Capitolo 42

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Un odore strano e familiare mi pizzica le narici facendomi storcere il naso, ho gli occhi chiusi e sono talmente stanca da non trovare la forza per aprirli.

Sono distesa su qualcosa di molto morbido, sembra un letto, muovo il dito e sfrego su un tessuto morbido, non sembra il mio letto.

Attorno a me sento molte voci, parlano tutti a bassa voce, dove diavolo sono?

"Eccola, la bella addormentata si sta svegliando" dice una voce femminile

Sforzo gli occhi e riesco ad aprirli, una luce forte mi acceca, mi guardo attorno e vedo tende verdi attorno a me.

"D-dove sono?" Chiedo io con un filo di voce
"Piccola sei al pronto soccorso" dice la voce, metto a fuoco la sua sagoma e vedo una signora sulla quarantina di anni con una divisa bianca da infermiera.

"Perché sono qui?" Chiedo io toccandomi la fronte
"Hai preso una bella botta facendo Surf" dice lei analizzando una cartellina rossa che tiene in mano.

"Posso andare a casa?" Chiedo io sollevandomi e avvertendo dolore dietro la nuca e su un braccio.

"Piccola ti conviene non muoverti, ti ho messo dei punti sul braccio, a quanto pare l'impatto con la tavola ti ha provocato un taglio abbastanza profondo" dice lei e io guardo il mio avambraccio sinistro e noto una benda che lo avvolge vicino al gomito.

"Per fortuna che c'era tuo fratello a salvarti" dice lei sorridente
"Fratello?" Chiedo confusa, oh cazzo, ho in amnesia.

"Hey sorellina" dice Jack aprendo la tenda verde ed entrando sorridente con in mano una bottiglietta d'acqua. Lo guardo confusa e lui mi fa l'occhiolino.

"Per fortuna che lui è tuo parente altrimenti avremmo dovuto chiamare i tuoi per farti uscire da qui" dice lei facendo firmare un foglio al moro che le sorride.

"Okay, quando te la senti puoi tranquillamente metterti le scarpe ed andare a casa, sei stata proprio fortunata ad avere un fratello pronto ad aiutarti." Dice lei e detto questo se ne va passando alla tenda accanto alla mia.

"Sai, ho pensato veramente che fossi morta" dice lui sedendosi accanto a me facendo piegare leggermente il materasso, noto solo adesso che indosso ancora la mia canottiera e i pantaloncini, mi hanno tolto la tuta.

"Come è successo?" Chiedo io confusa e non ricordando assolutamente niente
"Sei entrata nel tunnel dell'onda e hai perso il controllo della tavola, hai sbattuto la testa e sei svenuta, quando ho visto che non riemergevi più sono venuto ad aiutarti e ti ho fatto il massaggio cardiaco per farti sputare tutta l'acqua, dopo di che ti ho portato in ospedale ed ora eccoci qui dopo quattro ore di nanna" dice lui sorridente.

"Mi dispiace" dico io veramente dispiaciuta per averlo fatto preoccupare
"Ti dispiace? Non puoi chiedermi scusa perché stavi morendo, dimmi piuttosto grazie" dice lui ridendo

Jack mi aiuta ad infilarmi le scarpe e con cura mi allaccia le stringhe, camminando piano poiché mi fa ancora male la testa cammino fino all'uscita del pronto soccorso e noto che è notte e che il clima è cambiato visto che fa freddo.

"Infilati questa" dice Jack aiutandomi a infilare la sua felpa blu notte, é larghissima ma incredibilmente calda e profumata.

Mi accomodo sul sedile del passeggero e noto una chiazza di sangue su di esso.

"Perdevi molto sangue dal braccio e a proposito mi devi una maglietta" dice lui indicando i sedili posteriori, mi giro e vedo appallottolata la sua maglietta bianca diventata ormai rossa.

"Oh, scusa" dico io seriamente e lui ride
"Per una buona volta ti sei scusata al momento giusto" dice per poi partire.

Dopo dieci minuti di tragitto arriviamo a casa mia e lui mi aiuta ad aprire il maledetto portone pesante e poi installa al posto mio l'allarme e chiude la porta.

How I Became The Popular GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora