The Right Choice (#Wattys2016)

CAPITOLO 30

Non c'è niente di meglio di stendersi sul divano a guardare la televisione con una scorta di The freddo. La casa è deserta: mia mamma è tornata in ufficio,Peter è rimasto a scuola per dei corsi extra,James è uscito con Sarah, e io tra meno di un'ora sarò con Andrew. Manca solo una cosa... Matt. Chissà che fine avrà fatto.
Lo chiamo.
"Pronto?"
"Ciao Matt. Come mai oggi non eri a scuola? È tutto ok?"
"Sì,tutto ok. Sono a Orlando con Juliet. Vado,ci sentiamo."
Non faccio in tempo a rispondere,che lui interrompe la comunicazione. Non capisco. Ma non importa!
Ma chi vuoi prendere in giro,eh? In realtà vorresti essere lì con lui al posto di Juliet. Smetti di mentire a te stessa.
Oppure mi importa talmente tanto da non riuscire ad ammetterlo.

Lavo i denti,mi pettino,indosso le scarpe e mi risiedo sul divano,mentre aspetto Andrew.
*Sono fuori* mi scrive lui. Esco di casa e lo vedo lì davanti. Appena mi vede mi saluta,passandosi una mano tra i capelli.
Adesso svengo.
"La mia auto è in riparazione. Ho preso i biglietti per il bus,la fermata è qui vicino." Mi dice,indicando la strada per andare alla fermata del bus.
"Va bene,ma di preciso dove andiamo?"
"Central Park. Ti va?" Domanda.
"Eccome se mi va!" Esclamo come una bimba eccitata.
Aveva ragione,la fermata è vicinissima a casa mia. E per fortuna il bus arriva quasi subito. Timbriamo e troviamo due posti vicini.
"Prego!" Mi fa passare e mi siedo vicino al finestrino. Guardo la strada e le mille persone che corrono. Sento i suoi occhi puntati su di me.
"Non avevo mai notato le tue lentiggini." Fa Andrew.
Mi volto.
"Non ci siamo mai guardati da così vicino. Per questo non hai notato le mie lentiggini."
E io non ho mai notato le tue labbra perfettamente delineate,vorrei dirgli.
"Hai ragione." Dice ammiccando un sorriso.
Quanto è bello.
"Comunque dobbiamo parlare di quello che è successo l'altro giorno." Continua,tornando serio.
"Oh sì,giusto."
"Io non avrei mai immaginato quello che tu provi o provavi per me. Non avrei neanche voluto farti soffrire."
"Ma non è colpa tua." Lo interrompo.
"Fammi finire. Dicevo,non avrei voluto farti soffrire. E a dirtela tutta,c'è stato un periodo in cui mi piacevi da morire. Ma chi aveva il coraggio di dichiararsi? Io di certo no. Inoltre i miei amici mi avrebbero preso in giro perché sarei venuto dietro a una come te. Insomma,è andata così,ma-"
"Cosa intendi per 'una come te'?" Chiedo irritata.
"Intendo piccola. E poi tu non c'entri niente con le fidanzate degli altri. Perciò sei vista in modo diverso."
"Oh beh,grazie a Dio!" Esclamo girandomi di nuovo verso il finestrino.
"Ma non è questo il problema." Dice Andrew,facendomi voltare verso di lui.
"Il fatto è che io e te non abbiamo nessun tipo di rapporto. E io vorrei conoscerti." Il mio cuore smette di battere per un secondo.
Riesco solo ad annuire.
Scendiamo dal bus e ci immergiamo nel parco.
Cerchiamo una panchina,mi siedo e Andrew si avvicina al carretto dei gelati per prenderne due,uno per me e uno per lui. Si avvicinano dei ragazzi della mia età circa,che però non ho mai visto.
"Ciao bella signorina." Dice uno di loro.
"Come ti chiami?"
"Non vi interessa." Rispondo.
"A noi interessano tutte le belle ragazze,e tu sei una di quelle. Sbrigati a dirci il tuo nome,tesoro."
"Tesoro lo dici a qualcun altro,non a lei. Sparite." Dice Andrew mettendosi di fianco a me. Grazie al cielo è arrivato.
"E tu chi sei,il suo fidanzato?" Risponde il ragazzo che mi ha chiesto il nome.
"Sì,perché?" Mi giro verso di lui sbarrando gli occhi. Mi dà un breve bacio a stampo.
"Andiamo ragazzi." Borbotta sempre la stessa persona.
Andrew mi porge il gelato.
Balbetto un grazie.
"Per cosa?" Risponde lui,leccando il suo gelato.
"Per aver mandato via quelli la. E per il gelato. Ma soprattutto per averli mandati via." Dico tutto d'un fiato.
"È il minimo che potessi fare."
Mi sorride. E per un istante,quel sorriso tanto amato era riservato a me.