Just friend

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-Solo amici, evidentemente non funzioniamo in nessun altro modo.

Questo aveva scritto Margò a Gennaro, quella sera, dopo essere rientrata in lacrime nella sua stanza.
Era stanca di assecondarlo, stanca di sentirsi dire "mi fai star bene" e subito dopo ricevere un rifiuto. Evidentemente era così, non erano destinati a stare insieme. Da quando lei credeva nel destino? Mai, non ci ha mai creduto, non poteva semplicemente sopportare l'idea di non avere libero arbitrio sulla sua vita.
In momenti di questo genere arrivava a mettere in discussione tutto, il suo futuro, la sua carriera. Scosse la testa, cercando di non pensarci e si alzò, decidendo di sciacquare via tutti quei pensieri negativi con una doccia.

                                    ***

Ormai erano le cinque di pomeriggio e Genn non aveva ancora risposto al messaggio.
Quando il telefono squillò lanciò il libro che stava leggendo sul letto, sorprendendosi quando vide scritto in grassetto Alex.

-Alex! Ciao come stai?

-Ehm io tutto bene, tu?

-Bene.

L'immagine del volto di Genn le balenò in mente, alzò gli occhi al cielo.

-Volevo chiederti se vuoi venire questa sera ad una festa, ci saranno un po' di amici e Genn.

-Volentieri.

****
L'idea di rivedere Genn non l'entusiasmava particolarmente ma non aveva intenzione di rimanere chiusa in camera a piangersi addosso. Per questo alle 23,00 era pronta per uscire. Aveva indossato un vestito nero, corto e stretto, per niente il suo tipo, sotto aveva messo gli anfibi neri, senza i quali non sarebbe andata da nessuna parte e aveva legato i capelli in una lunga treccia bionda, lasciando qualche ciocca fuori.

-Margò ti accompagno dai.-

-Mamma posso guidare, ho il patentino per il motorino ricordi?- disse lei prendendo le chiavi dal mobile accanto alla porta.

-È che da quando hai fatto l'incidente che non guidi.- la donna si teneva le mani in grembo, guardando la figlia con sguardo preoccupato.

-Sto bene, davvero. Voglio farlo.- E detto questo uscì dalla porta, sbattendosela alle spalle.

Era stufa di sentirsi debole. Salì sul motorino, accendendolo e meccanicamente partì. Era come andare in bicicletta, una volta che l'hai imparato non lo scordi.
L'aria fresca le sferzava il viso, si sentiva libera.
Pochi minuti dopo arrivò ad una discoteca all'aperto e non ebbe difficoltà ad intravedere i capelli biondo cenere di Genn in mezzo alla folla. Facendo un profondo respiro si avvicinò al gruppo di ragazzi, sforzandosi di sembrare tranquilla.

-Alex!- disse andandogli incontro, abbracciandolo.

-Hey Margò! Credevamo ti fossi persa. Loro sono Antonello, Cesare e Giovanni.

Cordialmente strinse la mano ai tre ragazzi, sorridendo. Fece il madornale errore di guardare Gennaro , che la stava scrutando con uno sguardo glaciale. Sentì il suo viso andare a fuoco e ringraziò il cielo per il posto poco illuminato. Con fare nervoso frugò nella piccola borsa nera, alla ricerca del pacchetto di sigarette, accendendosene una. Inspirò e si sentì già meglio dopo un paio di tiri.

-Quindi come vi siete conosciuti?- chiese il ragazzo dagli occhi chiari che ricordò come Antonello.

-Oh beh, Alex è venuto a parlarmi in un momento di noia comune mentre, beh io e Genn si siamo, come dire, incrociati.- il biondo rise, facendo venire i brividi a Margò.

-Mi è venuta addosso con la grazia di un lottatore di sumo.-

-Vi siete scontrati?- chiese Alex divertito che non sapeva nulla di questa storia.

Give me love - Genn ButchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora