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Il mio sguardo corre sulle scale poi torna nuovamente al cadavere.

Suppongo di non aver scelta.

Devo proseguire se voglio uscire.

Quasi sicuramente anche di sopra ci sarà un ibrido pronto ad uccidermi.

Dobbiamo continuare... dice la voce nella mia testa.

《Facile dirlo per te. Non sei tu che sanguini. Non sei tu che uccidi. Non senti la loro vita scivolarti fra le mani...》sbotto contro di lei.

Matta...

Sono completamente matta.

Mettermi a discutere con una voce.

È vero. Non ho mai ucciso in vita mia... mi racconta dopo qualche secondo di silenzio. Ma so che per uscire da qui dobbiamo proseguire e combattere. Sono parte di te. Conosco la tua pena... I tuoi dubbi... Il tuo dolore... I tuoi sensi di colpa... Ma quando sarai fuori di questo terribile posto, avrai la possibilità di farti una nuova vita... Lontano da violenza e morte...

Sarebbe magnifico.

Una vita tranquilla, normale.

Basta Incarichi.

《Chi sei?》chiedo con sospetto.

Mi conosce bene.

Troppo bene.

Sa cosa dire per spronarmi, per farmi continuare.

Io sono te. O meglio... Sono una parte di te... mi spiega dolcemente.

Io però continuo a non capire.

Che vuole dire?

《Spiegati meglio!》M'innervosisco subito io.

Sono in una base dell'Accademia, molto probabilmente qualcuno -ibrido o non- è già sulle mie tracce e sono qui a parlare con una misteriosa voce nella mia testa.

Tutto questo rasenta la follia.

Sono sicura che se te lo dicessi non mi crederesti quindi... Cerca uno specchio e tutto ti sarà chiaro...

Non so perché, ma faccio come dice, seppur con riluttanza.

Mi allontano dalle scale, prendendo il corridoio di sinistra, dove trovo varie porte. Controllo un paio di stanze, ma ho più fortuna con la terza.

È il bagno degli uomini.

Una parete è costellata da orinatoi mentre l'altra, coi lavandini, ha un grande specchio.

Togliti le bende dal petto...

Lentamente mi tolgo la casacca lacera, rimanendo solo coi pantaloni.

Ho le mani sudate.

Il battito accelerato.

Non so perché, ma ho paura.

Una paura folle e primordiale.

Con mani tremanti, mi levo le fasciature che coprono il mio torace, finché non cadono a terra, lasciandomi a petto nudo.

Solo allora alzo lo sguardo e mi specchio.

Oh, mio Dio...

Una lunga cicatrice mi taglia verticalmente il torace.

È enorme.

Leggermente frastagliata.

Parte dallo sterno e arriva quasi all'ombelico.

Io...

Sono il tuo cuore...

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