-Lo sai che non ne ho bisogno.- disse per la centesima volta la ragazza, sbattendo con fare esausto la testa sul sedile.
-Tesoro fallo per me.- la donna la guardò tristemente, quello sguardo di compassione che Margò aveva sempre odiato. Con un respiro rassegnato la bionda fece di si con la testa, passandosi una mano tra i capelli.
Pochi minuti dopo arrivarono allo studio del dottore. Margò si sedette in sala d'attesa affiancata dalla madre che stava rovistando nella borsa. La porta dello studio si aprì , rivelando un uomo brizzolato, sulla cinquantina, i piccoli occhiali rettangolari sembrano scivolargli giù dal naso adunco.
-Prego.- disse sorridendo amabilmente.
-Entro da sola. È la mia unica condizione.- la madre le sorrise acconsentendo, risedendosi e aprendo una rivista. Le pareti dello studio erano dipinte di giallo, due poltrone, una bianca ed una nera erano messe una di fronte all'altra.
-Siediti pure.- le disse gentilmente.
-È un test?- chiese lei indicandole.
-Scusami?-
-Le poltrone. È un test?-
-E come potrebbe esserlo?-
-Non lo so. Una è bianca, l'altra nera. Se mi siedo sulla nera dirà che sono depressa?-
-Assolutamente no. A tua discrezione, io di solito scelgo quella nera perché è più resistente. Ma tu puoi sederti dove vuoi.- le rispose sorridendole.
-Genn si sederebbe su quella nera. Scelgo la bianca.- e con questo si sedette, poggiando le braccia sui manici.
-Da dove vuoi partire?-
-Voglio partire precisando che io qui non ci volevo venire. Mia madre mi ha costretta perché secondo lei sono "depressa" - disse mimando le virgolette.
-E tu non credi di esserlo.-
-Assolutamente no.- la ragazza incrociò le braccia al petto.
-Chi è questo Genn di cui hai parlato?- chiese prendendo un taccuino nero.
-Era il mio quasi ragazzo. Abbiamo litigato una sera, lui ha detto di amarmi, poi è andato via. Ha fatto un incidente ed è entrato in coma.- disse con leggerezza.
-E ora come sono le sue condizioni?-
-È sveglio.-
-Ci hai parlato?-
-Non vuole, non sono più quasi la sua ragazza. Ci siamo allontanati.-
-E tu come l'hai presa?-
-Ho pianto, tanto. Poi mi sono tagliata i capelli, volevo tingerli anche, così nessuno mi avrebbe potuta più chiamare biondina. Però la parrucchiera ha detto espressamente che il mio colore naturale è "divino". Così ho rinunciato.-
-Questo ragazzo ti chiamava biondina?-
-Si.-
-Cosa provi ora per lui?-
-Non provo.-
-Non provi?-
-Sa, sento un vuoto qui dentro.- disse toccandosi il petto. -Credo di non provare più nulla.-
-E quel vuoto non potrebbe essere dolore?-
La ragazza rise aspramente. -Ho smesso di provare dolore da un po'.-
-Come vi siete conosciuti?-
Margò sorrise al ricordo di quella serata. -Gli sono caduta addosso, poi l'ho incontrato il giorno dopo al supermercato.-
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Give me love - Genn Butch
Fanfiction-Appunto, non sono quello che fa per te, non sono quello che cerchi.- Genn si mise le mani nelle tasche, il suo sguardo era pieno di dolore e odio per se stesso. -Genn tu sei esattamente tutto ciò che ho sempre cercato e questo non è poco! Non è da...