Sebastian
Avevo congedato la dama con cui stavo ballando con una scusa e avevo seguito Sibbe che si era diretta verso uno dei terrazzi, ma quando la vidi tra le braccia di quell'uomo: Kiri, mi ero pietrificato. Poteva anche essere innamorata di lui, ma quella sera sarei stato io a possederla. Un moto di violenta gelosia mi assalì lasciandomi per il resto della serata di pessimo umore. I miei vassalli che mi conoscevano bene, mi guardarono preoccupati, visto che non era da me avere un atteggiamento così cupo soprattutto durante una festa.
Dopo tre lunghe ballate e altrettante carole, vidi Sibbe salutare il fratello e Kiri e avviarsi stanchissima verso la sua camera.
Avevo dato disposizione a una cameriera che le facesse indossare una veste da camera di seta con molti pizzi e una serie di bottoni che partivano dalla scollatura fino all'orlo. Era così ricca e preziosa che poteva essere destinata a una regina e sperai che la ragazza ne fosse contenta.
Sibbe
Mentre salivo le scale, in preda all'angoscia mi ricordai di quello che doveva succedere quella sera e la paura e lo sconforto si impadronirono di me. Accettai senza entusiasmo la veste e la serva mi porgeva e che mi aiutò a indossare guardandomi con compassione.
La cosa più odiosa era che tutti al castello sapevano cosa sarebbe successo quella sera, oltre al danno avrei dovuto subire anche l'umiliazione.
Congedai la serva e mi sdraiai sul letto, volevo stare sveglia ad aspettare il mio carnefice, ma il sonno ebbe il sopravvento e mi addormentai quasi subito.
Sebastian
Avevo aspettato il più possibile fino a quando con trepidazione avevo salutato i nobili presenti e avevo congedato i miei vassalli, poi ero salito al piano superiore. Avanzai deciso lungo i corridoi, sentendo crescere il bisogno nei lombi sempre più forte, quella ragazza era un richiamo irresistibile. Quando entrai in camera la trovai addormentata. Chiusi la porta con il chiavistello e mi avvicinai con la candela al letto illuminandola. Mi sedetti sul bordo guardando l'esile figura addormentata. I capelli sembravano di seta alla luce tenue delle candele e le guance appena rosse sulle quali erano posate le ciglia sembravano frutti maturi. Era davvero troppo bella per poter essere ceduta a chiunque. Farne la mia amante non sarebbe stato un problema, a corte l'avrebbero rispettata tutti perché temevano la mia ira, se lo avessi fatto con discrezione non avrebbe infastidito neanche il cardinale che aveva perdonato peccati ben peggiori prima di tutto quelli fatti dal cardinale stesso.
Mi spogliai della veste e della camicia che lasciai cadere sul pavimento senza toglierle gli occhi di dosso. La veste da camera trasparente lasciava intravvedere ogni curva. Tutta la rabbia per averla vista tra le braccia di un altro fu spazzata via in un attimo vedendola così pura. Le andai ancora più vicino fino a sfiorarle le guance con le labbra, poi le accarezzai il mento e le baciai gli occhi chiusi. Lei in risposta fece un sorriso nel sonno. Allungai una mano per accarezzarle i capelli sparsi e lei finalmente aprì gli occhi, lo guardò con aria sognante, sorrise e li richiuse. Le accarezzai il fianco vicino al seno e lei ebbe un sussulto svegliandosi del tutto. Due occhi come il cielo mi fissarono spaventati, cercai di sorriderle rassicurante.
–Sire! – Disse lei cercando di coprirsi con il lenzuolo. Ero chinato su di lei e le accarezzavo il braccio poi le presi le mani e la costrinsi ad abbassare il lenzuolo delicatamente.
– Sssh, non urlare, i muri sono spessi ma le porte no e la servitù ha orecchie ovunque. – Aveva il viso rosso e due occhi di un azzurro trasparente si fissarono nei miei.
–Non avere paura, Sibbe. – Dissi accarezzandola per il bisogno inspiegabile di calmarla e di rassicurarla.
Sibbe
Ero troppo sconvolta per parlare, dalla notte del temporale aveva sognato di averlo lì e ora i miei sogni segreti si erano avverati. Non era paura quella che provavo, era un'emozione così forte che non riusciva più a tenerla dentro né ad esprimerla in qualche modo. Quando lui si chinò per baciarmi mi irrigidii solo perché avevo paura che fosse un sogno.
–Sibbe, ti do la mia parola che farò piano, mettiti sdraiata. – Disse Sebastian, con voce rotta dall'emozione e dal desiderio.
Avrei voluto dirgli di non smettere mai di baciarmi, di farmi qualunque cosa perché ero pronta a servirlo. Quando le sue labbra si posarono di nuovo su di me, mi offrii a lui, la sua bocca si aprì leggermente e lui si fece strada con la lingua. Sebastian mi prese per la vita e mi attirò sotto di lui cercando di non schiacciarla. Seguendo il l'istinto mi inarcai contro il suo corpo provocandogli un brivido.
La mani calde e rassicuranti del re mi sfiorarono di nuovo i seni e piano cominciarono a slacciare i bottoni della camicia da notte. Questa volta fui io a emettere un gemito quando la sua bocca mi catturò un capezzolo e poi lo stuzzicò con la lingua. Gli accarezzai i capelli beandomi della loro morbidezza e lo tirai verso di me, aumentando il contatto tra di noi.
–Sei così bella e sei mia.
–Sì. – Non potei fare a meno di ammettere con un sospiro, non capivo bene quella sensazione ma sapevo di non appartenere a nessun altro. Lui alzò gli occhi scuri come le tenebre che incontrarono i miei chiari come la luce e in quell'istante capii che sarebbe stato per sempre.
STAI LEGGENDO
L'amante del re
ChickLitl primo capitolo è stato caricato il 4 marzo 2016. Cercherò di caricare un pezzo ogni settimana. Grazie a tutti coloro che vorranno leggere questo romanzo rosa ambientato nel Medioevo. C'era una volta un re.... naturalmente innamora...