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Sotto al mio sguardo incredulo e sconcertato, le zanne si ritirano, scomparendo nella mia bocca sporca di sangue, la leggera peluria viene riassorbita dalla pelle e gli occhi perdono il luccichio ferino, pur mantenendo il colore dorato.

Di scatto mollo la presa sulla guardia e, con un salto all'indietro, atterro dall'altra parte della stanza, oltre il letto.

Lontana da quell'orribile riflesso.

Non posso essere io...

Io...

Mi rifiuto di crederlo.

Cosa mi hanno fatto?

Abbasso lo sguardo sulle mie mani tremanti.

Anche gli artigli si sono ritratti.

Sento un fruscio.

I miei occhi corrono alla porta.

La guardia è sparita!

Dannazione!

Di sicuro ora scatterà l'allarme!

Riascquisto un minimo di auotcontrollo e, barcollando leggermente, spoglio uno dei cadaveri e ne indosso la divisa. La casacca mi è troppo grande quindi la lacero e ne annodo i lembi sotto il seno. Non prendo le scarpe, mi stanno troppo grandi, mi rallenterebbero e basta.

Mi faccio bastare casacca e pantaloni: è più di quanto io abbia addosso adesso.

Sbricio fuori dalla porta, ma non vedo nessuno.

Non ancora, almeno...

Non ho particolari intuizioni su che direzione prendere quindi vado a destra. Un corridoio è buono come un altro in questo momento.

Cammino velocemente, rasente al muro. Dopo qualche svolta, trovo una porta, alla mia sinistra. La socchiudo leggermente e spio all'interno.

Vuota.

Entro e mi rinchiudo la porta alle spalle. Frugo in ogni angolo in cerca di un'arma o un indizio che mi chiarisca le idee, ma non trovo nulla.

È una stanza spoglia.

C'è un letto da ospedale, munito di cinghie per immobilizzare sia braccia che gambe. Accanto si trova un vassoietto con sopra diversi strumenti chirurgici, alcuni dei quali non saprei neanche dire a che servono. Per il resto, c'è solo un mobiletto, ma è vuoto, contiene solo diverse provette ormai vuote.

Mi avvicino al letto e sfioro le cinghie con la punta delle dita.

Non so perché, ma ne sono attratta.
Diverse immagini mi balenano nella testa.

Bagliori argentei.

Fuoco nelle vene.

Arretro scioccata, sbattendo contro il muro.

Ho il voltastomaco.

Scivolo lungo la parete fino a sedermi a terra.

Ora ricordo...

Ricordo tutto...

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