Prologo

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La luna splende argentea in un cielo trapuntato di luminose stelle.

Silenziose testimoni di quello che molti considererebbero un gesto sconsiderato, ma che per me è l'unica via d'uscita.

L'unica scelta possibile per uscire da una vita che non ho mai voluto.

Balzo agilmente sul cornicione.

Ho scelto una villetta disabitata in cima ad una collina per godermi la vista mozzafiato della città di notte.

Migliaia di luci...

Uno splendido spettacolo...

Guardo giù.

L'ho scelta anche per la recinzione in ferro battuto, una cosa vecchio stile, che delimita la proprietà. Le punte acuminate risplendono indicandomi la giusta via.

Ho spezzato troppe vite nei pochi anni in cui sono al mondo ed è ora che io paghi ponendo fine alla mia esistenza.

Mi sembra un prezzo equo.

Do' un'ultima occhiata alla città addormentata, piena di persone ignare del mio tormento e della mia esistenza.

Quando non ci sarò più sarà un mondo più sicuro.

Anche se forse loro non lo sapranno mai.

Faccio un respiro purificatore, chiudo gli occhi e mi lascio cadere.

Il viaggio è breve e senza ripensamenti.

La punta in ferro mi trapassa il cuore, spaccandolo. Il mio corpo sbatte violentemente sulla recinzione e sento distintamente, nella quiete della notte, lo schiocco di numerose ossa che si rompono.

Questo suono mi rassicura.

Così non potranno salvarmi.

Sorrido mentre il vitale liquido scarlatto scivola lentamente, ma inesorabilmente fuori dal mio corpo.

Ancora qualche secondo e sarà tutto finito.

Uno strattone ai capelli mi fa uscire dallo stato d'incoscienza nel quale stavo dolcemente precipitando.

Ho la vista annebbiata e i sensi confusi, ma riconoscerei ovunque quella voce.

Alec!

《Non ti è concesso morire, Max. I Padroni hanno altri programmi per te!》

Il suo sorriso feroce e sadico è l'ultima cosa che vedo prima che gli occhi mi si chiudano, facendomi sprofondare nell'oblio.

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