Sono sotto di lui e disperatamente mi dimeno cercando una via d'uscita per non fare violare quel briciolo di dignità che mi rimane.
<<Stai ferma!>> Mi urla, dandomi un'altro ceffone.
Le lacrime iniziano a scendere, ma questa volta, giuro su Dio, me la pagherà cara.
Raduno le poche forze che mi rimangono e non so come, forse Dio ha sentito le mie urla di disperazione, riesco a sottrarmi dalla sua presa.Corro zoppicante in cucina. Le costole indolenzite, non mi permettono di respirare a pieni polmoni.
Cerco disperatamente un coltello nei cassetti della cucina, ma con mio sommo dispiacere, non ne trovo nemmeno uno. Nel frattempo lui arriva alle mie spalle e mi attorciglia le mani al collo.
<<Dove credi di andare Brutta Stronza!>> Il cuore mi martella nel petto. La paura si è impadronita di me.
Il tempo sembra essersi fermato.
Adesso pare che io stia vedendo la mia vita trascorrere davanti agli occhi.Vedo me sulle ginocchia di mio padre, quando avevo appena quattro anni.
Vedo me e mia sorella appollaiati in giardino a ridere come matte, dopo averne combinata una delle nostre.
Vedo mia madre che mi abbraccia e mi sussurra che tutto andrà bene.
Vedo le mie pazze amiche rannicchiate sul pavimento della mia camera a Milano, in una delle tante sere che dedicavamo ai nostri tanto amati pigiama party.
Poi vedo lui: i suoi occhi, le sue labbra i nostri baci rubati. Mi sembra di sentire il suo profumo.
Dopo sento solo uno sparo, tutto si offusca e non vedo più nulla.
Non so se esiste un Paradiso e se davvero io adesso mi trovo qua. So solo che mi mancheranno tutti loro, e provo un dolore lancinante al petto, al sol pensare di non rivederli mai più. Ma è ancor più doloroso immedesimarmi nel dolore che proveranno la mia famiglia, i miei amici, nello scoprire che io non farò più parte del loro mondo.
Il loro equilibrio mentale si sgretolerà, penseranno che vivere non ha un senso, daranno la colpa a quel Signore che sta in cielo perché troppo presto si è preso la mia vita. E io li guarderò da qui e soffrirò con loro.
Ognuno di noi ha un proprio destino, e in esso sono riportati i nostri dolori, i nostri piaceri, le nostre gioie.
Non possiamo mai sapere quando la nostra vita dovrà finire o viceversa, non possiamo mai sapere quando saranno i nostri cari ad abbandonarci. Farà male. Molto male.
Non ci abitueremo mai all'assenza di una persona, non saremo mai pronti a lasciarla andare. Per tale motivo, la morte ci coglie all'improvviso e impreparati.Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip.
Sento dei rumori. Che cosa sono? Dove mi trovo? Mi scoppia la testa!
Mi fa male ovunque.
Aiutooo! Perché nessuno mi sente? Eppure io li sento.<<Si sta svegliando! Si sta svegliando!>> É la voce di mia madre.
"Mamma cosa ci fai qui? Perché non posso Parlare?"<<Venere, tesoro, sono qui, mi senti? Sono la mamma!>> Si mamma! Ti sento. Voglio vederti, voglio abbracciarti. Perché non posso farlo? Perché vedo solo buio?
Un bagliore mi acceca. Un volto sulla mia faccia. Una goccia mi bagna il visto. Sta piovendo? No! È una lacrima. Mia mamma sta piangendo.
La vedo.
<<M..mamma.>> mi guarda e suoi grandi occhioni si riempiono di lacrime.
<<Tesoro sono io! Sono qui adesso..mi dispiace!>> Mi abbraccia e sbadatamente mi fa male. Ma non glielo dico. Nel suo abbraccio mi sento al sicuro, sento l'odore di casa.Arriva l'infermiera che butta i parenti fuori e inizia a controllare la mia cartellina clinica.
<<Bentornata tra di noi Venere. Hai proprio un bel nome. Azzeccatissimo.>> Sorrido lievemente. Questa espressione mi riporta indietro nel tempo, a quando incontrai Andreas sul balcone e mi disse una cosa di simile.
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Tu: La Mia Ossessione
ChickLitForse quando prendi una delusione d'amore, la scelta migliore non è chiudere il tuo cuore. Non serve, perché tanto arriverà qualcuno che come per magia ci farà capire di essere ancora capaci di amare. Questo è quello che accade a Venere, solo che no...