Centotrentadue.
Sono i messaggi che ho inviato ad Adrian da quando mi ha lasciata.
Ottantanove.
Sono le chiamate a cui Adrian non ha mai risposto.
Ventisette.
Sono le volte in cui ho chiesto a Luke se Adrian fosse al Tomten Silke.
Tre.
Sono le volte che Anne ha risposto alle mie chiamate chiedendomi di lasciar perdere.
Zero.
Sono le risposte di Adrian.
Infinite.
Sono le lacrime che continuo a versare.Aveva ragione. Aveva ragione su tutto. Sono stata una stupida. Avevo la felicità tra le mie braccia e l'ho spinta via da me mandando la mia vita a puttane. Me lo merito. Mi merito tutto il buio che mi circonda. Ho avuto paura e ho perso tutto. Come in un fottutissimo gioco in cui rischi tutto e poi perdi. Solo che io non ho voluto rischiare privandomi della possibilità di essere felice.
Tredici.
Sono i giorni senza Adrian.
Il nono è stato il peggiore.Stavo effettuando la mia ottantanovesima chiamata quando, invece del solito rumore del cellulare che squilla a vuoto, sento la voce di una donna che mi fa sussultare.
"Il numero da lei chiamato è stato disattivato."
Era la voce registrata dell'operatore telefonico. Ha disattivato il suo numero. È finita. Forse lo era già quando andando via in macchina mi ha mandato affanculo. Non mi vuole più. Ha chiuso con me.
Ho provato a reagire. Ho provato ad andare da lui nonostante i suoi rifiuti. Non c'era. È andato via. E con via intendo dire via dalla mia vita ma anche da quella che ormai era la sua. È tornato in Norvegia. È stata Anne a comunicarmelo quando per la terza volta mi ha ribadito di lasciar perdere. Mi ha detto che vuole voltare pagina e lasciarsi tutto alle spalle. Vuole lasciare me alle sue spalle e forse ero io quel tutto. Ora non ho più niente.
Non mi importa più del lavoro. Non mi importa più della casa e dei soldi. Lo rivoglio. Lo rivoglio indietro. Rivoglio il mio bambino. Adrian ti prego... Torna da me.
Il dodicesimo giorno il mio telefono ha finalmente squillato. Erano le tre di notte passate. Non dormivo. Il numero era sconosciuto ma era lui. Piangeva singhiozzando come un bambino. Tremo al ricordo.
"È tutto solo un fottuto casino... Non doveva andare così..."
"Adrian! Adrian, amore! Dove sei?! Stai male? Parlami! Sei ubriaco? Hai... Hai usato.. Droghe?"
In sottofondo solo lacrime.
"Ti amo così tanto... Perdonami piccola..."
"Adrian! Aspetta! Non chiud-"
Non chiudere ti prego.... Anch'io ti amo.
Il tredicesimo giorno è oggi.
Dove sei? Come faccio a respirare ancora se non so se stai bene? Mi ama. Ha detto che mi ama ancora, ma di cosa dovrei perdonarlo? È lui a dover perdonare me per essere così sbagliata. Ti amo Adrian. Ero solo troppo impaurita e insicura per dimostrartelo. Vorrei poter tornare indietro in quel parcheggio, quando in ginocchio tra le mie braccia mi mostravi il tuo cuore palesandomi i tuoi sentimenti. Vorrei tornare al momento in cui non ti è importato umiliarti di fronte a me e mi hai chiesto di sposarti un'altra volta, dopo che pochi minuti prima ti rifiutavo davanti a tutti. Vorrei rispondere a quella domanda e dirti di si. Dirti che ho paura e ho un passato che mi ha destabilizzato rendendomi insicura, ma che ti amo in un modo che non pensavo di poter provare.Il telefono squilla. Dopo la notte passata completamente in bianco, non ho nemmeno la forza di reagire e lo prendo mollemente dal comodino accanto a me. È Luke.
"Luke?"
"Lara, devi venire subito al Tomten Silke."
"Luke ti prego non può venirti a prendere qualcun'altro? Non mi sento molto bene ed è stata davvero una nottataccia.."
"Lara, Lara, ascoltami. Devi venire subito!"
Un dubbio assale la mia mente. Perché ha un tono così nervoso?
"Luke? È successo qualcosa? Si tratta di Adrian?"
"Lara è quello che sto cercando di dirti cazzo! Devi venire subito! Adrian è qui! È tornato ma pare che nessuno ne sia a conoscenza al Resort a parte Nick e Sean. Non so quanto si tratterrà! Potrebbe ripartire a momenti se come hai detto tu è tornato definitivamente in Norvegia!"
"Cazzo Luke arrivo! Tu tienilo d'occhio! Non farlo andare via ti prego! Io devo assolutamente vederlo e parlare con lui!"
"Muoviti!"
Non lo saluto nemmeno quando chiudo la telefonata. Balzo giù dal letto e mi infilo una tuta raccattata sulla sedia. Non posso davvero perdere tempo. È l'unica occasione che ho per incontrarlo. Se dovesse ripartire sarebbe la fine per sempre. Devo avere questa possibilità.
È qui... È qui... L'altra notte allora quando mi ha chiamato probabilmente era già tornato.
Mi infilo in macchina sfrecciando nel traffico mattutino. Ho paura. Una fottutissima paura di non arrivare in tempo. Sono rinchiusa tra le auto in coda e mi sembra di impazzire.
"Luke?!"
"Lara ma dove cazzo sei! Nick è uscito dall'ufficio di Adrian e ha parlato con il personale del Resort! Pare che si occuperà lui della gestione del complesso d'ora in poi! Devi fare presto!"
Oh mio dio no... Sbatto la fronte sul volante dell'auto. Lo sto perdendo. Sta andando via e io non potrò fare più nulla.
"L-Luke..."
Sono ormai in preda ai singhiozzi.
"Lara non piangere cazzo! Non risolvi nulla!"
"Sono ferma nel traffico da mezz'ora! Non si muove cazzo! Non si muove!"
"Merda! Ascoltami allora. Cercherò di tenere d'occhio la porta del suo ufficio. Ti avviso se esce da lì. Tu però sbrigati. Fa presto!"
Ho bisogno di aria. Dio sta per venirmi un attacco di panico lo sento. Sto soffocando in quest'auto e con la pioggia così battente non posso nemmeno aprire il finestrino. Respira Lara, respira. Ti prego! Cazzo muoviti!
Come a sentire le mie preghiere l'ingorgo si sblocca e le auto ricominciano ad avanzare.
Aspettami Adrian ti scongiuro! Non andare via...
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AMAMI nonostante tutto...
Roman d'amourDopo aver rifiutato la proposta di matrimonio Lara si ritroverà a combattere contro se stessa e il suo passato per cercare di rimettere insieme la sua vita. Questo basterà per avvicinarla di nuovo ad Adrian o la vita riserverà loro nuove sorprese e...