Capitolo 20

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Il giorno dopo Hroar e Kiri si recarono a corte ma durante la strada furono molto silenziosi. Hroar non avrebbe mai ammesso al suo amico che era sveglio quando Kiri l'aveva toccato e non voleva più pensarci perché era sicuro che non sarebbe più accaduto. Si concentrò invece sulla richiesta che avrebbe dovuto esporre al re. Kiri da parte sua non riusciva che a pensare alle mani di Hroar che avevano vagato sul suo corpo senza paure né incertezze mentre faceva finta di dormire. Quando lo aveva sentito alzarsi e andarsene aveva sperato con tutto il cuore che non fosse andato a cercare la serva.

Nella grande sala del castello dove i sudditi aspettavano di essere convocati, furono raggiunti da Sibbe, anche lei sembrava nervosa.

–Non ti preoccupare Sibbe, vedrai che il re accoglierà la nostra richiesta, è legittima e potremmo andarcene da Londra. –Cercò di consolarla Hroar, la sorella lo guardò con gli occhi lucidi e lui pensò che probabilmente non vedeva l'ora di partire.

Al suo fianco Kiri non disse una parola.

Quando finalmente furono al cospetto del re Sibbe rimase un po' indietro osservando la scena con un'espressione triste e preoccupata. Non aveva parlato a Sebastian della richiesta del fratello e il re infatti sembrava sorpreso di vederli in udienza. Lo vide irrigidirsi quando Alexander li presentò.

Hroar fece richiesta di ricevere la sua legittima eredità e di insediarsi nella contea di Derby il prima possibile.

Sibbe vide Sebastian far scivolare lo sguardo su di lei per un secondo e poi rilassarsi sul trono. Vederlo in un atteggiamento così regale le fece tornare in mente le parole di Kiri. Come sarebbe continuata la loro storia? Si sarebbero sposati? Nella chiesta di Westminster o anche solo in una chiesa di campagna, non era importante. Era così persa dal suo sogno a occhi aperti che per poco non si perdette la risposta di Sebastian.

–Naturalmente devo far fare al mio segretario delle ricerche, devo essere sicuro che voi siate i legittimi eredi.

–È scritto nelle carte che ho dato io stesso al vostro segretario prima dell'udienza, Sire. Vi chiedo una risposta adesso.

Il re guardò Hroar che aveva replicato alzando la voce. Se fosse stato un suddito qualunque lo avrebbe fatto mettere in prigione per una notte, la mancanza di rispetto era sintomo di debolezza, ma non poteva farlo, Sibbe ne avrebbe sofferto troppo.

–Lo scusi Sire, siamo tutti molto provati dal lungo viaggio e dalla lunga attesa, – si scusò Kiri inchinandosi e obbligando Hroar a fare lo stesso. –Aspetteremo la vostra decisione.

–Quando? – Chiese Hroar senza smettere di sostenere lo sguardo di Sebastian.

–Tra una settimana, – decretò lui. Poi con un cenno della mano li congedò. Sibbe si unì all'inchino e uscì dietro al fratello che con passo veloce e potente la distaccò di diversi metri.

–Credo che adesso sia proprio arrabbiato. – Commentò a bassa voce, la ragazza si era aggrappata al braccio di Kiri per poter raggiungere il suo orecchio.

–Già, spero che non si ubriachi ancora. – Mormorò quest'ultimo.

–Non si è mai ubriacato in vita sua! – Gli fece notare Sibbe.

Kiri sospirò.

–Lo so.

Quella notte Sibbe aspettò il re ancora più del solito, ebbe paura che fosse arrabbiato con lei per non avergli detto della rivendicazione e per il comportamento del fratello. Tirò un sospiro di sollievo quando Sebastian entrò nella stanza.

–Avevo paura che non venissi.

–Ti avrei avvisata se non intendevo farlo, ma sono arrabbiato con te.

–Mi dispiace, avrei voluto parlarti della contea ma Kiri mi ha detto che non potevo farti una richiesta quando siamo da soli.

–Cosa hai detto al tuo amico? – Sebastian spalancò gli occhi incredulo e la afferrò forte per le braccia.

–I-io... – le lacrime cominciarono a uscirle dagli occhi per la sorpresa e la paura e non riuscì più a continuare. Era stata così felice di raccontare tutto a Kiri che si era dimenticata che Sebastian le aveva detto di tacere su di loro.

–Ti avevo detto di mantenere il segreto! – Le disse duro Sebastian. Era più preoccupato per lei che per se stesso. Se quel Kiri fosse stato geloso o se si fosse sentito respinto avrebbe potuto vendicarsi facilmente di lei.

–Mi dispiace... – singhiozzò lei.

Se Sibbe lo avesse guardato in volto avrebbe visto il suo viso addolcirsi, come poteva arrabbiarsi con una creatura così ingenua? Guardandosi dentro si era reso conto che la sua era gelosia verso Kiri, non gli importava che lei avesse raccontato di loro, ma non poteva sopportare il modo in cui la ragazza parlava complice con Kiri tutte le volte che stavano insieme.

–Sono solo preoccupato per te e ho esagerato, perdonami.

–Kiri non mi farebbe mai del male! – Lo difese lei.

–Sembrate molto più che amici.

–È vero, io e lui siamo come fratelli, lo amo come e più di Hroar.

–Nello stesso modo in cui ami me? – Chiese Sebastian sentendo crescere di nuovo l'irritazione.

–Cosa? No! – Sibbe lo guardò sorpresa. –Quello che sento ogni volta che penso a te... è come se mi scoppiasse il cuore e mi si infiammassero le viscere, lo sento proprio qui.

Gli prese la mano e se la portò al ventre e Sebastian sentì una stretta allo stomaco.

–Amore, dimmi cosa ha detto il tuo amico.

La ragazza rispose tra le lacrime:

–Ha detto che io e te siamo destinati a separarci prima o poi, ma so che lo ha detto solo perché era preoccupato per me.

Sebastian la strinse e non ebbe il coraggio di dire nulla. La portò sul letto e dopo averle tolto le vesti si lasciò cullare dall'amore che provavano l'uno per l'altra. Non si fidava di Kiri ma se era vero che la amava poteva averla, ma solo quando lo avrebbe deciso lui. Non poteva impedirglielo a meno ché non scegliesse lui stesso un marito per Sibbe e non avrebbe mai potuto farlo.


L'amante del reDove le storie prendono vita. Scoprilo ora