Capitolo 15

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Sibbe si svegliò con il sole già alto nel cielo, era da sola nell'enorme letto e subito la sua mente tornò alla sera prima e le sue guance si infiammarono. Il cuore era gonfio d'amore che quasi faceva male, si chiese come avrebbe potuto guardarlo ancora in faccia ora, senza arrossire. La notte che prevedeva la più tremenda della sua vita si era trasformata nella più bella. Sibbe si alzò, si vestì e uscì alla ricerca di qualcosa da mangiare con un sorriso enorme sul viso. Era felice come non lo era mai stata, si sentiva completa e sua. Dopo aver mangiato pane, formaggio e un po' di frutta, andò al campo a cercare Hroar e Kiri. Voleva parlare con Kiri di quello che era successo e dirgli quanto si sentiva bene e quanto era felice. Quando arrivò alla tenda non li trovò e decise di tornare al castello. Passeggiando per il mercato comprò alcuni nastri e alcune punte di freccia. In molti la riconobbero come la vincitrice del torneo, molti ragazzini e soprattutto donne la salutarono e le augurarono buona fortuna per il futuro.

Giunta al castello andò alle stalle dove la giumenta era custodita. Il re aveva mantenuto la parola e un soldato era di guardia fuori dalle scuderie mentre due servi si provvedevano cura dei cavalli. Non badarono a lei se non facendole un cenno di saluto, la ragazza era molto bella, ma il fratello e l'uomo che erano con lei, incutevano talmente tanto timore per la loro stazza che nessuno osava avvicinarsi. Sibbe andò dalla giumenta e cominciò a strigliarla con cura mentre le parlava nell'orecchio raccontandole la sua felicità. Spazzò il fieno sporco di escrementi dal pavimento e le portò un balla di erba fresca, quando ebbe finito era ormai tardo pomeriggio. Era completamente sudata e puzzava quasi come il cavallo, ma era soddisfatta e tremendamente contenta. In camera avrebbe chiesto alla serva una tinozza e si sarebbe fatta un bagno. Per tornare nelle sue stanze decise di passare per i giardini ed evitare le sale della corte che sarebbero state molto affollate di dame e cavalieri, ma fu un'idea terribile.

Nel pomeriggio assolato di giugno c'erano molti nobili che passeggiavano in giardino godendosi il sole caldo e la bellezza dei roseti reali. Lei allungò il passo sperando di passare inosservata, ma furono purtroppo molte dame che la indicavano ridendo del suo abito sporco e dei capelli scompigliati.

–Non è possibile che una dama si faccia vedere nei giardini del re in quello stato, ma d'altronde cosa ci si può aspettare da una donna che lancia frecce come un uomo! – Non ebbero neanche la decenza di non farsi sentire e Sibbe si mortificò. –È una selvaggia, dicono che viene dalla Svezia e sua madre era di origini Vichinghe.

Affrettò il passo e svoltò nel vialetto principale che portava alle scale che conducevano all'ala del castello dove si trovava la sua camera, vide ormai vicina la salvezza e non si accorse che un gruppo abbastanza numeroso stava per incrociare il suo passo. Si fermò di colpo quando vide il re con due donne che lo seguivano e altrettanti cavalieri che la stavano fissando. Quando incontrò gli occhi di Sebastian, questi restarono su di lei solo il tempo sufficiente per rilevare la sua presenza e poi si spostarono. La ragazza si inchinò raggelata da quello sguardo freddo. Quando le passò davanti il gruppo la ignorò superandola senza nemmeno un cenno di saluto. Sibbe aveva gli occhi bassi e restò ferma fino a che non si furono allontanati, poi di corsa si precipitò dentro il castello trattenendo le lacrime a stento.

Una volta in camera si concesse di piangere per terra, non avrebbe mai intaccato il letto in cui aveva passato delle ore così belle con la sua sporcizia. E non voleva neanche rischiare che l'odore che aveva addosso intaccasse il profumo della pelle di lui che era rimasto tra le lenzuola. Probabilmente dopo averla vista in quello stato il re non sarebbe più tornato da lei e il suo odore sarebbe stata la sua unica consolazione. Quando cercò di riprendersi chiamò la serva e chiese la tinozza per poter fare un bagno. Quando ebbe finito pregò la giovane di portarle la cena nella sua camera.

L'amante del reDove le storie prendono vita. Scoprilo ora