Capitolo 3

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Jodie Rose May.
Brighton, Inghilterra.

"Siamo arrivati..."
A stento, sorrido a Rick, mentre insieme, ci fermiamo all'ingresso dell'albergo.
"... finalmente, siamo a Brighton... questo hotel ti piacerà ne sono quasi certo, ci sono stato due o tre volte e devo ammettere che non... non è male, affatto"
Guardo l'insegna e immediatamente, stringo le labbra.

Kings Hotel.

"Stai bene, Jodie? Sei..."
"... bene, sì, sto bene... i tuoi sono già dentro?"
Annuisce, dandomi un paio di baci sulle labbra prima di avvicinarsi alla reception.
"... dovresti forse..."
"Richard, fortunatamente sei qui" sospira Will, suo padre. "Dai una mano a tua madre con il resto delle valigie, io arrivo tra un attimo"
"Accompagno Jodie in stanza, poi torno" prende, dal bancone, le chiavi della stanza. "Arrivo subito"
Letteralmente, mi trascina, dentro l'ascensore e non appena le porte di chiudono, mi bacia, un'altra volta.


"Perché non sei andato ad aiutare direttamente tua madre? Sono in grado di trovare la stanza da sola"
"L'aria di mare ti rende più acida del solito?"
Alzo gli occhi al cielo allontanandomi dalla sua presa. "Vuoi discutere o vuoi passare il week-end tranquillamente?"
"Siamo a Brighton tesoro, secondo te ciò che voglio è discutere?"
"Non ne ho idea, dimmelo tu"

Scendiamo al quinto ed ultimo piano mentre mi assilla ancora una sola ed unica domanda...

Per quale diamine di motivi mi sono lasciata coinvolgere in tutto questo?

"È stato un regalo da parte dei miei genitori per noi..." spalanca la porta Richard con un sorriso. "Volevano che questo week-end fosse indimenticabile"
"La suite? Non ti sembra un tantino esagerato?"
"Forse..." si avvicina appoggiando le labbra sul mio collo. "Ma un regalo non si rifiuta mai, o sbaglio?"
"Devi aiutare tua mamma con il resto delle cose"
Solleva leggermente le spalle. "Credi che stia aspettando me? Avrà sicuramente fatto da sola" continua a baciarmi succhiando di tanto in tanto un punto della mia pelle. "O l'avrà aiutata mio padre... Sono ancora in grado di caversela da soli senza il mio aiuto"
"Richard... Per favore"
Allontana di poco le labbra dal mio collo. "Cosa c'è? C'è qualcosa che non va?"
"No, niente" mi siedo sul bordo del letto guardando ogni angolo della camera. "È solo che mi sembra un tantino esagerato tutto questo, cioè non sto dicendo che non mi piaccia, ma io sono abituata a un altro genere di cose, capisci? Per me questo è addirittura troppo"
"Jodie rilassati, ogni tanto è un bene uscire dalla routine" si inginocchia davanti a me prendendo entrambe le mie mani. "E poi te l'ho detto, è un loro regalo"
"Ok, d'accordo..." accenno un sorriso e mi alzo in piedi. "Ma per favore, niente ristoranti a cinque stelle, niente locali in della zona e niente feste in abito da sera elegante, va bene?"
"Vedrò ciò che riesco a fare... Dove vai?"
Abbasso la maniglia della porta. "A chiedere il telecomando dell'aria condizionata, torno subito"

Venire tutti gli anni per l'ultimo week-end di Agosto a Brighton, è una sorta di tradizione della famiglia Smith.
Stando a ciò che Richard mi ha raccontato mentre venivamo qui, è partito tutto dai suoi nonni... Si sono conosciuti su questa spiaggia intorno a un falò esattamente l'ultimo week-end di Agosto prima della fine delle vacanze e anni dopo, sempre nello stesso posto, si sono giurati amore eterno promettendo a loro stessi che non avrebbero mai abbandonato l'unica spiaggia che ha visto nascere e crescere il loro amore anno dopo anno.
Purtroppo loro due, ora non ci sono più e a mantenere viva la tradizione è Martha, la madre di Richard che ogni anno, fa in modo che non venga spezzata.

"Prego... Ha bisogno?"
Alzo velocemente lo sguardo dallo schermo del telefono. "C'è prima lu... James?"
"Jodie"

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