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Mi giro lentamente verso la fonte di quel rumore, la bestia dentro di me è ancora sovraeccitata per la recente uccisione.

Il Professore sta applaudendo la mia performance.

Sto tremando tanta è la furia che mi pervade.

Come si permette?

Ringhio, mettendo in mostra le zanne insanguinate, mentre mi avvicino lentamente a lui.

Voglio che abbia paura.

Voglio che soffra.

Voglio che muoia.

Il Professore, al contrario, non muove un muscolo, non prova nemmeno a scappare.

Forse crede che io non lo voglia uccidere.

Non lo facevo così stupido.

Inaspettatamente le gambe mi cedono all'improvviso.

Un attimo prima stavo camminando, pensando a tutti i modi possibili e cruenti per ucciderlo, e ora sono a terra.

Il mio corpo è in preda alle convulsioni, la trasformazione si è annullata e sto annaspando in cerca d'aria.

Ma che mi sta succedendo?

Sto forse...

Morendo?

《15 minuti》commenta con tono professionale il Professore, scrivendo sul suo blocco per gli appunti: sento la penna correre sul foglio.《Dobbiamo aumentare il tempo della mutazione. Un quarto d'ora è troppo poco...》borbotta fra sé.

Finalmente il dolore che mi dilania lentamente finisce, lasciandomi senza forze.

Non riesco a muovere un muscolo.

Se ora mi catturassero non riuscirei a scappare, né a lottare.

Chiudo gli occhi per qualche minuto per cercare di riprendermi e, quando li riapro, vedo un paio di mocassini neri che occupano tutto il mio campo visivo.

Sono sdraiata su un fianco, ma un calcio mi fa girare sulla schiena.

Posso solo respirare mentre guardo il soffitto in pietra.

Sento delle mani fredde armeggiare sul mio collo.

Io...

Sono impotente...

Completamente alla mercé del Professore e dei suoi scagnozzi.

Gli occhi mi si riempiono di lacrime di rabbia.

《Non è ancora ora, eppure...》riflette il Professore continuando a studiare il mio corpo.

Mi prende il polso fra le dita per ascoltare i miei battiti: sento la penna scivolare sulla carta mentre si appunta la cifra.

È un rumore così fastidioso.

《Possibile che la trasformazione acceleri il processo?》si domanda mentre m'inserisce qualcosa in bocca.

Ci metto un secondo a capire di cosa si tratta: un termometro.

Appena emette un bip lo toglie e scrive nuovamente la cifra sul suo blocchetto.

Mi sento una cavia da laboratorio.

Non sono legata: il mio stesso corpo è la mia prigione.

Finché...

Una potente esplosione sconquassa l'intero edificio: il pavimento trema sotto di me mentre, da qualche parte, dei muri crollano.

《E ora che succede?》dice con tono scocciato quell'essere ignobile.

《Signore, dobbiamo andare》gli comunica una voce dal tono militare: non riesco a vedere a chi appartiene, ma capisco che sta succedendo qualcosa di grosso.

Il Professore si rialza, mi guarda pensieroso e poi si allontana con la guardia, lasciandomi sola.

Dobbiamo andare...

La Voce è tornata.

Era da un po' che si faceva sentire.

《E se non volessi?》sussurro, anche se sono sola.

Noi dobbiamo andare... Questo non è il tuo destino...

《Ah, no?》domando, sarcastica.《E quale sarebbe il mio "destino"? Vivere in clandestinità aspettando che mi catturino di nuovo?》

Ne ho abbastanza.

Ne ho abbastanza della mia vita e di tutto il resto.

Ora non sono più nemmeno umana.

Sono solo un esperimento mal riuscito.

Credevo volessi rifarti una vita...

Credevo volessi essere libera da vincoli e catene...

E invece sei tu stessa che t'imprigioni...

《Cosa?!》Mi sto arrabbiando.《Ma come ti permetti?! Non sai nulla di me! Fin da quando sono nata mi hanno addestrata all'arte dell'omicidio. È l'unica realtà che conosco.》

Hai la possibilità di cambiare la tua vita... Mi sembra quasi di sentirla sospirare. È vero, ti hanno mutato. Non sei più un essere umano, questo è innegabile, ma... Davvero non meriti una seconda possibilità?
Vuoi realmente morire qui?

Non so come ribattere.

Mentre grossi pezzi di pietra si staccano dai muri dell'arena e numerosi crepe si aprono sul soffitto, l'unica cosa che riesco a fare è pensare.

Sentir parlare di seconde possibilità mi aveva fatto venir voglia di provarci.

Se fossi riuscita ad uscire da lì, io...

Che avrei fatto?

Dove sarei andata?

《Tu che ci guadagni?》chiedo acida alla Voce.

Nel mio mondo, nessuno fa niente per niente.

Ognuno pensa al proprio tornaconto e sono sicura che la Voce ha bisogno di me per qualcosa.

Altrimenti perché si darebbe tanta pena per convincermi ad uscire da qui?

Nulla... Io... Ho solo bisogno che porti un messaggio ad una persona...

《Quindi mi vuoi libera perché ti servo. Ipocrita》le dico, stizzita.

Davvero mi aspettavo che le interessasse qualcosa di me?

Non fraintendere, Max... Ti voglio bene... Sono parte di te... Io...

《Lasciami in pace... Ti prego...》mormoro, con voce soffocata.

Ho una tale confusione in testa.

Vivere.

Morire.

Tutto si riduce a questo.

Una scelta...

Che ho già fatto...

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