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Sento dei passi appena fuori dalla stanza.

Passi lenti.

Senza pensieri.

Socchiudo appena appena la porta, metto una mano fuori e agguanto la persona che sta passando. Si lascia sfuggire uno squittio spaventato.

Immediatamente richiudo la porta e studio la mia preda.

Sembra uno scienziato. È calvo, sui 40/50 anni, alto e allampanato, indossa un camice bianco e ha l'aria terrorizzata.

《Come si esce da qui?》Uso un approccio diretto. Non ho tempo per giri di parole inutili.

《I...Io... Non... Non ti dirò nulla...》tenta di fare il coraggioso, ma il suo corpo lo tradisce.

Puzza di paura lontano un miglio.

Sorrido sorniona.

Lo agguanto per il camice, lo sbatto contro il muro, incrinandolo leggermente, e sfodero gli artigli.

È una cosa naturale.

Istintiva.

Li ho pensati e sono usciti.

Sono già parte di me.

《Lasciami rifare la domanda.》Avvicino gli artigli al suo viso e li carezzo la guancia, lasciando solchi sanguinanti.《Come si esce da qui?》

《Tu... Tu fai parte del Progetto Basthet... Dovresti essere in gabbia... Il Professore ha detto che...》Il mio spettacolino gli ha sciolto la lingua.

《Cos'è il Progetto Basthet? E chi diavolo è il Professore?》Gli do' una scrollata.

Risposte.

Voglio risposte.

Sento un dolore acuto in bocca e capisco che mi stanno uscendo le zanne.

Faccio un respiro tremante.

Devo calmarmi.

L'uscita...

Devo farmi dire dov'è l'uscita.

Un altro assaggio dei miei artigli e canta come un canarino. Mi dà persino il suo pass, assicurandomi che mi servirà.

Dobbiamo sbrigarci...

Guardo lo scienziato. Lui sa cosa mi è stato fatto.

Dannazione!

Gli do' una testata per tramortirlo e poi schizzo fuori dalla stanza.

Troverò le mie risposte un altro giorno.

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