Epilogo

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Sono seduto nel mio ufficio quando mi arriva una chiamata all'interfono.
<<Signor Goméz sua moglie e suo figlio in arrivo.>> Mi comunica la mia assistente.
<<Va bene Silvia>> ci risiamo, Joshua ne avrà combinato una delle sue a scuola.  Lo abbiamo adottato tre anni fa e ormai lo considero mio figlio a tutti gli effetti.

<<Buongiorno amore!>> La saluto non appena varca la soglia del mio ufficio.
<<Buongiorno un corno! Quei bulletti a scuola hanno di nuovo ripreso in giro Joshua. E questa volta lui li ha picchiati!>> Ben fatto figliolo!
<<Tesoro non dovresti agitarti nelle tue condizioni!>> Le intimo facendogli cenno con la mano di sedersi sulla poltrona.
<<Andreas ti comunico che sono solo incinta, non malata!>> Sbuffa sonoramente. Mancano solo due settimane al parto e lei se ne sta tutta pimpante a lavorare.

Dopo il nostro matrimonio due anni fa, l'ho assunta a lavorare per la mia compagnia. Io non volevo che lei lavorasse ma lei non ha voluto sentire ragioni. È troppo testarda. Ma la amo proprio per questo. E poi la gravidanza la rende bellissima, solo che lei non se ne accorge, le dico sempre che è più sexy ma lei continua a ripetermi che è una mongolfiera con gli indumenti.

<<Joshua non si picchiano i bambini, cosa ti ho insegnato in proposito?>> Il bambino mi guarda sbigottito.
<<Papà sei stato tu a dirmi di reagire alle loro offese e di non farmi mettere i piedi in testa da nessuno.>> Cazzo ha interpretato male le mie parole. Ora chi sentirà Venere.
<<Joshua quante volte ti ho detto di non prendere alla lettera i consigli di tuo padre? E tu devi sempre specificare ai bambini che niente si risolve con la violenza!>> Okay adesso è proprio incazzata.
Gli sfugge un <<Oh cazzo!>> Davanti al bambino e non è da lei.
Dopo un liquido le scende dalle sue gambe sode.
Oh merda!
<<Cazzo mi si sono rotte le acque!>> Strilla.
Mantieni la calma Andreas e pensa a cosa cazzo fare!
Non per niente tua moglie per nove mesi ti ha costretto a seguire un corso preparto.
<<Respira amore! Respira!>> Fa come le dico e si siede sulla poltrona.

Joshua ci guarda sconvolti.
<<Tesoro adesso tu vai con la mia assistente, ti accompagna dal nonno. >>
Il bambino annuisce.
Intanto io chiamo Silvia e le comunico l'accaduto. Lei in un battibaleno prende il bambino e obbedisce ai miei ordini.
<<Ahi! Oh merda!>> Urla più forte Venere.
<<Ho una contrazione ogni dieci minuti. È ora di andare in ospedale. Chiama mia sorella e digli di portare tutta la mia roba e quella del bambino in ospedale.>> Anche in questi casi lei è più preparata di me.

La prendo in braccio al costo di spezzarmi la schiena e entriamo in ascensore. Quando scendiamo nell'atrio troviamo la macchina già pronta. Mi immergo nel traffico e in un attimo premo a fondo l'acceleratore per raggiungere l'ospedale.
<<Cazzo guida piano, non voglio morire!>> Mi strilla facendomi diventare sordo da un' orecchio.
Decellero ma non del tutto.

Quando arrivo in ospedale lascio la macchina come mi viene prima non me ne può fottere di meno.
Prendo Venere in braccio e ci apprestiamo ad entrare.
Un'infermiera viene in nostro soccorso e mi aiuta a caricarla su una barella.
<<Andreas non ti azzardare minimamente a Lasciarmi da sola o giuro su Dio che ti faccio fuori!>> L'infermiera ci guarda sconvolta.
<<Amore stai tranquilla, non ti lascerei per nulla al mondo. Adesso respira e ricordati che ti amo.>> Le mie parole hanno un effetto calmante su di lei.

Raggiungiamo subito la sala parto dove io vengo costretto ad indossare un camice verde.
Ci siamo sto per assistere alla nascita di mia figlia.
Cazzo se sono fuori di me.
Mi fanno posizionare dietro Venere.

La sento urlare, mandarmi più volte a fanculo, respirare affannosamente e poi dopo un paio di spinte che sembrano durare per ore, sento la melodia più bella di questo mondo: il pianto di mia figlia.

L'ostetrica taglia il cordone ombelicale e avvolge la bambina in in telo. Dopo la porge delicatamente a Venere, che come me piange per l'emozione.
Prendo il mio telefono e immortalo questo momento. Il più bello della mia esistenza. La mia famiglia. Non c'è uomo più felice di me al mondo in questo momento.

L'ostetrica prende la bambina per poi riportarla venti minuti dopo pulita.
Dalla sala operatoria veniamo trasferiti in una camera, dove ad attenderci ci sono tutti i nostri familiari.
Mio padre è emozionato come me.  Lui e Lucía si sono lasciati, dopo che io gli ho raccontato tutta la verità. Finalmente mi sono tolto un peso dallo stomaco.
<<Congratulazioni figliolo, è bellissima! Che nome ha questa bellissima creatura?>> Mio padre si congratula con me dandomi bonariamente una pacca sulle spalle.
<<Si chiama Enea Goméz. È un nome italiano. Venere dice che è un nome stupendo, perché appartiene alla mitologia greca.>> Abbiamo fatto una lunga battaglia sui nomi in questi mesi, ma alla fine l'ha avuta vinta lei. Non ditele nulla, ma a me questo nome piace parecchio.

Quando tutti se ne vanno, finalmente io mia moglie e i miei figli rimaniamo da soli.
<<Ti piace la sorellina Joshua?>> Gli chiede Venere.
<<Si è la più bella al mondo e la proteggerò a costo della vita, vedrete mamma e papà, sarete fieri di me.>> A queste parole gli occhi di Venere si riempiono di lacrime.
<<Noi siamo già fieri di te ometto! Ti voglio bene.>> Gli sussurra dolcemente.
Cazzo quanto li amo, il cuore potrebbe esplodermi da un momento all'altro.

Ecco cos'è la felicità, dei pezzetti di vita assemblati in una piccola cosa chiamata famiglia.

Chi poteva mai dirlo che io mi sarei sposato e avrei messo su famiglia? Non ci credo nemmeno io.
Ma in fondo chi può comandare l'amore. Lui arriva e come un fulmine a ciel sereno ti colpisce senza chiederti il permesso.
E io sono rimasto fottutamente stregato da due occhi verde foresta che mi hanno rubato l'anima.
Adesso la mia famiglia è diventata il mio tutto e li proteggerò fin quando avrò vita.

                     .....FINE...

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