capitolo 4

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–Sibbe! – Chiamò a gran voce Hroar, –ti devo parlare!

Quando la ragazza si fu avvicinata al fratello con uno sguardo truce.

–La mia cavalla è stanchissima, si è addormentata mentre la strigliavo, non puoi cavalcarla, la ucciderai prima che finisca la gara! – Gli disse con coraggio.

–È vero! – Ammise Hroar sorprendendo Sibbe che lo guardò incredula, –per questo motivo sarai tu a partecipare al torneo!

–Cosa? – Sibbe guardò con occhi spalancati sia Hroar che Kiri, cercando di trovare in quest'ultimo un qualche segno di scherzo.

–Sei brava con l'arco e sono sicuro che farai meglio di me, visto che questa mano mi fa tremendamente male.

–Ma.... – tentò di protestare.

–Vincerai sicuramente, perché so che ce la metterai tutta! – Continuò il fratello.

–Ma... – Cercò di replicare sentendo l'enorme peso che calava sulle sue spalle.

–Non ti preoccupare Sibbe, anche se non vincerai non resteremo delusi di te, sappiamo che darai il meglio! – La incoraggiò Kiri per alleggerire un po' la pressione e lanciando uno sguardo truce a Hroar.

–Vieni, andiamo a cenare, domani ci sveglieremo presto per allenarci. Kiri tu pensa a controllare la giumenta e dalle del fieno in più stasera. Domani dovrà dimostrare quanto vale.

–Quanti giorni mancano alla gara? – Chiese Sibbe seguendo a fatica il fratello che si allontanava deciso a grandi falcate.

–Comincia dopodomani, ma il tuo turno è solo tra due giorni! Hai il tempo per allenarti e per riposare. Io e Kiri ci occuperemo di tutto il resto, non dovrai neanche occuparti della giumenta.

Il giorno dopo all'alba, Hroar svegliò Sibbe e cominciò con lei un duro allenamento. La ragazza era brava sia a cavalcare che a prendere la mira e riusciva a colpire il bersaglio, ma il fratello la fece allenare comunque fino all'ora di pranzo.

–Non starai esagerando? – Gli chiese Kiri preoccupato.

–Domani potrà riposare ma oggi si deve allenare, non sappiamo contro chi dovrà gareggiare, quindi è meglio che sia pronta. Pomeriggio faremo tiro al volo, preparati a lanciare in aria i bersagli. – Aggiunse implacabile.

Erano molti i curiosi che si erano fermati al campo a guardare Sibbe cavalcare e colpire ogni bersaglio che il fratello gli indicava e molti la davano già come finalista.

Il conte Wessex passò per caso a cavallo mentre si stava recando al campo per controllare che tutto fosse pronto per il torneo e si fermò anche lui incuriosito. Riconobbe immediatamente il gigante che aveva incontrato al tavolo delle iscrizioni e si concentrò sulla ragazza. Doveva avere circa sedici anni, i capelli quasi bianchi legati con una treccia che le ricadeva lungo la schiena, cavalcava con una abilità sorprendente, anche senza redini e maneggiava l'arco come se fosse un prolungamento del suo braccio, molto meglio di molti uomini. Non aveva ancora parlato del re di questa novità e decise di tenersela ancora per sé, sarebbe stata una bella sorpresa.

Durante il primo giorno di gara il conte rimase lontano dai giochi con una scusa. Sapeva che assistere sarebbe stato terribilmente noioso e la sua presenza non era necessaria, a meno che il re non lo avesse convocato. Pregustò la faccia del suo sovrano quando si sarebbe trovato davanti la ragazza vichinga. Fu preso dalla curiosità di conoscerla meglio e si mise a girovagare vicino alle stalle esterne dove erano tenuti i cavalli dei viaggiatori. La vide quasi subito mentre stava strigliando la sua cavalla.

–Proprio una bella giumenta, – le disse andandole vicino.

La ragazza lo guardò, lo squadrò e poi decise che poteva rispondergli.

–Sì ed è anche docile, è stato un regalo dei miei genitori. Ho imparato a cavalcare con lei, le voglio bene, anche se è ridicolo. Hroar dice che è solo un cavallo!

Il conte le sorrise ma non disse niente. Era una giovane donna con giovani fantasie, chi era lui per distruggerle?

–Voi dovete essere Lady Sibbe, ho conosciuto vostro fratello al banco delle iscrizioni. Il suo amico mi ha convinto ad accettare la vostra partecipazione.

–Kiri? Sì, lui è molto persuasivo, se riesce a convincere Hroar con gli altri è una passeggiata.

–Siete preoccupata per domani?

–Preoccupata? Sono terrorizzata! – Gli disse sinceramente e tanta spontaneità fece ridere il conte.

–Ora devo andare, è stato un piace fare la vostra conoscenza e auguri per domani, – le disse allontanandosi. "Il re ne sarà di certo estasiato" pensò soddisfatto mentre ritornava al castello.

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L'amante del reDove le storie prendono vita. Scoprilo ora