SOPHIE
"Ora ti riposi,domani niente scuola perché mamma e papà arrivano presto." dice Peter accarezzandomi la fronte e sistemandomi la coperta.
"Peter." lo chiamo.
"Sì?"
"Grazie. E,scusa."
Lui sorride leggermente e spegne la luce,uscendo da camera mia.
Guardo l'orologio,sono le quattro di mattina.
Ho passato una pessima serata,per non parlare delle conseguenze.
Sono ancora traumatizzata,riesco a sentire quelle fottute manette stingermi i polsi. La luce puntata sul mio viso e due agenti davanti a me che mi riempiono di domande su quella serata.
E in tutto quel casino,non ho nemmeno chiesto a Matt come stava.
Ok,ci hanno separati subito dopo scesi dalla volante,ed io ero sconvolta.
Tutto mi è passato davanti,ancora una volta.
Le urla dei ragazzi ubriachi e spaventati,che correvano via in preda al panico.
Matt e Cameron che mi urlavano di scappare per salvarmi,ed io che mi ritrovo davanti ai poliziotti.
Le gambe che mi tremano,la pelle imperlata di sudore,la paura che si impossessa di me e della mia mente mi impedisce di muovermi.
L'agente che mi blocca le spalle e mi ordina di camminare.
Una morsa allo stomaco mi colpisce mentre torniamo da dove sono venuta,certa che avrebbero arrestato Cam e Matt.
Gli altri ragazzi preoccupati,qualche fidanzata sbronza da far schifo che si appende al proprio fidanzato impaurita.
Matt che cerca di venirmi incontro,leggo il panico sul suo dolce viso.
Ancora le mani fasciate e sporche,le nocche rovinate.
No,non può essere vero.
Cerca di dormire,Sophie. Smettila di pensarci.Mi strofino forte gli occhi,sbadigliando.
Sento il materasso piegarsi sotto un peso.
Mamma.
"Buongiorno." dice seria.
"Ehilà,mamma." rispondo mettendomi seduta.
"Ti aspetto in cucina."
Si alza ed esce dalla mia stanza. Appena sento i suoi passi sulle scale,mi alzo.
Mi avvicino allo specchio e lego i capelli in uno chignon improvvisato.
Vado in bagno e mi sciacquo la faccia.
Guardo il mio riflesso nello specchio sopra il lavandino. Ho un aspetto terribile,occhiaie scure,capelli spettinati e occhi aperti per miracolo.
Mi asciugo il viso,faccio un respiro profondo,e mi dirigo al piano di sotto.
"Ciao,Sophie." fa mio padre seduto sul divano.
"Ciao papà."
Entro in cucina e al tavolo sono seduti mia mamma,James,Peter e Matt.
Matt? Che ci fa qui?
"Matt?" dico rivolgendogli uno sguardo confuso.
Lui tossisce fintamente,scuotendo la testa verso la sala. Il che mi fa capire che è stato mio padre a volerlo qui.
Annuisco e mi siedo di fianco a lui.
Metto le mani sulle cosce,fissandomele.
Ad un certo punto una grande mano sovrasta la mia,il pollice che accarezza lentamente il mio.
Le sue mani.
Ho già vissuto questo momento. Ieri sera,nella volante,lui si era avvicinato appena toccandomi le mani.
Gli rivolgo un sorriso,e mi accorgo che lui mi stava già guardando con il suo solito sguardo dolce.
Mio padre entra in cucina.
"Allora,qualcuno mi spiega perché sta notte mi ha chiamato la polizia avvisandomi che mia figlia era arrestata?"
"È colpa mia,signor Smith."
"Oh,lo so bene. Grazie dell'informazione Matthew." risponde papà ironicamente.
"Se sai già tutto,è inutile farle pesare la situazione" Suggerisce Peter con lo sguardo basso.
"Stai zitto tu." ringhia mio padre.
"Papà,mi dispiace. Mi sono fatta prendere dall'entusiasmo."
"Un po' troppo direi. Iniziamo dal fatto che quello deve starti lontano."
"Papà..."
"Fammi parlare. Lui ti sta lontano e basta."
"Non è possibile." dico scuotendo la testa e ridendo nervosamente.
"È per il tuo bene,Sophie! Non vedi cosa sta succedendo?" urla.
"Qualsiasi cosa io faccia,è a carico mio non degli altri! Sono io che decido cosa fare,non gli altri." dico alzando la voce.
"Si dà il caso che io posso ancora decidere cosa devi o non devi fare." ringhia.
"Beh e si da il caso che lui sia l'unico con cui sto bene. Non puoi togliermi lui. Non puoi,cazzo!" esclamo,pentendomene subito.
"Sophie!" urla di nuovo.
"Che c'è?"
"Smettila di urlare con me!"
"No,papà. Tu non mi vuoi ascoltare!"
C'è un attimo di silenzio,e tutti ci fissano sbalorditi.
"Lo sapevo che avrei dovuto lasciarti in mano a qualcuno di maturo,come Steven."
"Oh,certo. Peccato che il tuo caro Steven mi abbia mentito. E non mi lascia fare niente. Mi tratta come una fottutissima bambina. Lo odio,papà!"
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The Right Choice (#Wattys2016)
RomansaUn intrepido ragazzo si trasferisce a New York,la città natale della protagonista. Si ritrovano nella stessa scuola,e piano piano imparano a conoscersi e ad amarsi. Come andrà a finire tra i due innamorati? "È un passo più lungo della gamba per me."...