Broken

539 26 2
                                    

-Ma ho diciannove anni!- urlò Margò, alzandosi dal divano.

-Finché vivrai sotto il mio tetto sarò io a decidere.- la madre scosse la testa con fare autoritario.

-Quindi mi stai dicendo che se a cinquant'anni dovessi vivere ancora qui non potrei decidere di andare a fare una fottuta vacanza con dei miei amici?!-

-Non fare la bambina. Non conosco i tuoi amici, quindi non se ne parla.-

Margò aveva le lacrime agli occhi da quanto era arrabbiata. -Genn, il ragazzo a cui hai aperto la porta oggi pomeriggio ci sarà anche lui.-

Il volto della signora si rianimò, provava simpatia per quel ragazzo da quel poco che gli aveva raccontato sua figlia, gli ricordava suo marito quando erano giovani. -Mi devi chiamare due volte al giorno come minimo Margherita, se ti devi ubriacare fallo con roba buona e non con quelle schifezze che vendono in giro.-

Margò alzò le braccia in aria, urlando e correndo ad abbracciare la donna. -Grazie grazie grazie grazie.-

-Testa sulle spalle Margò.-

****

Trascinò la valigia rossa fino alla porta, salutando sua madre e Michele. La vecchia macchina bianca di Alex era parcheggiata in seconda fila all'angolo della strada. Si fermò per allacciarsi meglio le converse nere, si sistemò la canottiera bianca e indossando gli occhiali da sole che aveva rubato al telefono si avvicinò alla vettura.
Quel giorno il caldo era straziante e spalancò gli occhi alla prima frase che le rivolse il biondo, freddamente. -L'aria condizionata è rotta, se hai intenzione di lamentarti per tutta la durata di questo lungo viaggio puoi prendere il treno.- e con questo si infilò anche lui gli occhiali da sole.

-Non sono in vena per curarmi delle tue stronzate oggi Butch, quindi per favore Alex alza la musica o sarò davvero costretta ad andare in treno.- era stufa dei cambiamenti d'umore del ragazzo, voleva tirargli un pugno sul naso.

-Uh cattiva.- Genn alzò gli occhi, accendendosi una sigaretta.

-Comunque sono Antonello, ti ricordi?- il ragazzo seduto sul sedile posteriore accanto a lei le sorrise gentilmente, venne subito catturata dai suoi occhi azzurri che però non reggevano il confronto rispetto a quelli dell'irritante ragazzo che ora la stava osservando dallo specchietto retrovisore.

-Oh certo che mi ricordo, come stai?- chiese sforzandosi di essere gentile quanto lui.

-Bene, il caldo mi uccide perciò sbrighiamoci ad arrivare.- disse dando una pacca alle spalle di Alex.

-Agli ordini.- disse, prima di ingranare la marcia e partire.

Dieci minuti dopo avevano tutti una sigaretta in bocca, tranne Alex che ogni tanto tossiva.

-Perché ci fermiamo?- Margò si alzò dalla scomposta posizione in cui era seduta per guardare fuori dal finestrino.

-Dobbiamo incontrarci con altri ragazzi che sono con un'altra macchina.- le risponde Anto.

Una macchina rossa si affiancò alla loro, suonando il clacson. -Brutto figlio di puttana!- urlò un ragazzo riccio in direzione di un motorino che gli stava per venire addosso.
Abbassò lentamente il finestrino. -Pronti?- chiese sorridendo.

-Vai avanti tu?- chiese Alex divertito.

-Assolutamente nonnina.- rispose l'altro.

****

Dopo quasi due ore di viaggio Margò era distrutta e un fastidioso senso di nausea la rintontiva.

-Margò sei sicura di stare bene?- Anto le posò una mano sulla spalla, preoccupato.

Give me love - Genn ButchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora