Let you go

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Pochi giorni dopo la festa di Milena,  Margò si ritrovò ad infilare frettolosamente i pantaloncini, scalciando qua e là, tenendo il telefono tra la spalla e l'orecchio.

-Lo so Genn sono in ritardo...Si sono pronta...sto correndo.-

La ragazza doveva presentarsi alle prove sotto ordine di Gennaro per avere un parere in più su una nuova canzone, e lei ovviamente era in ritardo. Si legò frettolosamente i capelli corti e di fiondò alla porta d'ingresso.

-Io esco mamma.- disse alla donna seduta sulla poltrona davanti al televisore.

-Lo so tesoro, qualsiasi cosa chiamami okay?- Margò la guardò interrogativa ma poi decise che non aveva tempo per farsi domande ed uscì di casa. Mentre camminava, o meglio correva,  il telefono prese a squillare e lo schermo si illuminò.

Da Milena :
Giorno Margò non scrivo per chiederti come stai, tranquilla, volevo solo ricordarti che io sono qui.

Rilesse due volte il messaggio, non capendone il senso e decise che le avrebbe risposto più tardi. Circa dieci minuti dopo era davanti la porta di Alex, con il fiatone e senza salutare il moro si buttò sul divano. -Vedo che sei allenata eh.- le disse lui scherzando, passandole un bicchiere d'acqua. Gennaro sbucò dalla cucina e la salutò con un delicato bacio sulle labbra, sorridendole. Neanche il tempo di prendere la chitarra che il suo telefono squillò nuovamente, era suo fratello.

-Michele ciao.
-Ciao Margò, sei già partita o vuoi che ti porti io? È un'ammazzata con i mezzi, lo sai.
Margò dischiuse la bocca, spaesata.
-Per dove dovrei essere partita esattamente Mic?
Genn e Alex intanto la guardavano interrogativi.
-Oh io credevo che, beh si ogni anno vai da Arianna, al cimitero.
Una blocco le si posizionò esattamente all'altezza del petto.
-Ci vado solo per il suo compleanno.
E mentre pronunciava quelle parole un ondata di panico la investì, facendola sbiancare. Lo sguardo apprensivo di sua madre poco prima, il fatto che sapeva che lei sarebbe uscita, il messaggio dolce di Milena. Tutto combaciava, si era scordata di Arianna. Era così presa da Gennaro, dalla festa e dal maiale in quei giorni che aveva dimenticato una cosa così importante. Gennaro le si avvicinò in un attimo, posandole una mano sulla spalla. Lei faceva fatica a respirare.

-Genn io...- iniziò a dire e si portò le mani sul volto , scoppiando a piangere.

-Margò che sta succedendo?- lei scosse leggermente la testa cercando di prendere fiato.

-Devo andare, mi dispiace.- si alzò dal divano e si avviò verso la porta di casa. Lui la prese per un polso, fermandola.

-Ti accompagno.-

-Non sai neanche dove devo andare e per di più hai le prove.- disse indicando la chitarra.

-Direi che possono aspettare.-

-Devo andare a trovare Arianna.- disse tutto d'un fiato.

                              *****

Margò scese dalla macchina respirando l'aria fresca di quella giornata. Genn l'affiancò stringendole la mano per rassicurarla e le sorrise appena. Nell'altra mano lui teneva un mazzo di girasoli.

-Ci sei?- le chiese sussurrando.

-Ci vengo da sola di solito, a volte con mio fratello ma lui rimane in macchina.- disse con lo sguardo fisso nel vuoto, le lapidi chiare che si stagliavano davanti a loro.

-Certo, vado.- disse lui lasciandole il mazzo di fiori e indietreggiando. Lei gli afferrò il polso, lo sguardo implorante.

-No ti prego, resta.-

Si avvicinarono camminando piano, pochi metri dopo una lapide bianca piena di fiori e due girandole si trovava davanti i loro piedi. La foto di una bambina sorridente con accanto una scritta, "Arianna, il nostro piccolo angelo."
La bionda si portò una mano alla bocca, lasciandosi cadere sulle ginocchia. La ghiaia le ferì le gambe però in quel momento non le importò. -Ari, è da un po che non ci si vede...- disse con le lacrime che le rigavano le guance. -Auguri tesoro, sono diciannove eh?- chiese con un'amara risata. -Lui è Gennaro, il mio ragazzo.- disse alzando lo sguardo verso il biondo.

-Ciao Arianna.- disse lui cortesemente, sedendosi a terra accanto a Margò.

-Sono felice adesso sai? Sto bene con lui, sono innamorata e sono felce. Ho preso un maialino per Milena, avresti dovuto vederlo Ari, è tutto rosa, ti sarebbe piaciuto. Questi sono per te, fanno abbastanza schifo perché ad un certo punto del viaggio mi ci sono seduta sopra.- e dicendo questo mise i fiori in un vasetto pieno d'acqua. -Ad essere sincera mi sono scordata di questo giorno. Sono stata così egoista, così presa da tutto che non ho pensato a te, di nuovo. Non ho pensato a te oggi come non ho pensato a te quella sera. Ero troppo presa da me e da quella fottuta scommessa che non ho pensato a te, non ho pensato che potevamo farci male, che potevi farci male, non ho pensato che avrei potuto perderti. La morte allora era concetto così astratto e lontano. Ma ora non ci sei , la morte è concreta mentre sei tu ad essere astratta.- smise di parlare coprendosi il viso con le mani, il corpo magro scosso da violenti singhiozzi.

-Hey Hey non è stata colpa tua Margò.- le disse dolcemente lui.

-Lei non voleva, io l'ho convinta ad arrampicarsi! Cazzo! È colpa mia solo colpa mia. È colpa mia se questa bambina non è mai cresciuta, è colpa mia se non è mai andata al liceo, se non ha mai dato il suo primo bacio, è colpa mia se non le hanno mai spezzato il cuore ed è colpa mia se non ha vissuto l'amore che glielo avrebbe aggiustato. È colpa mia se questa bambina non compirà mai diciannove anni!- lui la strinse forte, passandole una mano sui capelli, lei non smetteva di singhiozzare e gli occhi del ragazzo si inumidirono. Dopo cinque minuti Margò si alzò, levando un po di ghiaia dai pantaloni, gli occhi rossi e gonfi. -Direi che è ora di lasciarti andare piccola.- disse accucciandosi e passando un dito sopra la sua foto. Lanciò un ultimo sguardo alla tomba e si girò afferrando la mano di Gennaro. Era come se con quel pianto avesse sciolto il macigno che le pesava sul cuore ogni volta che sentiva il suo nome.

Ed era vero, la stava lasciando andare.

||spazio me||
Scusate per eventuali errori che potrebbero esserci e scusate perché il capitolo è corto ma è una fase di passaggio. La storia di Arianna mi sta molto a cuore e mi sono resa conto di aver lasciato la questione troppo in sospeso quindi dovevo fare in modo che fosse chiusa per poter andare avanti con il racconto. E niente al prossimo capitolo 🐘

Give me love - Genn ButchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora