Dov'è il maiale?

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Genn era sdraiato sul letto, lo sguardo perso, le labbra leggermente socchiuse. I capelli ormai tornati più lunghi di prima gli cadevano sugli occhi. Se li spostò bruscamente per tornare a fissare il bianco soffitto.
Si lasciò sfuggire uno sbuffo, poi si alzò, aprì la finestra e si accese una sigaretta. Rimase a guardare il fumo che usciva dalla sua bocca, dissipandosi nella notte, un po' come i suoi pensieri. Frustrato si passò una mano tra i capelli, era da un po' che lui e Alex non si esibivano, gli mancava, il moro gli aveva detto di stare tranquillo, di prendersi il suo tempo, ma Genn sapeva che in realtà era preoccupato. Fece un ultimo tiro per poi buttare la sigaretta dalla finestra. Andò verso l'armadio e vi tirò fuori la sua amata chitarra. Chiuse la porta per non svegliare l'altro ragazzo che non voleva mai lasciarlo solo a casa dopo l'incidente. Posò le dita sulle corde, sentendo una strana energia scorrergli tra le vene, dalle corde fino al braccio. Fece un grande respiro e iniziò a suonare, partì con last part. E fu come respirare di muovo. La musica per lui, per loro, era una boccata d'aria fresca. Era tutto. Appena finì non poté fare a meno di sorridere tra se. La porta della sua stanza si aprì, Alex fece irruzione, sorridente.

-Si ricomincia.- disse il biondo.

-Dio amico, mi sei mancato.- e con questo lo abbracciò.

-Proviamo qualcosa.- disse Genn entusiasta.

-Sono le quattro del mattino.- Alex sorrise.

-Proprio perché sono le quattro del mattino proviamo.- buttò lì il ragazzo, non capendo neanche lui il suo ragionamento.

-Va bene Butch, ma mi raccomando. Precisione in corpo.- e con questo scoppiarono a ridere, prima di iniziare a cantare. E per la prima volta dall'incidente sentirono che tutto sarebbe andato per il verso giusto.

****

A mezzanotte precisa Margò si era fatta trovare alla porta di Milena con una bottiglia di vodka in mano, come da tradizione. Non si ubriacavano mai, bevevano solo due shottini a testa, in memoria dei vecchi tempi e di quelli futuri.

-Auguri Milly!- la bionda le saltò al collo, ridendo.

-Grazie Margò.- e con questo la fece entrare in casa. -Non credevo l'avremmo fatto anche quest'anno.- disse imbarazzata.

-Che dici stupida. È la tradizione, vodka.- disse sollevando la bottiglia, come se fosse la risposta ad ogni problema. E probabilmente lo era.

-È che ultimamente sei stata tanto con Gennaro e lo capisco, ovviamente. Ma io... Mi sono sentita un po' messa da parte ecco.-

-Sei mia sorella, non potrei mai metterti da parte. E ora basta depressione.- la ragazza guardò l'orologio. -Mio dio, hai vent'anni da cinque minuti. Com'è?-

-Come averne diciannove.- disse ridendo la mora.

-Dio io ne ho ancora diciotto, non ce la faccio più.- e con questo riempì due bicchierini con la vodka, passandone uno all'amica. -A te, che tu possa avere tutto ciò che desideri.- e con questo mandarono entrambe giù il liquido trasparente. Milena prese nuovamente la bottiglia, riempiendo i bicchierini.

-A te, ti auguro il meglio.-

-Perché brindiamo a me?-

-Perché io senza te non ci sono, non possiamo festeggiare me senza festeggiare automaticamente te.-

Margò si lasciò sfuggire un sorriso, prima di portarsi il bicchiere alla bocca e mandare la testa all'indietro.

****

-Che scrivo?- Michele era steso a terra con il tablet in una mano e una sigaretta nell'altra. Margò gliela tolse di mano, facendo un lungo tiro per poi ridargliela.

Give me love - Genn ButchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora