Penultimo capitolo!
Il vescovo ricevette Sibbe dopo una settimana, la ragazza si struggeva per i suoi cari e viveva quasi nascosta nelle stanze della regina. Sibbe spiegò al vescovo che suo marito le era fedele e che non aveva commesso nessun atto ignobile agli occhi di Dio. Un Dio che Sibbe cominciava ad odiare per come il tanto vanitoso e prepotente Vescovo ne ostentava la saggezza e la legge. Dopotutto non era il suo Dio, lei venerava i Dei della natura che erano molto più tolleranti. Il Vescovo non le diede nessuna speranza e disse che stava ancora interrogando i testimoni e i due carcerati.
Sibbe tremò a quelle parole. Come avrebbe potuto aiutare tutti se il vescovo non le credeva? E cosa sarebbe successo quando il re fosse tornato? Per fortuna il suo arrivo non era previsto nel giro di poco tempo. Aveva delle cose da sistemare e degli accordi da sigillare.
***
Hroar alzò la testa mentre la porta della sua cella si riapriva. Kiri venne trascinato dentro quasi privo di sensi.
–Brutti bastardi! Che cazzo gli avete fatto! – Strattonò così forte le catene che lo legavano al muro che i soldati indietreggiarono. Avevano legato il gigante vichingo mani e piedi a grosse catene, ma lui ogni volta faceva cadere pezzi di stucco e avevano paura che prima o poi si sarebbero staccate dal muro.
–Sto bene, – mormorò Kiri senza fiato.
–Riuscirò a liberarmi e poi...
–Sarebbe tutto finito se ammetteste che siete amanti, prendereste la vostra punizione e poi ve ne tornereste a casa, – disse uno dei soldati, ma nessuno dei due gli credette.
–Vi divertite a torturare uomini innocenti, uomini legati solo perché quel pazzo che vi comanda lo ha ordinato?
Uno dei soldati gli sferrò un colpo con un bastone allo stomaco, ma Hroar non emise nessun suono, gli faceva più male vedere Kiri ridotto in quello stato e non poter far nulla.
–Quando uscirò di qui ti conviene cambiare paese perché io vi troverò e...
L'altro soldato diede a Kiri un pugno nello stomaco e Hroar urlò e furioso strattonò le catene per cercare di raggiungere il suo compagno. Il soldato picchiò di nuovo Kiri.
–Smettila subito gigante o lo ammazzo di botte!
Hroar si bloccò all'istante, ma nei suoi occhi c'era tutto il fuoco e le minacce di una morte lenta e dolorosa. Quando furono finalmente soli Hroar si rivolse a Kiri:
–Kiri, ti prego, parlami. Mi dispiace. Per Odino, che diavolo di Dio hanno questi cristiani che permette queste cose....
Le lacrime gli fecero vedere Kiri annebbiato, aveva la testa china sul petto, le catene ai polsi gli tiravano e sorreggevano il suo peso e le ginocchia erano piegate.
–Per tutti gli Dei, per favore parlami, dimmi come stai?
Lui tossì in risposta.
–Stanco, ma ti prego cerca di trattenerti. Si insospettiranno ancora di più.
–Ti amo e prenderei il tuo posto subito, ma quei maledetti non mi si avvicino perché sanno che gli strapperei le palle a morsi.
–Fammi riposare Hroar, e ti amo anch'io, – sussurrò prima di cadere nell'oblio.
Hroar rimase ore a guardare con il cuore a pezzi il suo compagno e pregava ogni dio che gli venisse in mente per farli uscire da quella situazione. Il re era ancora lontano e non sarebbe intervenuto a difenderli, erano soli e lui non sapeva come aiutare Kiri. Cominciò a strappare le catene dal muro, quella che gli imprigionava il polso sinistro sembrava più debole delle altre, forse poteva riuscire a liberarsi. Lavorò per ore senza grandi successi fino a quando sentì delle voci e si bloccò.
Le guardie aprirono la porta della loro cella e portarono dentro un tavolo, poi presero Kiri e lo fecero sdraiare supino. Entrò un uomo incappucciato che teneva un sacchetto nero in mano.
–Apritegli le gambe e tenetelo fermo.
–Cosa volete fargli? – Hroar vide il suo compagno che veniva spogliato dei pantaloni, i soldati lo presero per le ginocchia in modo che il suo ano fosse completamente esposto.
–Confessa o lo tortureremo. – Gli intimò il boia con il cappuccio.
–Non posso confessare una cosa che non ho fatto!
–Come vuoi, – dichiarò l'uomo incappucciato. Cercò nel sacchetto nero ed estrasse un topino.
–Ma che diavolo! – urlò Hroar.
Kiri era troppo stanco per combattere, le ore di tortura con la testa dentro un secchio d'acqua lo avevano sopraffatto, ma quando sentì lo squittio di un topo si irrigidì per la paura. Cominciò a piangere in silenzio. Lo aspettava una morte ignobile e con atroci sofferenze. Il boia avrebbe introdotto il topo nel suo culo e lo avrebbe cucito, la bestia all'interno del suo intestino lo avrebbe mangiato poco alla volta.
Alzò la testa per incontrare gli occhi del suo amante e lo pregò in silenzio di non dire nulla, di non ammettere niente, almeno lui, forse, si sarebbe salvato.
MI MANCHERANNO QUESTI PERSONAGGI E A VOI?
NB - LE TECNICHE DI TORTURA SONO ORRENDE MA VERE, HO FATTO UNA RICERCA PER POTER SCRIVERE QUESTO LIBRO E NE SONO RIMASTA SCONVOLTA!
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L'amante del re
ChickLitl primo capitolo è stato caricato il 4 marzo 2016. Cercherò di caricare un pezzo ogni settimana. Grazie a tutti coloro che vorranno leggere questo romanzo rosa ambientato nel Medioevo. C'era una volta un re.... naturalmente innamora...