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All we do is drive
All we do is think
about
The feelings that we hide.

Erano da poco passate le nove, avevano trascorso la giornata al mare ed avevano cenato sulla spiaggia, tutti tranne Genn che era rimasto chiuso in camera sua. Dopo aver fatto la doccia Alex entrò in camera del biondo, deciso ad arrivare alla soluzione della faccenda.

-Non puoi e ribadisco non puoi passare la settimana chiuso in camera a piangerti addosso come un'adolescente problematico.- Alex era appoggiato alla porta con le braccia conserte.

-Non farmi la paternale.- disse solamente il biondo, con il viso sprofondato nel cuscino.

-Non ti riconosco amico.- disse Alex, aprendo la porta per uscire.

-Che intendi?- chiese Genn. Alex richiuse la porta, andandosi a sedere accanto al ragazzo sul bordo del letto.

-Che Gennaro Raia non si chiuderebbe mai in camera durante una vacanza, che Gennaro Raia a quest'ora si sarebbe già fatto la doccia e sarebbe andato a prendere litri di alcolici per la serata oppure sarebbe seduto sul tavolo della cucina a macinare un pò d'erba con il truzzo andando in giro a raccattare bigliettini della metro per fare i filtri. Gennaro Raia non starebbe male per una ragazza.- all'ultima frase il biondo si alzò dal letto.

-Io non sto male per nessuna ragazza.- disse troppo velocemente Genn, facendo ridere Alex.

-Sei il mio migliore amico, ti conosco meglio di quanto tu conosca te stesso.-

-Da quanto lo sai?- Gennaro abbassò gli occhi, vergognandosi.

-Da un po', aspettavo me lo dicessi tu ma capisco perché non l'hai fatto, tranquillo, mi è passata con Margò.- gli disse sorridendogli per rassicurarlo.

-Che devo fare Alex?- gli chiese Genn in un sussurro.

-Quello che ti senti, non vedo perché devi combattere così tanto con te stesso.-

-Perché non voglio rimetterci.-

-Sei un codardo, te ne rendi conto almeno?-

-Non è così facile Alex, io non riesco ad aprirmi come fai tu.- rispose Genn arrabbiato.

-Lo so, scusami.-

-Non è colpa tua.- il biondo diede una pacca sulla spalla di Alex. -Sono io che ho un carattere di merda.

-Scendi idiota e fatti una doccia che stasera si esce.-

****

Margò era appena uscita dalla doccia e si era recata in camera sua dopo che Anto era uscito. Con lui la situazione non era imbarazzante come credeva sarebbe stata, lui non aveva più provato a baciarla , faceva finta di nulla e a lei andava più che bene. Aprì l'anta dell'armadio alla ricerca di qualcosa di decente e decise di optare per un top nero che arrivava sopra l'ombelico e una gonna a vita alta dello stesso colore, infilò velocemente le all star , lascio a voi indovinarne il colore uscì dalla stanza con i capelli bagnati che le ricadevano sulla schiena, recandosi in giardino per fumarsi una sigaretta in pace.

-Margò noi stiamo uscendo!- gli urlò Martina dal soggiorno.

-Ho ancora i capelli bagnati.- ribatté la bionda.

-Fanno 30 gradi all'ombra.- fece  Genn, rimase sorpresa, non si aspettava di sentire la sua voce. Spense la sigaretta a terra ed entrò in salotto.

-Ci degni della tua presenza questa sera?- chiese lei fingendosi grata.

-Già, so che sei persa senza di me.- disse lui ridendo.

****
Dopo essere usciti dall'ennesimo locale si recarono sulla spiaggia.

-Che ore sono?- chiese Margò, prima di prendere un lungo tiro dalla sigaretta di Matteo.

-Quasi le quattro di mattina, che facciamo torniamo a casa?- chiese Alex che stava iniziando a sentire la spossatezza causata dall'alcol.

-Andiamo in spiaggia!- urlò Martina, alzando le braccia all'aria.

Poco dopo erano tutti seduti sulla sabbia.

-E ora?- chiese Genn.

