CAPITOLO 5

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Corro in camera mia per evitare di sentire l'eventuale risposta di quell'uomo uscito di senno. Come fa a chiamarmi ingenua,non si fida dei suoi stessi figli forse? E bambina,poi. Vorrei ricordargli che la sua 'bambina' ha 17 anni e gli attributi,che ho avuto occasione dimostrare un paio di volte quando un pervertito schifoso mi si era avvicinato ad un incontro di Peter. Si,Peter fa incontri di boxe nel seminterrato della scuola almeno due volte al mese. Ovviamente sono clandestini,cosi come le corse che organizza d'estate il suo migliore amico,Cameron. Non si direbbe a giudicare dalla sua reputazione,ma mio fratello gioca sporco da ormai due anni. Ho sempre avuto paura di queste cose,ma quando ho iniziato a tastare con mano il territorio,ho capito che in fondo non c'era molto di cui preoccuparsi,a parte la polizia e i guardiani dell'istituto.


Sono abbastanza vicina alla rampa di scale per arrivare in camera mia,ma Pet esce da camera sua e poco dopo sbuca anche Matt. ''Sophie,ho sentito papà gridare. Cos'è successo?'' inizia con fare interrogativo,''Niente di che,semplicemente gli ho detto che resterò qui,anche se pensa che non sarai in grado di badare a me e che la supervisione di James non servirà a nulla. Tutto qui.'' dico in fretta,senza entrare nei dettagli. Matt ci guarda con un'aria curiosa,ma allo stesso tempo sconvolta e interviene ''Restare?Supervisione di James? Peter, mi sa che mi sono perso un pezzo.'',''Te ne avrei parlato appena anche le mie idee si sarebbero schiarite. I miei genitori si trasferiscono a Los Angeles,e hanno lasciato libero arbitrio a Sophie, lei ha scelto di restare qui e lui non l'ha presa bene.'' sintetizza. ''Okay,ora mi è tutto più chiaro.'' risponde Matt,''Si,io vado in camera mia,a più tardi.''.Ho deciso di terminare qui il discorso,non ho voglia di parlarne.Peter va in camera e io torno nella mia. Dopo pochi secondi mi volto e Matt era ancora in corridoio a smanettare con il cellulare. Entro in stanza e mi siedo sulla scrivania,apro il libro di inglese e inizio a studiare un po' di letteratura,per evitare una C nell'interrogazione di domani. ''Posso entrare?'',mi volto di scatto e vedo Matt. Al diavolo io e il mio vizio di non chiudere mai la porta. ''Certo,vieni...'' ''Carina,è proprio nel tuo stile.''commenta guardandosi intorno,''Come fai a dirlo? Non ci conosciamo nemmeno.'' faccio con un tono scocciato. Forse dovrei essere un po'meno dura con lui,ma dovrebbe imparare a farsi di più i fatti suoi quella specie di gigante. ''Hai ragione. Allora facciamo che domani dopo scuola facciamo un salto da Starbucks per conoscerci,okay?''''Ehm d'accordo. Ma niente di serio.'' rispondo. Non volevo arrivare a questo punto,tanto meno volevo iniziare a conoscerlo. Però ora che ci penso,ha un non so che di interessante e misterioso. Mi siedo sul letto,e lui si mette accanto a me e inizia a farmi domande sulla mia vita : ''Beh,la mia è una vita abbastanza monotona,che segue la routine.Casa,scuola,casa,compiti. Ogni tanto esco con gli amici e due volte all'anno trascorro qualche mese in un'altra città degli Stati Uniti,perchè mio padre viene spezzo trasferito. Tutto qui. E tu che mi dici di te?'' ''Io mi sono trasferito qui a New York per i problemi con la legge che ho avuto a Chicago. Partecipo a incontri di boxe come Peter,per questo faccio parte della sua compagnia. Sono in città da diverso tempo,ma prima ero in un'altra scuola. In realtà sono qui per colpa di Chris,un figlio di puttana che si è salvato il culo infangandomi. Ma ora è tutto okay,semplicemente deve pregare che non lo ritrovo sulla mia stessa strada,altrimenti a quel punto avranno davvero un motivo valido per arrestarmi.'' dopo queste parole il suo sguardo si fa serio,allora gli passo una mano sulla schiena prima di mettermi in piedi di fronte a lui.

The Right Choice (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora