Capitolo 16

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La mattina a lavoro sembravo una zombie, infatti quando Marissa e Ramira mi avevano vista varcare la porta dell'ufficio, si erano subito preoccupate sul mio stato di salute.

Ripensando a come ero stamattina in ospedale, prima che Giada venisse a darmi il cambio, mi assalivano i brividi.

Questo mi servirà d'insegnamento la prossima volta che deciderò di prendermi una sbornia con del whisky.
Cavolo! Ma come mi era venuto in mente di bere?!? Ah si! Vedendo quello sbruffone di Andreas, che faceva il cascamorto con tutte.
Stronzo di merda e pensare che...che... Lasciamo perdere va..

E poi cavolo, volevamo parlare del bacio di questa notte?!? La passione travolgente che ci univa, il bisogno di avere le sue labbra a tutti i costi, quel bisogno carnale che ti mozzava il fiato, quel bisogno di lui.

Adesso stavo davvero farneticando. Più mi imponevo di non pensarlo e più la mia mente volava da lui.

E poi pensandoci bene io non avevo mai conosciuto il vero Andreas, avevo visto solo il lato che tutti conoscevano, ma questo mi bastava a capire che lui si portava un fardello bello grosso appresso.

Ma adesso dato che il capitolo Andreas lo avevo chiuso, quella parte di lui che non conoscevo poteva tenersela stretta, non mi sarebbe più interessata.
Sei una bugiarda! Ed ecco che il mio inconscio era sempre lì a spiare i miei pensieri più intimi... E quella vocina fastidiosa della mia coscienza stava sempre lì a giudicare.
<< Ma io dico, non avete niente da fare?!?>> mormorai a voce alta, sperando di mettere fine all'enorme amplesso che si era formato nella mia pesante testolina.

Forse però parlai troppo forte, perché Marissa si affacciò alla porta del mio ufficio.
<<Tutto bene Venere?! Mi hai per caso chiamata!!?>> mi chiese puntandomi addosso i suoi occhioni castani truccati con un po' troppo eyeliner.
<<Ehm..si è che mi sono fatta male un dito con la pinzettatrice...>>  una scusa migliore la potevo anche inventare, nemmeno ce l'avevo la pinzettatrice sulla scrivania...
<<Ah Okay! Io credo che dovresti andare a casa, sei sfinita...hai certe occhiaie...>> ci voleva lei a ricordarmi delle mie profonde occhiaie che non avevo potuto nascondere nemmeno dopo aver impiegato mezzo tubetto di correttore.
<<tranquilla... Ma ho del lavoro da finire...>> la dileguai senza farglielo notare troppo.
<<Io sono qua se ti serve qualcosa, fai un fischio...>> se ne andò, lasciandomi sola con i miei maledetti pensieri e con una pila di lavoro da sbrigare.

A pranzo uscii a comprare un panino che sbranai in due morsi e nel frattempo chiamai Nina che mi  informò del fatto che l'avevano dimessa poco fa.

Quando finii di pranzare ne approfittai per fare una passeggiata in centro per prendere un po' d'aria, ma ad ogni passo che facevo, avevo l'impressione di essere seguita.
Mi voltai ma non vidi nessuno, tutto era piuttosto tranquillo.

Così tranquilla continuai il mio cammino...
<<Signorina Ferrari?!?>> mi voltai di botto quando udii la voce di un ragazzo pronunciare il mio nome.
<<Si?!..>> il ragazzo aveva un pacchetto in mano che mi porse.
<<Questo è per lei...>> lo presi in mano e non ebbi nemmeno il tempo di ringraziarlo che il ragazzo si dileguò facendo perdere ogni traccia di lui.
Chi era?!! Non mi sembrava che avesse la faccia di un postino.
E poi inoltre era piuttosto giovane, io direi che avesse meno di vent'anni.

Mi fermai su una panchina e decisi ad aprire il pacchetto confezionato con della carta marrone.

Quando scartai la carta una piccola scatola rettangolare era sigillata accuratamente, la spacchettai e vi trovai un biglietto.

"Sei sempre più bella...ricordati solo una cosa: prima o poi sarai mia! Non dimenticarlo mai Venere!"

Il foglio mi scivolò dalle mani, e cominciai a tremare. Se era uno scherzo era proprio di cattivo gusto.
Recuperai il bigliettino, lo ripiegai e lo misi in borsa.
Ora che ci pensavo, avevo già ricevuto un messaggio simile sul telefono, solo che lo avevo cancellato, pensando che le mie amiche mi stessero facendo uno scherzo.

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