Capitolo 1

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 A questo romanzo non è stato fatto l'editing, mi scuso per eventuali errori.

Sibbe si era allontanata dal campo ed era scesa al fiume per lavarsi, ma come al solito si prese qualche minuto più del necessario, per osservare le bellezze della natura che la circondavano. L'aria frizzante e mite del mattino aveva già il profumo della primavera. Una farfalla nera che le stava volando intorno si posò tra i suoi lunghi capelli dorati.

–Non sono un fiore! – Le disse come se lei potesse capirla.

Era stanca anche se non lo avrebbe mai ammesso con nessuno, soprattutto con suo fratello. Doveva resistere, mancavano solo pochi giorni di viaggio e poi finalmente sarebbero giunti a destinazione: Londra.

Lì li attendevano fantastiche avventure e la ragazza ne era enormemente emozionata. Suo fratello Hroar, avrebbe partecipato al torneo che il re, Sebastian I d'Inghilterra, aveva bandito per festeggiare l'arrivo della primavera. Erano partiti la settimana precedente dall'isola di Visby, nella contea di Gotland che faceva parte del Regno di Svezia. Il viaggio non era stato molto piacevole e avevano dovuto affrontare diversi imprevisti. La burrasca che avevano fronteggiato con la piccola imbarcazione nel mar Baltico, rischiando quasi di affondare, la perdita di uno dei loro servi e la morte del loro migliore stallone, l'hunter irlandese di Hroar, per colpa di una ferita che si era infettata.

–Sibbe, sbrigati, dobbiamo ripartire! – la chiamò Hroar con voce possente.

–Arrivo fratello! – Rispose pronta, si sistemò velocemente la lunga chioma dorata in una treccia, raccolse in fretta le sue cose e corse verso l'accampamento.

Le tende di pelle erano state smontate dagli uomini e caricate sul carro, Sibbe aiutò l'unica donna che era con loro a caricare le ultime cose che erano rimaste a terra. La loro spedizione era composta da sei persone, oltre a lei e a suo fratello, c'erano Kiri, il loro fidato amico e cugino acquisito, una coppia di servi anziani e un giovane che faceva da scudiero a Hroar.

Quando tutto fu pronto si misero in cammino, Hroar, Kiri e Sibbe montarono ognuno sul proprio cavallo, mentre gli altri salirono sul carro.

–Hroar, come farai a parlare al re delle terre di nostro zio? – chiese Sibbe avvicinando la sua giumenta rossa al cavallo nero del fratello.

–Vincerò il torneo, così il re dovrà accogliermi al suo banchetto, e così potrò esporgli il nostro problema. Ma non ti preoccupare, tutto si sistemerà per il meglio.

–Pensi che il re avrà qualche obbiezione?

–Non credo, dalle informazioni che ho raccolto le terre di nostro zio sono aride e desolate, non hanno importanza per nessuno a parte per noi, infatti sono rimaste fino ad ora senza un padrone. Inoltre sono così vicine al confine con la Scozia che sono terre infestate da banditi.

–Pensi che sarà pericoloso vivere lì? – chiese allarmata.

–No, farò in modo che non lo sia. Fidati di me Sibbe, ti ho mai deluso?

–No fratello! – rispose lei fiduciosa. Vicina a lui si sentiva protetta e felice come quando era stata al fianco di suo padre. Sibbe guardò il fratello che alto e fiero non aveva nulla da invidiare a nessuno dei nobili che conosceva, anche se ancora non aveva né titolo né terre. I capelli biondi che gli ricadevano sulle spalle, gli occhi azzurri, la mascella squadrata e la bocca severa, ne facevano un uomo molto affascinante. Durante la sua vita Sibbe aveva visto più di una donna cadere preda del suo sguardo dolce ma severo. Purtroppo però nessuna fino ad ora era riuscita ad entrargli nel cuore. Quando lei lo accusava amorevolmente di essere insensibile, lui le rispondeva che le uniche donne che avrebbe mai amato nella sua vita erano lei e sua madre. Poi dopo che i suoi genitori erano morti, l'unica che lui amava era lei e Sibbe ricambiava il suo amore. Essendo più vecchio di sette anni, aveva preso il posto del padre e della madre e si era sempre occupato della sua sicurezza e della sua istruzione.

L'amante del reDove le storie prendono vita. Scoprilo ora