Kiri andò a cercare Hroar nelle stalle ma si bloccò sull'ingresso. Il suo uomo era appoggiato a una parete con la testa buttata all'indietro e gli occhi chiusi, davanti a lui la serva della locanda glielo stava succhiando senza ritegno. I gemiti riempivano l'aria, ma alle sue orecchie erano come un martello che picchiava sull'incudine. Quando l'urlo di Hroar esplose Kiri non aspettò oltre e corse via.
Più veloce che poté raggiunse il castello, il suo desiderio più grande era di andarsene il prima possibile e l'unico posto in cui poteva tornare all'isola di Visby. Entrò nel salone e andò a cercare Sibbe. La vide mentre stava parlando con una dama. Lei lo guardò preoccupata.
–È successo qualcosa? – Gli chiese subito.
–Io... devo andare a casa... – rispose senza fiato.
–A casa? Nel Derby?
–No, a Visby e voglio partire subito.
Sibbe si congedò dalla dama e trascinò Kiri nelle sue stanze.
–Cos'è successo? – L'amico era così turbato che quasi non lo riconosceva. Era sempre stata una persona estremamente pragmatica ma in quel momento sembrava spaventato e confuso.
–Hroar... era... nelle stalle, con la serva. – Le lacrime gli scendevano abbondanti sulle guance e non ci fu bisogno di aggiungere altro, sul volto di Sibbe si riempì di disgusto e incredulità.
–Non può essere, lui ti ama, ci deve essere una spiegazione, magari non era lui, c'è un errore.
–Credimi i miei occhi e lei mie orecchie hanno visto benissimo.
–Cosa vuoi fare?
–Trovare una nave e partire, non voglio fermarmi un minuto di più.
Lei lo capiva, anche lei aveva avuto bisogno di scappare, ma allo stesso tempo era triste che la storia d'amore tra di loro si fosse così bruscamente interrotta e continuava a dirsi che poteva esserci una motivazione.
–Alexander può aiutarti. Lo vado a chiamare.
Sibbe uscì di corsa anche se non era certa che stesse facendo la cosa giusta. Suo fratello avrebbe dovuto almeno avere la possibilità di spiegarsi. Trovò il vassallo in cucina e gli disse che suo marito doveva tornare subito a casa perché gli era giunta notizia di un parente in fin di vita. La scusa era plausibile e Alexander le credette.
–C'è una nave che salpa tra un paio d'ore.
–Credo che possa andare bene.
–Vi precedo al porto per avvisare il capitano, la nave è un galletta, la trovate in fondo al molo. Credo che stiano finendo di imbarcare i viveri in questo momento.
–Vado a chiamare Kiri.
–Aspetterò davanti alla passerella.
Sibbe raggiunse Kiri e gli riferì la notizia, il ragazzo stava fissando fuori dalla finestra e aveva lo sguardo vacuo e assente. Gli occhi erano ancora rossi e le rispose a monosillabi quando lei gli chiese come stava.
Ormai il sole stava tramontando all'orizzonte e Kiri guardava il mare aperto come se tutta quell'acqua riuscisse in qualche modo a tranquillizzare il tumulto nel suo cuore. Il mare gli aveva sempre trasmesso quiete e calma e lui lo amava, forse perché era nato su un'isola ed era la prima cosa che si impara quando cresci: Ama e temi il mare.
La galletta si scostò dal molo e dolcemente scivolò sull'acqua rossastra. Tra qualche giorno sarebbero arrivati a Stoccolma e poi da lì avrebbe comprato un cavallo per arrivare a Visby, Sibbe gli aveva dato una borsa con abbastanza monete da mantenerlo per qualche settimana. Non sapeva esattamente cosa avrebbe fatto del suo futuro. Forse avrebbe intrapreso la carriera dal pescatore. Era un lavoro che lo aveva sempre affascinato.
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L'amante del re
ChickLitl primo capitolo è stato caricato il 4 marzo 2016. Cercherò di caricare un pezzo ogni settimana. Grazie a tutti coloro che vorranno leggere questo romanzo rosa ambientato nel Medioevo. C'era una volta un re.... naturalmente innamora...