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Si erge in tutta la sua maestosa altezza, agitando le molteplici zampe.

In confronto a lui, mi sento così...

Minuscola.

Come posso sperare di batterlo?

Parte all'attacco.

Tenta di ghermirmi una gamba, ma con un agile salto all'indietro lo schivo. Purtroppo non ho tenuto conto della coda.

Con una potente sferzata, mi scaraventa a terra, incrinandomi varie costole.

Ahia...

Dannazione!

Avrà un punto debole...

Rifletti, Max...

Mi rialzo a fatica, meno baldanzosa di prima, e stavolta lo attacco io. Sfodero gli artigli e punto dritta verso la giugulare.

Anche se è un insetto né avrà una, no?

Pessima mossa.

I miei affilati artigli scivolano sulla sua scura corazza senza farle alcun danno.

Con le antenne, simili a pinze, che ha sulla sommità della testa, riesce a ferirmi ad un braccio.

Balzo lontano dall'ibrido e controllo i danni.

È solo un graffietto.

Ma allora...

Perché sento il braccio indolenzito?

Provo a scogliere un po' i muscoli, ma l'intorpidimento avanza. Ora anche avambraccio e mano sono diventati insensibili.

Oddio...

Una brutta sensazione si fa strada dentro di me.

Questi sintomi mi ricordano...

Una bestemmia sfugge dalle mie labbra.

Tossina paralizzante.

Brutta cosa.

Guardo l'ibrido.

È in attesa, il bastardo.

Cerco di spremere le meningi in cerca di una soluzione, ma non riesco a pensare a nulla di valido.

Una volta che il mio corpo sarà paralizzato l'ibrido mi mangerà.

Sto quasi per cedere al panico crescente quando, scrutando il corridoio in cerca di una possibile soluzione, la vedo.

Una porta.

Dietro ad essa potrebbe esserci la mia salvezza.

Faccio un respiro profondo e raccolgo le forze. Con rinnovato vigore, mi lancio all'attacco e, non appena l'ibrido si erge minaccioso, scivolo sotto di lui, cercando di arrivare quanto più vicina possibile alla porta.

All'ultimo secondo, scuote la sua possente coda, scaraventandomi contro l'uscio, distruggendolo.

Io e vari pezzi di porta veniamo proiettati all'interno della stanza, che si rivela essere un laboratorio, infatti microscopi e provette cadono a terra, infrangendosi, al mio "arrivo".

Sono finita lunga distesa proprio vicino ad un armadietto di sostanze tossiche. Il teschio che avvisa il pericolo ghigna sprezzante.

Finalmente un po' di fortuna...

Cerco di alzarmi, ma le gambe non mi rispondono.

La tossina si diffonde rapidamente.

Stringo i denti e inizio a strisciare.

Da fuori provengono rumori di trascinamento: l'ibrido starà cercando di girarsi per far entrare la sua immensa mole nel laboratorio.

Con mani tremanti, apro l'antina e do' un'occhiata veloce alle varie etichette. Ci sono sostanze irritanti, tossiche, paralizzanti.

Che ironia.

Tenendomi agli scaffali, riesco a mettermi in ginocchio, seppur con molta difficoltà.

E finalmente riesco a trovare qualcosa di utile.

Solfuro di carbonio.

Sorrido mentre afferro la boccetta.

Per precauzione, gli do' un'annusatina.

Non si sa mai.

Faccio una smorfia di disgusto.

È proprio solfuro di carbonio.

Mentre crollo a terra nuovamente, un'idea folle e suicida mi balena in mente.

Devo farmi catturare!

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