Capitolo 18

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<<Tu sei solo mia! Hai capito?>> perché non riesco a vederlo?  Chi è quest'uomo e cosa ci faccio legata..
<<Chi sei? Perché non ti mostri? Cosa vuoi da me! Slegami!>> grido con tutto il fiato possibile, ma da parte sua ricevo solo un ghigno malefico.
<<Non agitarti ragazzina! Quante volte ti ho detto di stare alla larga da quel tipo?>> parla di Andreas? Che cosa centra lui?
<<Slegami ti prego, farò tutto quello che vuoi!>> lo supplico.
<<Troppo tardi....io voglio portarti via di qua...tu diventerai mia moglie e faremo tanti bambini! Lontano da qui...>> sono inorridita e spaventata. Non conosco quest'uomo e non so nemmeno perché mi stia dicendo tutte queste cose... Perché lo vedo solo di spalle e perché ha scelto proprio me?
<<Non so nemmeno chi sei quindi come puoi pretendere che io ti sposi? Io non ti amo!>> urlo e strattono le braccia infligendomi ulteriore dolore.
<<È ovvio che non mi ami, tu ami quel damerino! Come hai detto che si chiama? Ah, si! Andreas!>> io vi ucciderò entrambi...>> vedo l'uomo misterioso avanzare verso di me, ha una maschera e nella mano destra tiene un coltello sporco di sangue..
Mi volto di scatto e vedo Andreas giacere a terra, sporco di sangue e privo di vita.
Lancio un urlo straziante, tutto intorno a me si tinge di rosso, i miei vestiti, le mie mani e l'uomo improvvisamente scompare lasciandomi sola col corpo senza vita di Andreas.

<<Venere, tesoro svegliati...!!>> sento urlare il mio nome. Apro gli occhi e la prima cosa che vedo è una Nina preoccupata che mi fissa e mi scuote delicatamente.
<<Nina? Ma cosa succede?>> chiedo intorpidita dal sogno appena fatto.
<<Non lo so, avrai fatto un brutto sogno, urlavi senza sosta, mi hai messo paura..!>> ho la fronte imperlata di sudore e se ripenso al sogno appena fatto, brividi di freddo assalgono il mio corpo. Sembrava tutto così vero..
<<Guarda tu Scotti! Forse hai la febbre! Aspetta qui prendo il termometro...>> si alza ed esce dalla stanza. La paura si è impossessata di me. Non sono mai stata una fifona, ma adesso ho paura a rimanere da sola.
<<Tieni mettilo!>> quando rientra, mi passa il termometro che posiziono sotto l'ascella.
<<Grazie!>> appena lo esco vedo che ho realmente la febbre. Sarà un anno che non mi veniva. Avrò preso un colpo d'aria.
<<Hai visto, avevo ragione..hai la febbre a 38 e mezzo..>> mi mostra il termometro e dopo lo ripone sul comodino.
<<Devi prendere qualcosa..>> le dico di guardare dentro al beauty-case in cui mamma mi ha rifornito di medicine e quando ritorna mi porge un bicchiere d'acqua con una compressa di tachipirina.
<<Come è andata dal dottore?>> le chiedo..
<<Bene il bambino è in ottima forma e la lacerazione si è richiusa, sono ufficialmente fuori pericolo..>> finalmente una notizia meravigliosa.
<<Sono felice per te...>> le sorrido felice.
<<Allora Andreas mi ha detto che hai avuto un problema a casa e che quindi trascorrerai qui del tempo, che è successo?>> mi chiede. Adesso che mi invento?
<<Ehm..si, si è allagato il bagno per cui vi occorre fare dei lavori e per il momento rimarrò qua..>> le rispondo, cercando di trattenere il mio maledetto tic.
<<È meraviglioso! Solo che è un peccato perché domattina io parto insieme a  Lucas, andiamo a  Madrid, Lui ha un corso di aggiornamento...staremo via quattro giorni.. Mi dispiace!>> oh no! Ora mi tocca rimanere sola con Andreas.. Questa si che è sfiga..
<<Tranquilla Nina, tanto io Lunedì devo partire per l'Italia..>>

<<Coosa?! E perché mai?>> mi chiede allibita.
<<Parto insieme al figlio del mio capo, abbiamo una questione da risolvere!..>> le racconto.
<<Tu così signorina non vai da nessuna parte, hai la febbre....>> bene, di male in peggio! Nina si è messa nelle vesti della mamma premurosa e non ho scampo. E poi è una cosa importante, quindi non posso rinunciare ad un' opportunità come questa.
<<Prima di Lunedì mi sarà passata... A proposito, sai chi è il figlio del capo?>> le domando per sviare il discorso.
<<No! Chi è? Lo conosco?>> ho azzeccato il tasto giusto. A volte la curiosità di Nina non ha limiti.
<<È il vostro vicino, Tomàs jueves!..>> mi guarda come se avessi due teste.
<<Davvero? Quello strafigo è il figlio del capo? E farete un viaggio insieme? Un momento! Perché farete un viaggio insieme? Lavora con te?>> oh mio Dio! È partita a raffica, e adesso non mi ricordo a quale domanda devo rispondere per prima...
Incomincio dicendole, che lui non lavora con me, ma che un giorno dovrà prendere il posto del padre e poi le dico che è davvero un bel ragazzo e che forse avrei potuto conoscerlo meglio all'infuori del lavoro. Inoltre sarebbe stato il giusto pretesto per poter dimenticare Andreas.

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