-Obbligo e verità?- chiese Anto prendendo un l'ultimo sorso dalla bottiglia di birra, per finirla.

-Sulla sabbia non ruota la bottiglia, genio.- disse Margò prima di scoppiare a ridere, seguita dagli altri.

Tutti quanti si spostarono verso un tavolo vicino a dei lettini, poco lontano. -Perfetto.- fece Marina sorridendo e battendo le mani. Matteo fece girare la bottiglia che andò a puntare Margò e dall'altra parte Marina. -Bene Margò. Obbligo o verità?-

-Verità.-

-sei vergine?- chiese cercando di metterla a disagio, fallendo miseramente.

-No.- Margò scosse le spalle con noncuranza, girando la bottiglia che andò di nuovo a puntare lei.

-Bene Margò, obbligo o verità.- chiese Marco sorridendo.

-Sempre io eh.- disse lei ridendo. -Obbligo.-

-Mmh... ti obbligo a baciare Alex, no aspetta, Anto.-

Margò serrò le labbra pietrificata. Si girò lentamente verso il ragazzo che le sorrideva imbarazzato e lo bacio, fu un bacio veloce ma riuscì comunque a sentire il sapore di birra sulle sue labbra . Quando si ricompose per girare la bottiglia Genn si alzò dal suo posto, avviandosi frettolosamente verso il mare. Lei lo guardò a bocca aperta, Alex aveva una mano sulla fronte e si stava stropicciando gli occhi con fare stanco, come uno che sapeva sarebbe successo questo. Margò si alzò noncurante delle occhiate degli altri e raggiunse il biondo camminando piano.

-Che fai?- gli chiese dolcemente quando fu abbastanza vicina.

-Mi devi fare un favore Margò.- il suo tono non era freddo ne arrabbiato. Era debole e triste, come se in questo momento avesse lasciato crollare tutte le sue barriere, glielo si leggeva negli occhi. -Devi uscire dalla mia testa.- Margò rimase spiazzata da quella richiesta, come si fa ad uscire dalla testa di qualcuno?

-Non credo sia possibile entrare nella tua testa Genn, sei talmente complicato, ci sono mura su mura, non lasceresti entrare nessuno.- lui le si avvicinò, aveva gli occhi arrossati e lucidi.

-E allora mi spieghi perché non riesco a smettere di pensarti?-

-Non lo so ma ho lo stesso problema con te.- Margò tenne il fiato, i loro nasi si sfioravano. Genn si allontanò di scatto, portandosi una mano sulla fronte.

-Perché fai così?- chiese lei esasperata. -Prima sei dolce poi sei un fottuto egoista bastardo!-

-Appunto, non sono quello che fa per te, non sono quello che cerchi.- Genn si mise le mani nelle tasche, il suo sguardo era pieno di dolore e odio per se stesso.

-Genn tu sei esattamente tutto ciò che ho sempre cercato e questo non è poco! Non è da tutti sai? È solo da te!- urlò lei, prima di sentire il viso bagnarsi di calde lacrime. -Perché dobbiamo sempre tornare a questo punto? Perché finisce sempre con te che stai bene e con io che piango? Io non voglio più starci male Genn.- Margò riusciva a leggere la devastazione sul volto del ragazzo.

-Credo che siamo troppo per stare insieme, sai, ci annulliamo.- lui le si avvicinò, prendendole il volto tra le mani. -Ma in questo momento non mi importa, ti do il permesso di annullarmi.- disse lui prima di fiondarsi sulle labbra calde di lei.

Perché loro due erano così. Un giorno si parlavano, l'altro no. Erano costantemente in lotta contro un nemico comune che non li lasciava soli neanche un istante. Perché quando qualcuno ti manca nessun altro potrà colmare quel vuoto. E loro due erano così, lontani e incazzati, con una malinconia che di notte veniva a cercarli, per ricordagli quanto era stato bello godere di quel bacio, di quell'abbraccio. In battaglia uscivano spesso sconfitti, ma per nulla al mondo avrebbero rinunciato a quel crudele contatto, che oggi ti fa vivere e il giorno dopo ti toglie il fiato.

Give me love - Genn ButchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora