Capitolo 11

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Quando aprii gli occhi erano già le dieci e per una frazione di tempo ebbi la paura di aver marinato il lavoro, ma poi ripensai che oggi era sabato, per cui decisi di rimanere un altro pò a letto.

Adesso che ero abbastanza lucida, ripensai a l'enorme pazzia che avevo commesso stanotte e giunsi alla conclusione che mi servisse uno psicologo.

Il mio stomaco era come se fosse infestato dai pipistrelli, avevo i sensi di colpa, non era da me fare quello che avevo fatto.
Tutta colpa di Andreas, lui mandava il mio cervello in tilt.

Come lo guarderò adesso negli occhi?!!
Stupida!! Stupida..! Stupida..!

Stentavo ancora a crederci.
Non volevo farmi male e di certo Andreas non era il tipo d'uomo, che così su due piedi, sarebbe venuto da me e mi avesse chiesto di provare a stare insieme.

Lui era più il tipo da una botta e via e così facendo gli avevo permesso di trattarmi come una delle sue "sgualdrinelle".

Mi sentivo sporca per essermi comportata in questo modo, ma di una cosa ero certa, non mi ero mai sentita così prima d'ora.

Ricordavo ancora come mi guardava questa notte, con venerazione.
Era premuroso, dolce e a volte anche un po' rude. Ma mai come in quel momento mi ero sentita più desiderata.
Forse mi ero presa una bella sbandata per quel pezzo d'uomo, ma l'unica cosa giusta da fare era farmela passare.

Mentre stavo rimuginando su quello che era successo stanotte, qualcuno bussò alla mia porta.

Infilai le ciabatte e la vestaglia ed andai ad aprire.

Un Andreas furioso entrò a grandi falcate nella mia stanza.

<<Come mai non ti ho trovato nel mio letto stamattina?!?>> mi chiese urlando.

<<Intanto abbassa la voce, non vorrei che qualcuno sentisse l'errore che abbiamo commesso!>> lo zittii..

<<Mi dispiace che per te sia stato un errore, non la pensano così le altre donne che sono passate dal mio letto.>> che sbruffone. Gli avrei dato volentieri un ceffone.

<<Sei ridicolo! È meglio che dimentichiamo quello che è successo...
Vedrai sarà meglio per entrambi!>> affermai risoluta io.

<<Se è questo quello che vuoi allora faremo proprio come vuoi tu gattina!>> mi aveva cambiato il nomignolo?!!

<<Vedo che hai smesso di chiamarmi Bambolina!..>> dissi.

<<Dopo questa notte, ho capito che non eri così innocentina come pensavo!>> e pian piano si avvicinò al mio orecchio e il suo alito caldo mi procurò una sorta di vibrazioni lungo la spina dorsale..

<<Sai Venere..è un peccato che te ne sia pentita, ma ho come l'impressione che verrai di nuovo a cercarmi...>> che sbruffone del cazzo. Era così sicuro di sé.

<<Contaci Stronzo!>> lo infamai.

<<Quando vuoi piccola... Sarò alla tua mercé!>> detto questo, uscì dalla stanza lasciandomi lì impalata di fronte alla porta, col fiato sospeso.

Questo uomo mi stava facendo perdere la pazienza.
Perché mi faceva quest'effetto?!
Più cercavo di rifiutarlo e piu il mio inconscio mi portava da lui.

Basta Venere! Devi dimenticarlo!!!
Mi ripetevo in continuazione queste parole, ma non c'era verso di poter far uscire Andreas dalla mia mente.

Ad ogni cosa che facessi, la mia mente mi portava da lui..ero senza via di scampo.

Mi sa proprio che stasera ci voleva una bella sbronza!
Più tardi avrei mandato un messaggio alle mie due colleghe, ma per il momento mandai un messaggio sul nostro gruppo whatsapp alle mie due belle italiane che mi mancavano da matti.

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