -Grazie a tutti per essere venuti qui, spero vi abbia fatto piacere, a noi moltissimo.- disse Alex. Genn si guardava intorno, salutando le fan che lo salutavano, fin quando non incontrò lo sguardo di lei. Per un attimo semplicemente si fissarono, finché lei non si portò una mano sulla bocca e lui dischiuse la sua, facendo cadere a terra il microfono. -Non ci credo.- sussurrò Margò, incapace di muovere un solo muscolo. La "conduttrice" salì sul palco e raccogliendo il microfono del biondo sorrise. -Beh evidentemente i ragazzi devono essere molto stanchi, fate un ultimo saluto agli urban strangers!- le ragazze ancora presenti urlarono il loro amore e poi lentamente sparirono al piano di sotto. Genn disse qualcosa ad Alex e si allontanò, uscendo dalla sala. Il moro scese e si avvicinò alla bionda che gli saltò addosso abbracciandolo. Non dissero nulla, non serviva. -Genn è andato a fumare una sigaretta, sicuramente vederti l'ha un po' scosso... Perché non lo raggiungi?- Margò deglutì e si allontanò, seguendo la strada fatta poco prima da Genn. Aprì la porta antipanico che si affacciava su un'area aperta e andò a sbattere contro qualcuno, l'inconfondibile odore di coccolino le fece venire gli occhi lucidi. -beh, visto che mi hai appena spappolato la milza come minimo mi dai il tuo numero.- disse il biondo con un sorriso triste, ripetendo le stesse parole che le aveva detto la prima volta che si erano parlati. -Auguri biondina.- e li lei non ce la fece più, si gettò completamente fra le braccia di lui, che le baciò la testa e la strinse più forte. -Abbiamo una cosa da fare.- frugò nella borsa e mostrò a Genn la sigaretta che mesi prima lui le aveva dato. -Dovevamo fumarla insieme, non l'abbiamo più fatto.- lui la guardò incredulo. -La porti sempre con te?- lei abbassò lo sguardo imbarazzata, ma lui le alzò il viso. -Te l'ho già detto una volta biondina, non devi vergognarti di nulla quando sei con me. Che ne dici di riprovare?- -Riprovare?- a Margò tremava il cuore. -Già, piacere signorina, sono Genn, vedo che ha una sigaretta, sarebbe così gentile da fumarla con me?- lei non poté fare a meno di ridere, sentendo una lacrima scenderle dall'occhio. -Piacere mio, mi chiamo Margò e sarei onorata di fumarla con lei.- scoppiarono entrambi a ridere, lui la accese ed aspirando una parte di scritta bruciò, poi la passo alla bionda che si avvicinò alla ringhiera, ormai il cielo era scuro, Genn la seguì e le circondò la vita con le braccia, la voragine nel petto si era chiusa ad entrambi e Margò non riusciva a pensare ad un posto migliore dove essere, se non tra le braccia di lui.FINE.
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Give me love - Genn Butch
Fanfiction-Appunto, non sono quello che fa per te, non sono quello che cerchi.- Genn si mise le mani nelle tasche, il suo sguardo era pieno di dolore e odio per se stesso. -Genn tu sei esattamente tutto ciò che ho sempre cercato e questo non è poco! Non è da...